agenda digitale regionale

Agenda digitale siciliana: “Così la tecnologia sarà leva per il riscatto dell’Isola”

Favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività: questi gli obiettivi dell’Agenda digitale della Regione Siciliana, il secondo programma regionale per dimensione economica a livello europeo. Vediamo strategie e progetti sul tavolo

Pubblicato il 16 Ott 2019

Gaetano Armao

Vicepresidente ed Assessore all’economia della Regione siciliana-Componente del Comitato delle Regioni UE

gaetano armao

La strategia digitale costituisce una grande opportunità per la proiezione della Sicilia, delle sue imprese, delle sue pubbliche amministrazioni, dei suoi cittadini per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile.

L’obiettivo dell’Agenda Digitale della Sicilia è quello di utilizzare in termini ottimali il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.

Cittadinanza digitale asse portante della strategia digitale

Della strategia digitale della Regione Siciliana è asse portante la cittadinanza digitale con l’obiettivo di garantire ai cittadini e alle imprese, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, il diritto di accedere a tutti i dati, i documenti e i servizi di loro interesse in modalità digitale, nonché di garantire la semplificazione nell’accesso ai servizi alla persona, riducendo la necessità dell’accesso fisico agli uffici pubblici, favorendo l’amministrazione aperta ed il riuso dei dati.

Ogni siciliano, ogni impresa che ha sede o opera nella Regione, per essere inclusi ed attivi, dovranno poter conseguire competenze digitali ed utilizzare al meglio infrastrutture materiali ed immateriali realizzate in attuazione di questa Agenda.

In questa prospettiva l’innovazione digitale diviene investimento pubblico che costituisce essenziale riforma strutturale della Regione. Il mercato digitale diviene così strumentale alla costruzione della società digitale mentre la realizza e questa si sviluppa nell’alveo del mercato stesso, divenendo lo strumento essenziale per assicurare uno sviluppo sostenibile, coniugando investimento sulla conoscenza ed inclusione sociale.

La nuova frontiera dei diritti sociali

Vi è, infatti, una nuova frontiera dei diritti sociali nella Knowledge Based Society che diviene opportunità di crescita delle società a sviluppo ritardato e caratterizzate da marginalità territoriale ed economica anche a causa della condizione insulare, come la Sicilia.

“L’insurrezione digitale è stata una mossa istintiva, una brusca torsione mentale.

Reagiva a uno shock, quello del ‘900.

L’intuizione fu quella di evadere da quella civiltà rovinosa infilando una via di fuga che alcuni avevano scoperto nei primi laboratori di computer science” A. Baricco, The Game, Einaudi, 2018.

Colmare il digital divide

Il divario economico-sociale di cui soffre la Sicilia trova un tangibile riscontro anche nel “digital divide” che connota le infrastrutture telematiche e di comunicazione. Tra gli obiettivi dell’Agenda c’è il sostegno all’alfabetizzazione digitale e la diffusione dell’accesso veloce ed economico ai collegamenti telematici e l’interoperabilità, garantendo il diritto fondamentale all’inclusione digitale dei siciliani.

Non si tratta quindi di raccogliere una serie di interventi ed investimenti nel settore ICT, correlati dalla sola ricomprensione nel paradigma dell’agenda digitale, quanto piuttosto di delineare un sistema integrato di misure che, utilizzando sinergicamente le risorse finanziarie e strumentali disponibili oltre che le potenzialità derivanti dalla interconnessione legata alla peculiare posizione geografica (da qui la scelta anche della figura di copertina), costituisca una modalità di innovazione e di perseguimento della strategia digitale della Regione, nel solco degli strumenti programmatori europei e nazionali in materia.

La geografia e la storia hanno fatto della Sicilia una regione unica del Mediterraneo. La particolare dislocazione delle interconnessioni mondiali (dorsali internet) rinnova e trasforma in opportunità questa centralità.

Sarà compito dei siciliani utilizzare al meglio le opportunità che si prospettano razionalizzando e rendendo efficiente l’investimento delle risorse disponibili, ma soprattutto riuscendo a cogliere la sfida di una nuova frontiera di sviluppo e di crescita.

Una trasformazione digitale “con le carte in regola”

La scelta strategica della Regione di puntare sul digitale quale elemento di sviluppo per la Sicilia comincia a dare i primi risultati e proietta l’Isola nella “trasformazione digitale” (digital transformation) con le carte in regola. Ed a questo riguardo l’impegno del Governo regionale si muove nel senso di sostenere l’innovazione digitale collegata alle strategie regionali di specializzazione intelligente.

La “trasformazione digitale” descrive, come noto, i cambiamenti determinati dal crescente utilizzo delle tecnologie digitali in quasi tutti i tipi di attività umane. Tale processo si riferisce alla integrazione delle tecnologie digitali nell’industria e al modo in cui lo sviluppo di tutta una serie di nuove tecnologie, tra cui i megadati (big data), la robotica, i veicoli autonomi, la stampa tridimensionale o stampa 3D, la tecnologia blockchain (a “catena di blocchi“) e l’Internet delle cose (IOT), incide sulla società nel suo complesso.

E questa trasformazione si iscrive nella più ampia strategia europea di rafforzamento dell’innovazione per una crescita resiliente, inclusiva e sostenibile.

Occorre puntare ad accrescere il grado di digitalizzazione dei servizi pubblici, con particolare riferimento alla pubblica amministrazione online (eGovernment) e all’assistenza sanitaria online (eHealth). La modernizzazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici si traducono, infatti, nella maggiore efficienza tanto per la pubblica amministrazione, incrementandone il rendimento, quanto per cittadini ed imprese. Ed in questo senso il vasto settore pubblico europeo può sicuramente svolgere il ruolo di motore dell’innovazione.

Focus sulla banda ultralarga

L’Agenda digitale siciliana approvata lo scorso anno, che si è dovuta riscrivere radicalmente, ha visto nel solo 2018 crescere massicciamente la spesa delle risorse finanziarie rispetto all’anno precedente, di cui 75 milioni stanziati per la banda ultra larga a copertura di 142 comuni siciliani.

Ci sono poi 90 cantieri aperti, e altri 15 hanno concluso i lavori.

Nel 2022, tra infrastrutture di banda larga (30 Mbit/s) e ultra larga (100 Mbit/s), la Sicilia sarà l’area digitalmente più infrastrutturata del Mediteranno, dotata di un Data center di rilievo continentale e del relativo sistema di disaster recovery e di cloud computing, posta al centro di uno straordinario sistema di backbones landing points, connessa ai cavi sottomarini più importanti del sud-Europa.

Per quanto riguarda la realizzazione data center, che sarà allocato nel centro direzionale ex-Asi di Palermo, nella zona industriale di Brancaccio, già acquisito dalla Regione e sul quale è già stata avviata la progettazione, convergono sia le ingenti risorse finanziarie dell’Agenda digitale che quelle del PON legalità d’intesa con il Ministero dell’Interno che ne ha riconosciuto la rilevanza ai fini della cyber security, delle amministrazioni pubbliche italiane e che si intende candidare a Polo strategico nazionale (PSN).

La disponibilità finanziaria ammonta a più di 20 milioni di euro, dei quali ben 7 a valere sul PON Sicurezza (prima struttura con queste caratteristiche in Italia).

Viene così attuata l’Agenda Digitale siciliana ed il Piano della Transizione Digitale 2019, strutturato sul modello del “digital first” (“innanzitutto digitale”) e l’innovazione digitale, accelerando anche in termini di economia digitale.

Proprio sul piano della già ingente dotazione finanziaria dell’Agenda digitale siciliana, il secondo programma regionale per dimensione economica al livello europeo, va ricordato che la Commissione europea, e non si tratta di un caso, ma del riconoscimento al programma in itinere, ha attribuito all’Agenda siciliana un’ulteriore dotazione finanziaria di 55 milioni di euro.

L’intesa con la Regione Liguria

L’intesa rinnovata con la Regione Liguria, siglata tra i Presidenti Musumeci e Toti, consente di proiettare la collaborazione tra le due Regioni e le due società in house (Sicilia digitale S.p.a. e Liguria digitale S.p.a.). Dopo il protocollo d’intesa è infatti ormai imminente la stipula della nuova convenzione che regolerà le molteplici sinergie progettuali ed operative tra le strutture regionali (l’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica e le ricordate società in house)

Questo Piano triennale, di cui la Giunta regionale ha approvato l’annualità 2019, costituisce lo strumento attuativo dell’Agenda e consente di procedere all’acquisizione dei servizi da offrire ai cittadini, imprese ed amministrazioni a compendio di quelli già forniti dai carriers di mercato.

L’Agenda digitale ed il piano assegnano circa 80 milioni per i servizi informatici e le infrastrutture immateriali, di cui 30 sono stanziati per la sanità digitale e 50 per la digitalizzazione dei processi e servizi di e-government, e-culture ed e-justice.

Il digitale occasione di riscatto per la Regione

La Sicilia, occorre riconoscerlo, ha colto solo in minima parte, e purtroppo si tratta di un approdo ormai irrimediabile, le sfide della terza rivoluzione industriale e questa, terminata, com’era prevedibile, la fase del surrettizio reclutamento nelle pubbliche amministrazioni e nelle società pubbliche come succedaneo al lavoro produttivo, presto risoltosi nella degenerazione del precariato, è la causa della grande crisi dell’economia siciliana alla quale si deve la drammatica ripresa dell’emigrazione. Emigrazione che ha profondamente modificato i caratteri rispetto a quella del secondo dopoguerra e che oggi riguarda, come noto, prevalentemente i giovani scolarizzati o laureati.

Se uno straordinario impegno, come richiediamo al Governo statale, non inverte la rotta, la popolazione residente della Sicilia si ridurrà già nel 2030 a 4.852.553 ab. dagli attuali 5.040.488. La composizione per età vedrà diminuire l’incidenza della popolazione 0-14 anni dal 13.9% al 12,6% (-85.536), mentre quella di età 15-64 anni si ridurrà dal 65,3% al 61,5% (-302.350). Gli individui di 65 anni e oltre saranno, invece, il 25,8% della popolazione, a fronte dell’attuale 20,8% (+203.961). L’età media aumenterà a 46,5 anni (oggi 43,7) e l’indice di dipendenza strutturale (IDS, rapporto fra la popolazione non in età di lavoro, 0-14 anni più 65 anni e oltre e quella in età di lavoro, 15-64 anni) passerà dal 53% al 61%. Se, quindi, 8 siciliani in più degli attuali 53 graveranno economicamente, in termini di servizi di welfare (principalmente per anziani) su 100 in età di lavoro, sui quali graverà l’onere di sostenere i maggiori costi, nel 2050 si raggiungerà il picco degli anziani (ben più della metà di quella produttiva) e nel 2065 la popolazione scenderà sotto i 4.000.000.

Tab. 1 – Previsioni demografiche per la Sicilia (scenario mediano)

Fonte: elaborazione su dati Istat; https://www.istat.it/it/archivio/214228

Il digitale può e deve rappresentare una straordinaria occasione di riscatto, un’opportunità per lo sviluppo che, per le dimensioni della nostra Regione, non può essere integralmente affidata alle pur lodevoli performances del turismo o della cultura. Una “mossa del cavallo” che può offrire alle imprese siciliane la possibilità di competere superando i vincoli della condizione di insularità e di distanza dai mercati più ricchi.

L’Agenda digitale siciliana si colloca nel contesto delle misure sulla trasformazione digitale adottate al livello europeo.

In questo senso è importante cogliere le opportunità che promanano dal Programma Europa digitale, proposto dalla Commissione europea nell’ambito della Digital Single Market Strategy.

Tale strategia prevede di investire 9,2 miliardi euro nel periodo 2021-2027 per migliorare la competitività internazionale dell’UE e per sviluppare e rafforzare le capacità digitali strategiche dell’Europa nei settori dell’intelligenza artificiale, della sicurezza informatica, del calcolo ad alte prestazioni e dell’eccellenza digitale.

Priorità alle strategie territoriali

In questo scenario, l’Agenda digitale siciliana assegna priorità alle strategie territoriali per una migliore connettività digitale. Infatti, secondo gli obiettivi fissati in materia di connettività per una società dei gigabit europea, entro il 2025, l’insieme delle famiglie dell’UE dovrà avere accesso ad una connettività di almeno 100 megabit per secondo (Mbit/s).

Inoltre, la connettività gigabit dovrebbe essere disponibile per tutti i principali volani socioeconomici e per tutte le aree urbane, mentre tutti i più importanti assi di trasporto terrestre dovrebbero avere una copertura 5G ininterrotta.

Gli investimenti nelle infrastrutture digitali avanzate ad alta capacità, quali ad esempio le reti 5G proposti dal programma Europa digitale, sono necessari per consentire la diffusione dei servizi e delle tecnologie digitali dappertutto in Europa, mentre la banda larga svolge un ruolo determinante nello sviluppo di servizi digitali innovativi e competitivi, sicché occorre garantire l’interoperabilità delle reti di telecomunicazione, attraverso riequilibrio degli interventi di iniziativa pubblica direttamente sulle aree meno connesse (bianche e grigie) per scongiurare il rischio di ampliare il divario digitale.

Copertura complessiva di banda larga fissa e di banda larga NGA per regione

Il nodo dei competence center

Una questione alla quale occorre infine far riferimento è quella dell’istituzione di un Competence Center in Sicilia.

I competence center sono poli d’eccellenza previsti dalla legge finanziaria per il 2017 (art. 1, c. 115 della legge 11 dicembre 2016, n.232) che li definisce quali “centri di competenza ad alta specializzazione, nella forma del partenariato pubblico-privato, aventi lo scopo di promuovere e realizzare progetti di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e di formazione su tecnologie avanzate, nel quadro degli interventi connessi al Piano nazionale Industria 4.0”.

La circostanza che, soltanto uno dei centri sia allocato in una Regione del Sud e funzionale ad un sistema territoriale meridionale, a fronte di una popolazione corrispondente al 34% di quella italiana, fa emergere una discriminazione che, non solo si riflette sulla corretta distribuzione delle risorse per le infrastrutture, ma che svolge effetti inversi rispetto all’esigenza della perequazione infrastrutturale necessaria ad affrontare il grave divario che ancora divide il Paese e che così rischia di appesantirsi ulteriormente.

Giova evidenziare, al riguardo, che nel Mezzogiorno, come recentemente rilevato dal Governatore della Banca d’Italia nelle ultime Considerazioni finali, esempio emblematico del divario economico Nord-Sud, sia proprio il ritardo tecnologico nel Mezzogiorno e infatti, “la quota del valore aggiunto riferibile all’economia digitale, prossima al 2,5 per cento, è inferiore di oltre tre punti a quella del Centro Nord”.

Va poi segnalato che nessun Centro di eccellenza risulti operativo nelle Isole ed in particolare in Sicilia, a fronte di una popolazione corrispondente all’8,5 di quella italiana. A questo si aggiunga che in Sicilia si registra la presenza di un solo centro (a Catania) dell’articolata rete dei Digital Innovation Hub, di fatto la porta di accesso delle imprese al mondo di Industria 4.0.

Tutto ciò indebolisce gli sforzi per ridurre il divario digitale tra il Nord e il Sud Italia e determina, solo per fare un esempio, il rischio di vanificare gli ingenti investimenti fatti per potenziare l’infrastrutturazione del Sud con la banda larga e ultralarga.

In tal senso la Regione, tramite l’Assessorato all’Economia, ha avanzato espressa richiesta al Ministro dello Sviluppo economico di integrazione di risorse (per 10 milioni di euro), al fine di superare la discriminazione che ha visto assegnare, su 8 centri, un solo centro al Sud e nessuno alle Isole.

L’iniziativa politica ed amministrativa, per una Sicilia moderna ed innovativa, siccome sinteticamente sin qui illustrata, è già avviata ed è nostra intenzione completarla speditamente.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2