La riflessione

Smart city, l’ecologia con la web democracy

Open Data per accedere alle informazioni, Open Government per partecipare, informati, ai processi deliberativi. E così fondare città future che contemperino le esigenze dell’innovazione con quelle dell’ambiente. Un esempio: il progetto Antropentropia dei comuni italiani

Pubblicato il 21 Gen 2013

Fiorello Cortiana

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L’antropizzazione e la sua relazione con la dimensione naturale ha determinato equilibri e armonie così come predazione di risorse e devastazioni. L’occupazione e il consumo del suolo è una delle chiavi che spiegano queste due alternative contrapposte. Abitazioni, edifici, infrastrutture stradali e ferroviarie, costruzioni con la presenza umana o animale piuttosto che con funzioni dedicate, siano depuratori o impianti fotovoltaici, concorrono a definire armonie in equilibrio o a deturpare e impoverire il territorio. I nodi di uno sviluppo quantitativo illimitato stanno venendo al pettine a fronte di una limitata disponibilità di risorse naturali e di suolo. Il nostro peso risulta così insostenibile e per questo neanche produttivo.

Consideriamo la Lombardia, la regione che ha la responsabilità della direzione verso l’Europa e della definizione di una proposta di qualità nella competizione globale. La Lombardia ha circa 10.000.000 di abitanti che producono il 25% del PIL nazionale, un indicatore significativo anche se contabilizza i costi dell’incidentalità stradale e di costruzioni abusive o inutili come prodotto. Il consumo del suolo tra il 2000 e il 2010 ha visto un calo della superficie utilizzata in agricoltura di oltre il 13%. Negli ultimi dieci anni la superficie agricola totale della Lombardia è crollata del 9,1% contro una media dell’8% a livello nazionale. Così vi è stata una riduzione del 32,2% delle aziende agricole e zootecniche nell’area metropolitana milanese. Si è costruito su un’area grande come metà Milano, nelle province di Lodi, Monza e Brianza il territorio è scomparso al ritmo di 4/5 mila metri quadri al giorno. Ci serve una memoria del territorio. L’ambiente costituisce una componente essenziale di un sistema territoriale qualitativo insieme alla qualità dei servizi-qualità amministrativa-qualità della formazione/ricerca-qualità delle infrastrutture-qualità sociale. Un sistema territoriale capace di attrarre investimenti e produrre sviluppo sostenibile. Per questo occorre essere consapevoli dello stato reale delle cose nel nostro sistema territoriale. “La causa scatenante le forti alluvioni è stata certamente l’elevata intensità di eventi meteorici, ma non può non essere presa in considerazione la leggerezza di alcune scelte territoriali, che si sono rivelate determinanti negli effetti provocati dal dissesto idrogeologico.“ segnalava la Protezione Civile nel 2008. Il dissesto idrogeologico dovuto alla mala gestione di fiumi e versanti e una urbanizzazione irresponsabile genera un permanente stato di calamità. Così le perturbazioni risultano sempre intense e producono dissesto idrogeologico: un circolo poco virtuoso. Non a caso per le Ecomafie la Lombardia primeggia al Nord per reati contro l’ambiente, 1600 ottavo posto nazionale, è la quarta regione per il ciclo illegale dei rifiuti, 340 infrazioni, è la nona regione per il ciclo del cemento e del movimento terra: abusivismo, escavazione illegale dei fiumi, appalti pubblici truccati, sversamenti tossici nelle acque e nel movimento terra. Il ciclo del cemento e movimento terra vede il primato della ‘ndrangheta. Lombardia 2011: 344 reati, 455 persone denunciate e 23 sequestri, nona posizione nella classifica nazionale.

La provincia di Sondrio ha il maggior numero di infrazioni, 113 nel 2011, la provincia di Varese è seconda con 63 reati, la provincia di Bergamo terza con 51. Nell’area che ospiterà l’Expo il Parco Agricolo Sud Milano è una delle aree agricole maggiormente produttive d’Europa, con la regimazione delle acque iniziata dai cistercensi, che nel parco hanno le loro abbazie, il sistema dei Navigli che unisce il Ticino all’Adda attraverso Milano. Qui, in successione, fuori da ogni programmazione logistica e commerciale, il Parco ha conosciuto lo stralcio di migliaia di ettari agricoli, da Vignate, centro di scambio intermodale a pochi km da quello sottoutilizzato di Segrate, a Locate Triulzi, con l’ennesimo outlet, per doppioni inutili e fuori mercato Occorre propone una sfida e una opportunità: Abitare Versus Risiedere.

Un’altro modo di costruire e di abitare è possibile, conveniente e competitivo perché sostenibile e salubre, puntando sul riuso e sull’innovazione tecnologica, di materiali e di forma. A partire dal fotovoltaico sui tetti e non nei campi. Interi quartieri che gestiscono insieme la domanda/offerta per la ristrutturazione degli edifici, l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’acquisto di combustibile, di soluzioni per l’illuminazione ecc. Domotica e smart cities. Gli esempi ci sono, dal Villaggio del Futuro a Bergamo al quartiere Casanova di Bolzano. Occorre uscire dall’episodicità della politica pubblica sia sul piano normativo, che nell’edilizia, che sul piano delle incentivazioni. I cittadini sono una risorsa e le buone pratiche sono da condividere in rete con un cambio di impostazione ed una responsabilità condivisa e diffusa. Le reti dei cittadini come partner per l’esercizio della cittadinanza attiva, la partecipazione informata ai processi di deliberazione delle politiche pubbliche e l’azione diretta e sussidiaria con l’attribuzione ai cittadini di una quota di sovranità certa per l’esercizio della loro partecipazione. Le regioni e i comuni devono aiutare la Cittadinanza Attiva: istituzioni capaci di praticare una politica pubblica per la responsabilità diffusa con le Smart Cities come sistema territoriale qualitativo”.

Ho cominciato a parlare di un piano nazionale per la sicurezza del territorio non appena mi sono insediato. Un piano che duri quello che deve durare ma almeno 15 anni, una priorità, una grande infrastruttura per il nostro paese” ha detto Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente.

Ecco cos’è una Grande opera. Per questo occorre praticare il Principio di Precauzione e istituire le Autorità di distretto, oltre all’Autorità di Bacino del Po esistente, come previsto dalle Direttive UE sulle acque e sul rischio alluvionale, così da riferirsi al bacino idrografico per l’analisi e la pianificazione, per la tutela e manutenzione del Territorio, oltre i confini regionali, occorre ripristinare ed aumentare i finanziamenti per la difesa del suolo altrimenti i costi umani, sociali, economici ed ambientali, dei disastri sono molto più grandi. La progettazione degli interventi di difesa del suolo deve essere interdisciplinare, dalla pianificazione all’idrogeologia, all’ingegneria idraulica all’ecologia, dalle scienze forestali all’agronomia. Rinaturalizzare il territorio, come avviene nei grandi bacini europei (Loria, Reno, Danubio, Drava), quindi: rimboschimenti e sostenibilità delle colture arboree per la ritenzione delle acque in altura e ampliamento delle aree golenali, creazione di zone umide e aree di esondazione naturale in pianura.

Se Green Economy significa mettere in relazione la dimensione economica e sociale con la sostenibilità dentro ai cicli dell’aria, dell’acqua, dell’energia, propri degli ecosistemi e delle loro articolazioni. Ci vogliono politiche pubbliche coerenti sul piano della pianificazione territoriale, su quello normativo e dei controlli. La trasparenza non è solo una delle condizioni che contribuiscono alla produzione della legalità, essa contribuisce principalmente alla definizione di processi capaci di efficacia e di efficienza con minori costi e migliori prestazioni della Pubblica Amministrazione.

Modelli collaborativi basati sulla partecipazione informata e la condivisione delle conoscenze costituiscono la concretizzazione di questo presupposto. Le linee guida per la condivisione e il riutilizzo del patrimonio informativo delle regioni e degli enti locali vanno fondate sull’ accesso ai dati e sul loro riutilizzo. Si riconosce il diritto ai dati perché i dati pubblici sono di tutti e tutti posso utilizzarli come indicato chiaramente dall’Unione Europea con la direttiva sugli Open data. La Regione Piemonte lo ha fatto mettendo a disposizione i dati pubblici in formato digitale e rendendoli accessibili facilmente, le altre regioni devono condividere questa buona pratica. Il riutilizzo dei dati pubblici deve essere sempre possibile e le eccezioni devono essere motivate. Licenze standard, formati standard leggibili automaticamente, dati grezzi, non solo consentono ai cittadini portatori di interessi specifici di accedere alle informazioni, ma contribuiscono a creare un nuovo mercato di applicazioni e servizi (es. applicazioni per smart phone, social network, in ambito ambientale, ecc.) così come lo sviluppo dei mercati esistenti (es. certificazione stato patrimoniale). Open Data per accedere alle informazioni, Open Government per partecipare, informati, ai processi deliberativi consentono di incrementare la trasparenza, l’efficienza ed efficacia degli organismi pubblici. Essi migliorano, con il contributo di domande e osservazioni dei cittadini, la capacità della Regione Lombardia e della PA di contribuire alla creazione di un sistema fecondo per l’economia e la società della conoscenza, fattori che rendono competitivo un sistema territoriale nella competizione globale. In un contesto regionale di trasparenza e partecipazione condivisa, un piano di OpenGovernment risulta di primaria importanza per lo sviluppo delle politiche di pianificazione del territorio.

Cardini dell’OpenGovernment sono tutte le tecnologie abilitanti di tipo Open, come l’Open Source Software, gli Open Format, gli Open Data, gli Open Services su infrastrutture Open Cloud. E’

particolarmente importante realizzare iniziative di partecipazione dei cittadini/associazioni nella formulazione di temi strategici e per suggerire nuovi servizi e nuove tematiche. Così sviluppare una piattaforma fondata su un ambiente collaborativo ed una rete sociale, usufruendo, dove possibile, delle soluzioni già presenti sul mercato capace di:

interpretare e condividere la conoscenza in rete; promuovere iniziative e soggetti : professionisti, società, enti; essere luogo aperto per l’aggregazione e l’erogazione di prodotti e servizi: dalle informazioni, documenti, benchmark misure alle soluzioni , iniziative di consulenza , formazione; favorire la formazione di gruppi di lavoro e comunità di pratica. Una piattaforma partecipativa offre la possibilità di: beneficiare di una comunità in rete in cui condividere relazioni, fonti e archivi di conoscenza, informazioni aggiornate, strumenti ecc.; favorire la circolazione e l’esplorazione di nuove idee e creare un dibattito aperto su problematiche correnti.

E’ importante far emergere e raccogliere in modo strutturato le buone pratiche già presenti per avviare processi virtuosi di diffusione delle stesse. Il Censimento delle buone pratiche è importante non solo per una buona gestione delle risorse pubbliche, ma anche per non essere autoreferenziali.

Il progetto Antropentropia dei Comuni italiani (ACI) costituisce una buona pratica partecipata per sottolineare il livello di antropizzazione nel nostro Paese e verificare lo stato dell’ambiente relativamente a quanto la presenza dell’uomo lo ha degradato o suoi progetti minacciano di farlo. Dato un territorio di superficie S, sia M la superficie morta, quella conteggiata con una fascia di 50 metri da ogni luogo antropizzato, fruito o fruibile. Il fattore antropentropico FA rappresenta il rapporto M/S. Il progetto ACI vuole misurare il FA dei comuni italiani. Gli strumenti utilizzati dal progetto sono legati alla natura informazionale delle regioni: virtuose o meno. Per le prime, disponendo di specifici geodati, è stata messa a punto una procedura di calcolo in ambiente GIS, mediamente articolata ed efficace; per le seconde il progetto si avvale della sola collaborazione degli internauti. Per alcune regioni i dati sono acquisibili a pagamento, per altre non ci sono.

Sono state definite “virtuose” le regioni italiane che dispongono di geodati relativi al proprio territorio utilizzabili efficacemente per lo scopo del progetto ACI;ne consentono l’acquisizione, attraverso i rispettivi Geoportali, e l’utilizzo senza alcun onere.

Le regioni che fino ad ora si sono dimostrate virtuose sono la Lombardia (12 province, 1.544 comuni); il Veneto (7 province, 579 comuni); l’Emilia-Romagna (9 province, 341 comuni); la Provincia autonoma di Trento (217 comuni); la Puglia (6 province, 256 comuni) e la Sardegna (8 province, 374 comuni). Il progetto ACI ha tradotto la definizione di fattore antropentropico FA in una procedura pilota che preveda l’uso di software GIS Open Source, da applicare ai geodati delle suddette regioni, di pubblico dominio e con caratteristiche ritenute idonee allo scopo. Le limitazioni dello studio derivano più dalle caratteristiche dei geodati usati che dalla definizione della procedura, relativamente semplice e basata su definizioni sostanzialmente prive di ambiguità. I geodati utilizzati sono coperture vettoriali (shapefiles, con primitive di tipo poligono e/o

linea) ottenute di solito dall’elaborazione di dati raster telerilevati, caratterizzati da determinate risoluzioni spaziali, spettrali e temporali. La partecipazione dei netizen prevede alcuni semplici passi:

1) Aprire la propria regione in Google Earth cliccando sul suo nome nella pagina dei confini dei comuni del sito. 2) Posizionarsi sul proprio comune (facendo doppio clic l’immagine si centra e si ingrandisce oppure, più semplicemente, digitare il nome del comune nella casella di ricerca in alto a sinistra). 3) Disabilitare tutte le caselle del Database principale nella barra laterale dei livelli; questo serve per non avere scritte, simboli geografici e altro sulla mappa che risulta perciò più pulita.

4) Ridimensionare la mappa (utilizzando il dispositivo di scorrimento che sta fra i pulsanti + e – sulla parte destra della mappa) in modo che il comune ci stia tutto alle massime dimensioni possibili nella schermata. Se la risoluzione è insufficiente, è possibile spezzare il comune in più mappe di lavoro, prendendo punti di riferimento tali da fare in modo che le varie mappe non si sovrappongano. L’informazione deve essere integrata con la propria conoscenza dell’evoluzione del comune e inviata a ufficiostampa@albanesi.it. Il file verrà elaborato con MATLAB e i risultati mostrati nel sito. Questa rilevazione partecipata può divenire una integrazione dei sistemi informativi territoriali dentro ai processi di pianificazione e di VIA.

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