È partito ufficialmente con la prima puntata T’interVisco, il nuovo format da cui ricomincio dopo aver raccontato il fallimento della mia Startup con una videofiaba diventata virale.
Nella prima puntata gli ospiti sono Oscar Di Montigny e Valentino Magliaro, ma saranno tanti gli ospiti interessanti in queste interviste sul fallimento e sull’educazione digitale.
Perché T’interVisco
T’interVisco nasce per provare a rispondere sempre meglio alle domande che ogni giorno la vita mi mette di fronte guardando i miei figli e l’attrazione che hanno verso i dispositivi tecnologici.
Qui su Agendadigitale.eu racconto ogni settimana come i miei 3 figli mi mettono alla prova ogni giorno su questi argomenti e i nuovi studi e le nuove ricerche scientifiche che analizzano l’impatto che la tecnologia e i dispositivi digitali hanno sui ragazzi.
Con le interviste l’obiettivo è andare oltre le ricerche e la mia sola esperienza, ma confrontarsi con le esperienze di chi ha utilizzato la tecnologia come un’opportunità positiva per la propria vita ed il proprio lavoro e con esperti che studiano e analizzano il fenomeno da un punto di vista professionale.
Ad esempio, molto interessate ciò che mi ha raccontato sulle emozioni Luca Mazzucchelli, vice presidente dell’ordine degli psicologi e youtuber, o l’importanza del ruolo dei nuovi padri secondo Federico Taddia (autore e presentatore Rai, Radio 24 e Radio Deejay).
Nella prima puntata, che in realtà è una puntata zero molto diversa nel format e nella tecnica dalle altre puntata, mi ha colpito tantissimo come per Oscar Di Montigny il bello e il bene non solo vengono prima del business, ma sono propedeutici al business. Questo cambia molto la prospettiva con cui andiamo al lavoro. Andiamo per fare bene il nostro lavoro ed essere utili agli altri, non solo per fare soldi, per aumentare il nostro status sociale o poter esercitare il nostro potere. Alla fine, è la definizione stessa di padre e madre.
Da Valentino Magliaro invece mi aspettavo che mi colpisse la sua esperienza di lavoro a contatto con Barack Obama e invece lui stesso dice che l’incontro che gli ha cambiato la vita non è stato quello con Obama ma un altro, e lo racconta molto bene nell’intervista.
Il format
Volevo chiarire una cosa: le chiamo interviste per semplicità, ma in realtà non lo sono. Sono delle chiacchierate informali sul tema del fallimento e dell’educazione digitale in cui cerco anche un po’ di giocare e divertirmi coi miei interlocutori.
Ogni puntata avrà 2 ospiti – un personaggio famoso che racconta un’esperienza e un esperto che parla da un punto di vista più professionale e ogni ospite cambierà il pannolino ad un bambolotto sfidandomi, ma poi il suo tempo finirà in una classifica che lo mette in competizione con tutti gli ospiti. Ma poi per ogni ospite ci sarà una sfida o un gioco pensato apposta per raccontare meglio la sua storia o per spiegare meglio un concetto che vogliamo trasmettere.
Insomma, abbiamo voluto raccontare in maniera più leggera dei temi che magari a volte possono risultare un po’ pesanti o fonte di preoccupazione soprattutto per i genitori e gli insegnanti, e nel farlo ci siamo anche divertiti. Quello che mi auguro è che questo divertimento si trasmetta anche alle persone che ci guardano, che allo stesso tempo possono acquisire qualche informazione utile e interessante.