“Il 50% di una smart city la fa la smart mobility. Ed è per questa ragione che è necessario spingere l’acceleratore sull’emanazione dei decreti attuativi dell’Agenda digitale nei tempi prefissati”. Ne è convinta Rossella Panero, presidente di TTS Italia, associazione che rappresenta un’ottantina di hardware e software house di grandi e medio-piccole dimensioni specializzate nella produzione di soluzioni hi-tech e sistemi IT per il mondo dei trasporti e che vede in campo anche università ed enti locali.
Con l’approvazione del Decreto Sviluppo bis l’Italia ha evitato di essere inserita fra i Paesi “canaglia”. Il 27 febbraio 2012 scadeva il termine per il recepimento, da parte degli Stati membri, della direttiva 40/2010 (emanata dal Parlamento europeo) sulla diffusione degli Its. “Il Decreto Sviluppo ha messo in regola il nostro Paese evitando il richiamo da parte della Commissione Ue come accaduto ad altri Stati in ritardo sulla tabella di marcia”, puntualizza Panero. Ora però bisognerà passare dalle parole ai fatti.
È nell’articolo 8 del Decreto, quello intitolato “Misure per l’innovazione dei sistemi di trasporto”, che sono state fissate nero su bianco le misure da rendere operative al massimo entro 90 giorni (alcune dovranno essere attuate entro 60 giorni). Il comma 2, in particolare, sancisce l’adozione delle regole tecniche necessarie per la realizzazione di sistemi di bigliettazione elettronica interoperabili a livello nazionale. E il comma 3 “promuove” l’utilizzo della bigliettazione elettronica attraverso strumenti di pagamento in mobilità. Al fine di assicurare la massima diffusione dei sistemi di trasporto intelligente il comma 9 fissa in 60 giorni l’emanazione delle direttive con cui vengono stabiliti – si legge testualmente – i requisiti per la diffusione, la progettazione, la realizzazione degli Its.
“Le sfide sono molte – puntualizza il presidente di TTS Italia – e come associazione di settore diamo piena disponibilità a mettere in campo tutte le nostre competenze. E auspichiamo l’istituzione di un tavolo di coordinamento nazionale, che veda in campo i rappresentanti di governo e delle associazioni rappresentative del comparto produttivo, nonché la creazione di un fondo per i sistemi di Its”. TTS Italia da parte sua ha predisposto una proposta di Piano di azione, con le principali associazioni di settore – fra cui Anfia, Assoporti, Asstra, Federtrasporto, Unrae – e, per quanto attiene ai sistemi di pagamento, con Club Italia.
Riguardo specificamente all’istutizione del fondo, Panero puntualizza che “non si chiede di destinare agli Its risorse pubbliche che non ci sono, in particolare in questo momento di crisi, ma di identificare e mettere a fattor comune i fondi già allocati, come ad esempio quelli in capo ai vari ministeri e agli enti locali, ma anche quelli europei”. “L’ideale – aggiunge – sarebbe creare un organismo che gestisca e coordini le iniziative”. Inoltre “è necessario identificare modelli di business innovativi anche attraverso il coinvolgimento di soggetti privati che possano contribuire ai finanziamento dei progetti”. C’è parecchia carne al fuoco, dunque, e il tempo stringe. “Siamo fiduciosi nonostante i tempi stretti: sull’approvazione del Decreto erano stati sollevati parecchi dubbi e invece poi il Parlamento è riuscito a licenziare il documento. Bisogna guardare avanti con ottimismo”, conclude il presidente.