STRATEGIE

Spid e fascicolo sanitario elettronico, ecco il “patto” per il rilancio

Agid spariglia le carta dell’identità digitale. Con la disposizione di settembre prevede l’accesso centralizzato all’Fse accelerando lo switch off delle credenziali regionali. E rafforzando la diffusione dei due strumenti che finora stentano a decollare. Le prospettive che si aprono e gli ostacoli ancora in campo

Pubblicato il 01 Ott 2019

Ornella Fouillouze

Vice Presidente Club TI Milano e coordinatore gruppo sanità

Gianluca Marcellino

Demand Officer, Comune di Milano

spid2

Il tema delle possibili sinergie tra il fascicolo sanitario elettronico e l’identità digitale SPID è di grande attualità perché nel mese di settembre Agid ha emesso la Circolare 3/2019 che avvia l’iter per rendere il FSE, punto di forza della Sanità digitaleconsultabile con SPID da un unico punto di accesso per tutte le Regioni.

Sarà attivo entro fine anno.

Poiché si parla da anni di Fascicolo ma in molte regioni italiane l’introduzione è recente, e in alcune deve ancora avvenire, conviene cominciare riepilogando per sommi capi la questione.

Sanità digitale e Fse, obiettivi e limiti

Il Fascicolo Sanitario Elettronico o FSE è l’insieme dei dati e delle informazioni cliniche che costituiscono la storia sanitaria personale di ogni assistito del Servizio Sanitario Nazionale. Sono raccolti in formato digitale e vi si possono trovare:

  • documenti di tipo sanitario, ad es. referti di visite ed esami
  • documenti di tipo amministrativo, come stato degli appuntamenti, vaccinazioni,
  • ricette e prescrizioni mediche.

A ogni assistito viene preventivamente chiesto il consenso per gestire i suoi dati.

Ad oggi ci sono in Italia più di 12 milioni di fascicoli attivi, ma la consultazione non è molto diffusa. Perché l’FSE è ancora poco popolare?

  • Da un lato perché non c’è. Come tutti sappiamo, la Sanità pubblica fa capo alle Regioni che hanno lavorato all’FSE con priorità diverse. La realizzazione dell’FSE in Italia è stata perciò geograficamente disomogenea. Nel 2015, nell’ambito del “Patto per la Sanità Digitale” è stato deciso il completamento dell’FSE in tutta Italia, ma le implementazioni non sono ad oggi concluse. AGID lo dà operativo in 14 regioni su 20. Per questo motivo, a fronte di italiani che lo hanno a disposizione ormai da molti anni, come i lombardi, gli emiliani o i trentini, vi sono altri italiani che hanno a disposizione solo alcuni servizi o non ne hanno affatto.
  • Dall’altro perché gli FSE andrebbero integrati. L’idea di base del fascicolo era che ogni regione gestisse i dati e l’accesso ai propri residenti, ma la crescente mobilità dei cittadini italiani (spostamenti interni, periodi di vacanza e di lavoro, periodi all’estero) fa sì che si senta sempre più la necessità di integrare i dati sanitari prodotti da una stessa persona, memorizzati in regioni diverse.

Sanità digitale, il ruolo chiave di SPID

I vari fascicoli regionali, che negli ultimi 10 anni hanno visto via via la luce, hanno utilizzato, nel tempo, modalità di accesso al fascicolo diverse: inizialmente solo con CNS e lettori specifici, poi anche con userid, password e OTP. Oggi però tutti gli FSE regionali attivi hanno anche un accesso via SPID.

In parecchi casi l’accesso SPID è gestito anche come preferenziale; nel caso della Lombardia, quando si accede con le credenziali regionali, viene anche proposto di crearsi “al volo” un’utenza SPID, sfruttando il fatto che l’identificazione fatta originariamente da Regione Lombardia è, per alcuni cittadini, di analogo livello a quella necessaria per SPID livello 2 e quindi può esser “convertita” senza la necessità di una nuova identificazione “de visu”.

Poiché tutti gli FSE hanno accesso via SPID, l’utente che avesse fascicoli in più regioni è già in grado di utilizzare quell’unica credenziale per accedere a fascicoli di regioni diverse su cui è “distribuita” la sua storia sanitaria; qual è il passaggio in più?

L’accesso nazionale al Fascicolo sanitario

La novità è un accesso unico tramite SPID al fascicolo sanitario elettronico a livello nazionale. Si tratta di una nuova modalità di accesso interregionale, per la quale non si forniscono credenziali ad hoc ma si utilizzano solo metodi di autenticazione definiti a livello nazionale (art.64 del CAD), ossia SPID, CIE o CNS.

Gli assistiti potranno effettuare un accesso unico attraverso il portale nazionale.

Il sistema nazionale FSE, tramite l’Infrastruttura nazionale per l’interoperabilità (INI) garantirà la continuità di accesso. Se il cittadino cambia Regione, ad esempio, non dovrà cambiare le modalità di accesso ma sarà reindirizzati al proprio FSE. Il portale nazionale rappresenta una novità, poiché diventerà il punto di accesso a livello nazionale verso i vari FSE regionali, superando una frammentazione che ha causato finora disagi e anche duplicazioni o perdita di informazioni.

Ne potranno beneficiare, in particolare, tutti i cittadini che si trasferiscono o che risiedono periodicamente in regioni italiane diverse, o all’estero. In pratica, i fascicoli rimangono regionali (e anche con user experience diverse tra loro) ma ci sarà un livello di integrazione “on top”.

La centralizzazione dell’accesso rappresenterà comunque un’ulteriore spinta:

  • all’utilizzo delle credenziali nazionali, prima tra tutte SPID
  • all’abbandono/superamento delle credenziali regionali specifiche

e quindi, in ultima analisi, rappresenta una passo verso lo switch off delle identità proprietarie delle amministrazioni regionali; un passaggio, quello dello switch off, che è stato analizzato a fondo nell’attività SPID: accelerare lo switch off” del gruppo #ClubTI4SPID, e che gli autori considerano fondamentale per superare il punto di non ritorno nell’adozione di SPID – per raggiungere il passo e scollinare verso la diffusione capillare di questa identità digitale e del suo uso.

Vantaggi della sinergia FSE-SPID

Il Fascicolo Sanitario Elettronico e SPID sono due servizi digitali, di natura diversa, che hanno un elemento in comune: sono ancora alla ricerca di una piena affermazione.

Entrambi sotto monitoraggio da parte di AgID in quanto considerati indicatori del livello di digitalizzazione del Paese, hanno una crescita costante ma non veloce.

L’FSE non si è del tutto affermato neppure nelle regioni in cui è presente da 10 anni e paradossalmente sembra che l’utilizzo sia più intenso nelle regioni in cui è stato introdotto di recente, forse perché qui c’è stata una comunicazione più capillare e pervasiva.

Dal canto suo, SPID, che è partito ad aprile 2016, è penalizzato da un business model non del tutto convincente e subisce una “concorrenza interna” da CIE, che in teoria ha in prospettiva numeri più certi (vedi i risultati dell’attività “SPID: la prospettiva per il cittadino”, la prima del del gruppo #ClubTI4SPID.

Per contro, la crescita delle identità SPID non accenna a rallentare e siamo oramai a più di 4,7 milioni di cittadini che usano attivamente SPID.

La scommessa quindi è che da due “debolezze” nasca un rafforzamento reciproco. L’accesso nazionale valorizza e completa il progetto degli FSE regionali e può potenziare ulteriormente l’impulso di SPID, visto che i fascicoli attivi sono circa 12 milioni.

In ottobre valuteremo prospettive e evidenze di SPID per le imprese in una tavola rotonda tra esperti di identità digitali di estrazione diversa. L’adozione da parte delle imprese, per autenticare i cittadini che usano i loro servizi digitali, può dare a SPID un impulso ancora maggiore. Per saperne di più e per partecipare alle discussioni, iscriviti al nostro gruppo.

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