L'analisi

Trasporti intelligenti: politica industriale cercasi

Il decreto sull’agenda digitale recepisce in generale le indicazioni della direttiva europea. Ma mancano indicazioni più dettagliate. E sembra centralizzare piuttosto che andare verso le liberalizzazioni. Il quadro delle iniziative

Pubblicato il 22 Ott 2012

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“Manca la politica industriale”. Antonio Piserchia, presidente e ceo di Perspective, riassume così una lunga analisi sullo stato dei trasporti intelligenti italiani. Un ragionamento che comprende anche le norme previste dal decreto del governo (pubblicato dal Corriere delle Comunicazioni) che ricalcano in parte quanto previsto dalla direttiva europea e aggiungono qualcosa che lascia perplesso il Presidente di Perspective “ma anche altri operatori che ho sentito in questi giorni”.

“La prima impressione – spiega – è che ci si aspettava qualche dettaglio in più. Non voglio dare un giudizio finale, ma al momento sembra più una bella dichiarazione di principi. Mancano le linee strategiche e indicazioni più vincolanti”. E se per quanto riguarda le indicazioni di principio è evidente il “copia e incolla” con la direttiva europea, in un’altra parte del documento emerge una non lieve differenza. “Per qualsiasi iniziativa è prevista l’approvazione del ministero, mentre l’Europa va nel senso della liberalizzazione”.

Non rimane che attendere gli eventi. Cosa succederà dopo le dichiarazioni di principio in un settore che non parte certo da zero.“In Italia siamo piuttosto avanti, ma lo siamo in ordine sparso senza il coordinamento delle istituzioni”. La solita macchia di leopardo con le eccellenze che stanno a fianco delle situazioni inadeguate anche se la media è di buon livello.

Il recepimento della direttiva è però importante perché fissa delle linee guida riportate nel decreto governativo sull’agenda digitale. “Quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (Its) nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto” è il titolo della normativa europea che stabilisce i settori di intervento che vanno dall’uso ottimale dei dati relativi a strade, traffico e mobilità, fino alla continuità dei servizi Its di gestione del traffico e del trasporto merci, alle applicazioni per la sicurezza per arrivare collegamento telematico tra veicoli e infrastruttura di trasporto. Questo significa che bisognerà realizzare servizi di informazione sulla mobilità multimodale, sul traffico, dati e le procedure per la comunicazione agli utenti di “informazioni minime universali sul traffico connesse alla sicurezza stradale”, il servizio elettronico per le chiamate di emergenza, servizi d’informazione nelle arre di parcheggio con annessi servizi di prenotazione per gli automezzi pesanti e i veicoli commerciali.

La normativa continentale potrebbe offrire quelle certezze delle quali hanno bisogno le aziende. “Da anni sostengo che la mancanza di coordinamento penalizza il livello operativo dei progetti”, aggiunge Piserchia che sta si sta dedicando a un progetto che rappresenta la terza fase della vita del Cciss viaggiare informati. “Dopo l’aggregazione, i sistemi informativi avanzati è il momento di fornire un sistema geolocalizzato, non generalista che abbia caratteristiche di interattività con l’utente”.

Per questo dialoga con Telecom e Rai, il gestore di un servizio che il ministero ha deciso di distribuire a tutte le emittenti. “Ma anche qui mancano le linee standard e ognuno fa quello che vuole”.

Eppure questa volta le aziende italiane hanno mostrato buone capacità. Il Telepass è una case history ormai famosa. “Torino è una città con un sistema fra i più avanzati a livello europeo”, dice Olga Gandolfi, segretario generale di Tts Italia, l’associazione nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza. La Regione Toscana ha avviato il progetto i-Mobility per dotare di navigatore satellitare tutti i mezzi delle aziende di trasporto pubblico e realizzare un sistema informativo a dimensione regionale con cui sarà possibile muoversi nel territorio grazie alle informazioni disponibili sul web, tablet e cellulare.

A Firenze, Comune e Provincia hanno lanciato Pegasus, un progetto tutto italiano per l’infomobilità che dovrebbe dare vita a una serie di servizi come le informazioni sui percorsi migliori, la segnalazione dei parcheggi su strada e nelle strutture apposite, l’attivazione di strumenti di controllo della sosta oltre al monitoraggio dello stile di guida per ridurre i consumi.

La Regione Campania ha attivato http://www.muoversincampania.it/ un portale che fa parte del progetto “Muoversi”, un sistema informativo integrato sulla mobilità nella regione che fornisce informazioni immediate su Internet ma è carente sulla parte mobile. Le informazioni sul traffico arrivano da sensori, polizia stradale, polizia urbana, telecamere, vengono elaborate utilizzando la georeferenzialità del dato con un’assenza di errori permessa dall’incrocio delle informazioni che provengono da una stesa zona con fonti differenti.

Verona Mobile dà in tempo reale la disponibilità dei parcheggi e la situazione cittadina di incidenti e cantieri e anche a Brescia è possibile avere le informazioni sulla situazione del traffico.

Esempi che secondo Gandolfi “ci pongono in linea con gli standard europei” anche se un altro problema è l’abbinamento con la gestione della domanda che significa una Ztl come l’area C milanese. Perché non bisogna incentivare il traffico delle auto, ma anche spingere le persone verso i mezzi pubblici e l’utilizzo del car pooling. Gli Its, infatti, sono uno strumento vitale per promuovere l’efficienza del traffico, ma anche per ridurre le emissioni.

Dall’estero, secondo Piserchia, vale la pena di prendere qualcosa dalle varie esperienze senza che ce ne sia una a dettare la linea. Gli Stati Uniti per esempio hanno iniziato vent’anni fa a occuparsi di infomobilità, ma adesso segnano il passo, la Germania è interessante per l’utilizzo della radio digitale, la Francia, coerente con la sua tradizione, per la capacità di mettere insieme un centro unico per le informazioni e anche i cinesi hanno fatto grossi passi avanti.

Una spinta potrebbe arrivare dall’Expo milanese. Recentemente è stato infatti presentato un primo nucleo di servizi di infomobilità messo a punto da sei aziende del settore dei trasporti come Atm (l’azienda milanese del traposrto pubblico), InfoBlu del gruppo Autostrade per l’Italia, Sea (società che gestisce Milano e Malpensa), Milano Serravalle – Milano Tangenziali, Trenitalia e Trenord. In questo modo i passeggeri in arrivo agli aeroporti di Malpensa e Linate potranno visualizzare in tempo reale lo stato del traffico lungo le principali arterie della città, la situazione aggiornata del trasporto pubblico locale e la situazione del trasporto ferroviario. Chi viaggia lungo le tangenziali potrà conoscere il numero dei posti disponibili nei parcheggi di corrispondenza mentre i viaggiatori dei treni in arrivo in città potranno conoscere lo stato dei mezzi pubblici. Nell’area metropolitana i visitatori potranno utilizzare totem interattivi con informazioni integrate e applicazioni per dispositivi mobili.

Altre idee potranno arrivare dalla prossima edizione dell’Its world congress che si terrà a Vienna nei prossimi giorni dove ci saranno una serie di dimostrazioni sulle prossime tecnologie.

Come il dispositivo all’interno dell’auto che dice per quanto rimarrà verde il semaforo, dà le indicazioni per il parcheggio, quanti posti sono liberi e a che ora parte la navetta per il centro. Vi avvisa che c’è stato un incidente sulla vostra strada e in caso di cantiere vi guida per evitare i veicoli che stanno manovrando nell’area. E poi c’è l’auto elettrica. Ma anche qui Antonio Piserchia ci ricorda che “la mobilità elettrica è ferma perché le grandi aziende non capiscono la politica del governo”.

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