Syllabus EPICT

Curricolo digitale per il docente: elementi metodologici per scenari di apprendimento innovativi

La settima tappa di un viaggio per conoscere le competenze digitali richieste ai docenti, seguendo moduli del Syllabus EPICT,“parametrati” sulle aree di competenza DigCompEdu. Focus sul set di competenze metodologiche utili al docente per realizzare qualsiasi scenario di apprendimento innovativo a scuola

Pubblicato il 17 Lug 2019

Angela Maria Sugliano

EPICT Italia, ELKM-DIBRIS, DISFOR Università di Genova

scuola e digitale

L’ultima delle 7 tappe in cui abbiamo suddiviso il percorso ideale per descrivere le competenze di uso pedagogico delle tecnologie digitali, si riferisce al set di competenze metodologiche utili al docente per realizzare qualsiasi scenario di apprendimento innovativo a scuola: competenze su cui focalizziamo in ultimo, ma che ultime non sono.

Nella figura 1 – che sintetizza le competenze digitali del docente suddivise in 7 macro-aree ciascuna declinata con i Moduli del Syllabus della Certificazione Pedagogica Europea sulle Tecnologia Digitali (approfondisci qui) – i Moduli che illustriamo in quest’ultima tappa sono evidenziati con sfondo giallo per ricordare graficamente la trasversalità delle competenze considerate: giallo come il bordo di ogni tappa del percorso. Ricordiamo che: con sfondo blu sono i moduli che descrivono competenze che è possibile mettere in campo con le dotazioni presenti nella maggior parte delle classi e in modo trasversale alle discipline, con sfondo bianco le competenze da mettere in campo in base alle caratteristiche dei contesti e alle discipline/capacità/esigenze/interessi specifici dei docenti.

Figura 1 – Settima tappa: Elementi metodologici. Le competenze digitali del docente descritte secondo i Moduli della Certificazione EPICT – www.epict.it

Elementi metodologici

A differenza delle precedenti tappe per cui la progressione numerica corrispondeva anche a una blanda propedeuticità, qui siamo a considerare abilità e conoscenze che da subito un docente interessato all’uso pedagogico delle tecnologie digitali, deve mettere in campo.

Per questo, nel Modulo Pedagogico (il primo proposto nei percorsi di formazione EPICT) sono contenute le basi di conoscenza relative ai Moduli della settima tappa: conoscenze per l’innovazione della Scuola, per il progetto di scenari di apprendimento inclusivi, per la valutazione con le tecnologie digitali, per la realizzazione in sicurezza di scenari di apprendimento “digitali”.

Progettare l’innovazione scolastica: strumenti per l’animatore digitale

La figura dell’Animatore Digitale è entrata nella Scuola con il Piano Nazionale Scuola Digitale del 2015. Molto controversa a causa della parziale definizione del ruolo anche in termini di ricompensa dovuta per le sue attività, la figura dell’Animatore Digitale è diventata comunque quasi strutturale nella Scuola italiana: il referente dell’innovazione digitale è lui (molto spesso lei!).

L’esperienza degli ultimi 4 anni con gli Animatori Digitali testimonia il fatto che ogni Animatore Digitale interpreta in modo originale – in base al suo contesto – il set di attività richieste per la sua figura: formazione interna (inteso come progettista della formazione da proporre a colleghi, studenti, amministrativi), coinvolgimento della comunità scolastica (inteso come organizzatore di situazioni ed eventi per diffondere a tutti gli stakeholder della Scuola – genitori in primis – il concetto di innovazione digitale), creazione di soluzioni innovative (inteso come il presupposto alle azioni precedenti: tenersi informato per poter proporre la formazione e le occasioni di “coinvolgimento” migliori).

Per realizzare tali attività sono necessarie le competenze per l’analisi del proprio contesto, per l’individuazione e per la gestione delle soluzioni innovative per il digitale a Scuola.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Progettare l’innovazione scolastica [Strumenti per l’animatore digitale].

Effettuare l’analisi dei bisogni per pianificare le attività di innovazione

Per effettuare l’analisi dei bisogni, il docente innovatore ha bisogno di avere solida la conoscenza dei riferimenti nazionali e internazionali che descrivono la Scuola digitale. Perché? Perché è in questi riferimenti che sono resi espliciti gli indicatori che determinano la Scuola digitale di qualità e su quella base potrà organizzare l’analisi dei bisogni del suo contesto. Ultimo in ordine di elaborazione il sistema SELFIE che oltre a offrire un framework di riferimento, fornisce anche uno strumento operativo da usare a Scuola. Il sistema SELFIE è basato sul framework DigCompOrg e il docente innovatore può comunque su quella base organizzare in modo autonomo la sua analisi dei bisogni sapendo che il bisogno è la differenza fra l’ottimo (quanto illustrato nel framework) e quanto i soggetti che rispondono dicono di saper fare, di avere. Questionari on-line possono facilitare la raccolta dei dati che andranno poi analizzati con semplici statistiche come frequenze o medie. Sulla base di quanto rilevato, il docente innovatore potrà ricercare e progettare le proposte per la propria Scuola.

Individuare soluzioni innovative

Il docente innovatore sa individuare quali tipologie di formazione formale, non formale, informale sono le più adeguate nel proprio contesto: non solo corsi da inserire sulla piattaforma S.O.F.I.A., ma caffè/merende digitali, newsletter, workshop, hackaton….Il problema per ogni attività sono le risorse, e allora gli innovatori hanno competenza sia di trovare le possibilità di finanziamento (dai finanziamento/progetti ministeriali al social foudraising!) sia di progettazione: non si tratta solo di saper compilare i form dei Bandi, ma di progettazione di una attività di innovazione: i macro-obiettivi, le singole attività, le milestons, gli output concreti che saranno realizzati e le risorse necessarie per ogni attività: gli strumenti di project management a disposizione in rete (e quindi anche condivisibili con tutti gli attori coinvolti nel progetto) lo supportano e danno consistenza alle sue azioni.

Gestire lo svolgimento delle attività innovative

Il docente innovatore, sulla base della sua attenta progettualità, è in grado di monitorare le attività e di valutare i risultati in termini di vantaggi realizzati e criticità. Sulla base del progetto, le milestones delle attività innovative sono condivise con la comunità scolastica in modo che nulla sia perduto dei risultati che possono emergere dalle attività svolte: non tutti coglieranno il valore e useranno tutto il “succo” che è possibile raccogliere dalle attività innovative realizzate, ma la documentazione consente di rivedere a posteriori (ognuno con i suoi tempi…) quanto fatto, e comunque dare l’opportunità a tutti di non perdere le occasioni messe in campo.

Superare le difficoltà: tecnologie digitali e studenti BES

Tutti gli studenti hanno bisogni speciali perché tutti sono speciali!”, dice ogni insegnante illuminato. Ma ci sono studenti che sono più speciali di altri per difficoltà contingenti o legate ai cosiddetti Disturbi Specifici dell’Apprendimento o a problemi fisici. Per gli studenti con deficit fisici certificati è previsto dalla Scuola italiana l’insegnante di sostegno, insegnante che ormai si sta sempre più configurando non come insegnante di supporto al singolo studente con deficit, ma come insegnante che lavora con l’insegnante curricolare per rendere la classe davvero inclusiva: ciò significa che le attività didattiche progettate dal docente disciplinare insieme al docente di sostegno sono tali da annientare (sì, annientare non annullare!) ogni barriera. Per gli studenti con certificazione DSA, invece, è l’insegnante di classe che deve occuparsi di progettare la didattica adeguata. Nell’uno e nell’altro caso, i docenti competenti trasformano la classe in un laboratorio attivo e pieno di energia pulsante dove diverse attività sono proposte agli studenti per incontrare i loro bisogni, ma tutte finalizzate ai medesimi obiettivi disciplinari.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Superare le difficoltà [Tecnologie digitali e studenti BES]

Usare gli strumenti digitali per rispondere alle esigenze dei BES durante la fase espositiva dei contenuti disciplinari

 Il momento della formazione – quello in cui il docente spiega i contenuti disciplinari – è caratterizzato dai materiali didattici usati dal docente per veicolare quei contenuti disciplinari. Nella scuola tradizionale i materiali didattici sono il libro di testo spiegato a voce dal docente che – non sempre – scrive qualcosa sulla lavagna. Nella Scuola digitale sappiamo che il docente (disciplinare) produce sempre artefatti digitali a supporto delle sue spiegazioni, ma se pone attenzione agli studenti BES, dovrà realizzare lezioni facilmente fruibili da parte di tutti: per i suoi testi proiettati alla LIM o stampati come “dispense” userà i caratteri più adeguati; arricchirà le spiegazioni con mappe concettuali; allenerà in classe gli studenti alla lettura dei libri digitali; predisporrà materiali didattici da fruire a casa (registrazioni, mash-up ipermediali) per incontrare tutti gli stili di apprendimento, ma soprattutto le difficoltà specifiche degli studenti. Se ci sarà anche i docente di sostegno in classe, i due avranno la competenza di approntare strategie condivise per rendere fluida la collaborazione didattica nella classe.

Suggerire gli strumenti digitali per le attività di apprendimento degli studenti BES

Ma a Scuola non si spiega e basta, si danno i compiti, cioè si propongono attività per metabolizzare i concetti disciplinari. Per questo i docenti sono in grado di formulare consegne che mettono in grado tutti gli studenti di esercitarsi, ciascuno con le sue specificità, nei contenuti disciplinari: il compito non sarà solo una produzione scritta sul quaderno o lo “studio” di una parte del libro secondo il modello “leggi e ripeti”: agli studenti verrà richiesto di preparare presentazioni, mash-up, video, mappe che faranno da innesco per le loro interrogazioni e comunque da innesco per altre attività di condivisione e approfondimento da svolgere in classe.

Suggerire e supportare il metodo di studio

I docenti sono in grado di suggerire il metodo di studio e gli strumenti digitali più adeguati per realizzarlo. Ma non si tratterà solo di “suggerire”: il docente dovrà “allenare” gli studenti a quel metodo di studio. Come? Proponendo in classe attività per sviluppare abilità specifiche di uso degli strumenti, dando compiti a casa da realizzare con gli strumenti suggeriti e controllando – ogni giorno – i risultati dell’allenamento: fammi vedere la mappa, quali difficoltà hai incontrato con l’e-reader? ho visto il tuo compito che hai condiviso con me sul tuo taccuino digitale: quale aspetto ti è piaciuto di più svolgere?….

Allenare le competenze: strumenti digitali a supporto della valutazione

Si sa, ma non è immediato metterlo in pratica, che la valutazione è lo strumento principe per l’”allenamento” che i docenti propongono ogni giorno in classe. Ma la valutazione tradizionale imbriglia il docente in modalità rigide che non lasciano spazio all’attività di coaching. Inoltre sul registro – a fronte dell’enfasi sulla scuola delle competenze – i voti sono sempre in relazione a una materia disciplinare. Dunque la sfida del “docente illuminato” è quella di trovare le modalità per usare lo strumento di valutazione come strumento di allenamento di competenze: puntare tanto sulla valutazione formativa e lasciare solo a un momento finale di certificatore il “tirare le somme” con la valutazione sommativa.

Gli strumenti digitali offrono molte possibilità per snellire il momento della valutazione sia formativa (con feedback immediati e puntuali) sia della valutazione sommativa, sia altre forme di valutazione come la valutazione diagnostica che raramente ha posto nella nostra Scuola come pure la valutazione fra pari: questionari on-line, domande e risposte “in diretta” con strumenti come il famoso Kahoot, rendono veloce il momento del check iniziale sulle conoscenze della classe e danno il “la” agli approfondimenti.

E le competenze? Gestire attività di compito autentico e di monitoraggio dell’autonomia e responsabilità con cui gli studenti svolgono le attività proposte, può essere una attività più semplice se svolta con gli strumenti digitali.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Allenare le competenze [Strumenti digitali a supporto della valutazione]

Usare il digitale per la valutazione, diagnostica, formativa e sommativa

Il docente digitale è in grado di scegliere e usare strumenti digitali per effettuare valutazioni diagnostiche sia per progettare in modo preciso il percorso didattico a partire dai pre-requisiti degli studenti, sia per un veloce ice-breacker che motiva gli studenti a stare attenti per capire se quanto hanno dichiarato di sapere è giusto o no! Questionari e applicazioni da usare come “risponditori” facilitano il compito come pure l’inserimento di domande all’interno di presentazioni on-line non fanno perdere l’attenzione degli studenti.

E la valutazione formativa? Il docente dovrebbe essere in grado di assegnare compiti digitali che rendono possibile l’annotazione: produzione di testi digitali a cui aggiungere note e commenti; produzione video da video-annotare, compiti consegnati in un ambiente e-learning a cui far seguire un veloce commento fra le righe o all’interno del forum o dello stream….

E infine la valutazione sommativa. La possibilità di automatizzare le consegne e le valutazioni offrono la possibilità di proporre verifiche digitali e gestire le votazioni con grande semplicità e velocità: a pro della valutazione formativa vero strumento di allenamento delle conoscenze/abilità/competenze degli studenti.

Progettare e gestire la valutazione delle competenze digitali degli studenti

Stiamo parlando di Scuola digitale, e la competenza da parte del docente di valutare la competenza digitale dei suoi studenti è un must. Le attività di riflessione su quali siano le competenze digitali insegnano agli studenti cosa davvero devono essere in grado di fare con le tecnologie che hanno nelle mani tutti i giorni; la valutazione delle conoscenze/abilità/competenze digitali degli studenti diventano il primo passo per progettare attività didattiche mirate ad allenare la capacità di Digital Literacy (cercare e usare le informazioni digitali), di Collaborazione e Comunicazione in rete, di Produzione di artefatti digitali, di Agire in sicurezza e sapendo Trovare soluzioni alle criticità che si incontrano nell’uso del digitale. Sono le competenze descritte nel framework DigComp2.1, unico riferimento autorevole oggi per la descrizione delle competenze digitali.

Promuovere e gestire la valutazione fra pari e auto-valutazione

Gli ambienti e gli strumenti digitali offrono una occasione per promuovere attività di valutazione fra pari: il feedback a un testo può essere fornito con note e commenti fatti da un compagno; il commento nel forum e nello stream può essere scritto da un compagno; gli archivi cloud offrono con semplicità la possibilità di creare e-portfoli che possono essere realizzati anche con app specifiche o con la costruzione di blog/siti personali. Il docente sarà in grado di guidare gli studenti a scegliere gli strumenti migliori per realizzare il proprio portfolio e a definire le modalità per un efficace feedback fra pari.

Sarà l’occasione per imparare a interagire in modo costruttivo con comunicazione assertiva e propositiva: gli studenti – sotto la guida del docente – imparano a non “giudicare” ma a guardare con occhio critico le produzioni altrui e proprie prendendo in considerazione di volta in volta diversi criteri e avendo chiaro l’obiettivo del feedback che si sta fornendo che non è premiare o punire, ma crescere.

eSafety: fare didattica in sicurezza

Il Syllabus del Modulo 15 focalizza sulle competenze necessarie per svolgere in sicurezza una didattica “digitale” con strumenti digitali e in contesti di rete. Se andiamo a declinare le competenze descritte nel Syllabus del Modulo, quattro macro-aree:

  • gli aspetti di sicurezza legati alla produzione e fruizione di contenuti digitali,
  • alla gestione degli apparati digitali,
  • alle relazioni interpersonali in ambienti digitali e in ultimo
  • la competenza per essere un attore pro-attivo nella definizione e aggiornamento continuo delle policy per l’uso appropriato del “digitale” nel contesto delle propria realtà scolastica.

Ma a fronte di queste 4 macro-aree di competenza, vogliamo qui dire dell’impianto formativo nei corsi certificati EPICT, impianto progettato con gli esperti della Polizia Postale di Genova e basato sui principi del risk management. I docenti non devono essere solo consapevoli di tutti i pericoli (e i relativi rischi  insiti nella didattica digitale, ma devono essere in grado (e questa è la vera competenza!) di individuare i pericoli correlati al particolare scenario che stanno realizzando in classe. Con la tranquillità che a ogni scenario corrispondono solo particolari e precisi pericoli, il docente potrà definire mirate azioni di prevenzione con la consapevolezza dei rischi da evitare: se usa solo la LIM in classe non dovrà preoccuparsi del phishing! Ultima competenza per chiudere il cerchio: aver chiaro come ripristinare velocemente la situazione didattica nel caso il rischio si verifichi.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT eSafety: fare didattica in sicurezza.

Produrre e fruire in modo sicuro i contenuti digitali

Se lo scenario è quello di una classe con un proiettore o la LIM, il docente dovrà avere la competenza di gestire la presentazione di contenuti dalla rete: non improvviserà cercando all’ultimo momento in rete, ma avrà scelto e archiviato i contenuti da mostrare in modo da non correre il rischio di mostrare alla classe contenuti inappropriati. Il docente avrà competenza e mostrerà il rigore necessario per guidare gli studenti a non essere troppo “faciloni” nel fruire i contenuti: se si vorrà vedere un filmato il docente non seguirà gli studenti che consigliano di andare sui siti per lo streaming! Farà capire con il suo comportamento che i film o sono davvero distribuiti in modo gratuito o… si comprano, non si rubano! Questa competenza gli studenti la porteranno con sé quando gli verrà chiesto di svolgere compiti a casa usando risorse dalla rete: saranno in grado di usare con correttezza le risorse nel rispetto delle licenze d’uso con cui vengono rilasciati i documenti in rete e sapranno anche attribuire licenze d’uso alle proprie produzioni! Nello scenario in cui il docente propone “compiti a casa”, il docente competente calibrerà bene il tempo necessario a svolgere il compito perché se tutti gli insegnanti di una classe danno un compito “digitale” che necessita di qualche ora di lavoro…i ragazzini staranno pomeriggio e notte davanti al computer! è una questione di sicurezza (per la loro salute) anche questa!

Gestire gli apparati

Al docente non è richiesto di diventare un tecnico, ma di avere il linguaggio e le conoscenze che gli permetteranno di chiedere al tecnico di allestire in modo ottimale la classe: accessibilità della rete e del wifi, inibire la possibilità di collegarsi con il proprio dispositivo alla rete della Scuola per introdursi senza le dovute precauzioni di sicurezza.

Il docente sarà in grado di suggerire agli studenti le più semplici regole e procedure per evitare di perdere i propri dati (dal semplice “salva” fatto con ricorrenza mentre si lavora, ai backup su hard disk esterni al computer) o – nel caso si proponga un lavoro in rete – di vedersi trafugare i propri dati (con le opportune azioni anti-phishing). Il docente consiglierà anche le “classiche” procedure di sicurezza per evitare di infettare il computer di casa con malware scaricati da internet, strategie per non sovraccaricare il computer del papà, consumare tutto il credito internet a causa di download incauti.

Intrattenere relazioni sicure in rete

E quando il docente propone di allargare la semplice ricerca in rete con l’uso della posta elettronica per interagire in rete (con i docenti e compagni) oppure quando la proposta (per i più grandi) è quella di creare ambienti per incontrarsi in rete usando ambienti social (dal semplice instant messaging ai social, ai blog,..), ecco che il docente deve avere la competenza di guidare gli studenti a gestire opportunamente il proprio account di posta e poi le relazioni interpersonali: con i propri docenti e compagni evitando la pubblicazione di contenuti potenzialmente diffamanti fonte di guai legali e litigi, evitando comportamenti violenti (cyberbullismo) e sapendo come comportarsi con eventuali estranei che si incontrano in rete. Gli ambienti “scottanti” (sesso, violenza, giochi d’azzardo, suicidio, pro-ana,…) possono incuriosire i ragazzi e i docenti devono avere la competenza di progettare attività che inducono a prendere consapevolezza del pericolo senza alimentare il fascino del proibito…

Partecipare alla definizione di policy per l’uso appropriato del “digitale”

Non tutti i docenti parteciperanno in prima persona alla definizione delle Politiche di Uso Accettabile (il documento cosiddetto PUA) dei dispositivi digitali e della rete a Scuola, ma tutti dovranno dare la loro approvazione quanto questo verrà presentato in Collegio Docenti: tutti devono essere in grado sia partecipare in modo consapevole alla definizione di queste regole, sia essere in grado di diffondere la PUA nelle proprie classi e ai genitori dei propri studenti. Sarà competenza di ogni docente tenersi informato e non lasciarsi sfuggire le novità che in rete e sui giornali vengono diffuse rispetto all’uso sicuro di Internet… senza farsi spaventare ma dialogando con i colleghi per capire bene se si tratta di esagerazioni o bufale e sottoponendo sempre a critica costruttiva tutte le novità.

Riferimento ai Framework Internazionali

Per completare e concludere, mappiamo le competenze descritte nel presente articolo sul Framework DigCompEdu. Le competenze trasversali di innovazione, inclusione, sicurezza, valutazione afferiscono principalmente alle seguenti macro-aree del framework DigCompEdu:

  • Professional Engagement: se si considerano gli aspetti legati al ruolo di innovazione dell’Animatore Digitale e alla definizione delle politiche di uso accettabile dei dispositivi digitali a Scuola
  • Digital Resources, se si considera la creazione di materiali didattici inclusivi e all’uso sicuro delle risorse in rete
  • Teaching & Learning se si considerano gli aspetti di progettazione di lezioni inclusive
  • Assessment se si considerano tutte le competenze legate alla valutazione digitale
  • Empowering Learners, se si considerano gli aspetti dell’inclusione
  • Facilitating Learners’Digital Competence, se si considerano tutte le abilità specifiche che acquisiscono gli studenti realizzando e fruendo programmi software e robot funzionanti e soprattutto gli aspetti legati alla sicurezza e al well-being in rete.

Livello di competenza: livello A1. Riprendiamo quanto già inserito negli articoli delle “tappe” precedenti. Se consideriamo la progressione di competenza suggerita dal Framework DigCompEdu (figura 2), potremmo dire che la lettura di questo articolo sul valore degli aspetti metodologici della scuola digitale può condurre – su questo tema – al livello di consapevolezza (awareness) A1 del framework europeo.

Figura 2 – Livelli di competenza digitale secondo il Framework DigCompEdu

Conclusioni e ringraziamenti

Con quest’ultima tappa si conclude il percorso proposto per tracciare il curricolo digitale per il docente innovatore digitale. Quella proposta seguendo il Syllabus dei Moduli EPICT – disponibile in modo completo nel presente ebook – è il frutto di più di 15 anni di lavoro e passione dei 2000 docenti italiani che hanno conseguito le Certificazioni EPICT come esito dei percorsi universitari erogati dall’Università di Genova e all’interno di corsi organizzati da Enti di formazione e nelle Scuole.

I lavori svolti durante i corsi sono stati la linfa che ha alimentato il confronto fra i membri dell’Associazione EPICT (formatori qualificati per la guida dei colleghi a imparare a usare in modo pedagogico le tecnologie digitali) che si occupano di tenere aggiornato il Syllabus italiano (quello europeo si aggiorna con gli input dei partner del Consorzio europeo): è solo interrogandosi continuamente sulle “buone pratiche di uso pedagogico” di una determinata tecnologia e confrontandosi con la più aggiornata letteratura che si può mantenere vivo uno strumento prezioso come a nostro parere è il Syllabus della Certificazione. E’ ai membri dell’Associazione EPICT e più in generale agli Epictiani che va il ringraziamento di chi scrive.

A presto per chi vorrà conoscerci meglio! Vi lasciamo un indirizzo email per contatti e approfondimenti segreteria@epict.it

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