La guida

Dichiarazione IVA precompilata 2021, che cos’è e come funziona

Tutto sulla dichiarazione IVA precompilata 2021, l’iniziativa dell’Agenzia delle entrate la cui fase sperimentale è partita il primo gennaio: l’obiettivo è semplificare le procedure a vantaggio del contribuente

Pubblicato il 14 Gen 2021

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

precompilata Iva 2021

La dichiarazione precompilata IVA 2021 ha iniziato l’attività, in via sperimentale, con le operazioni che sono effettuate a partire dal primo gennaio 2021. Infatti, ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo 127/2015, è disponibile in via sperimentale un programma di assistenza online, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate all’interno dell’area riservata, che utilizzando i dati provenienti dalle fatture elettroniche, dalle operazioni transfrontaliere e dai corrispettivi telematici predisporrà in automatico le bozze dei Registri delle fatture emesse e ricevute (di cui agli art. 23 e 25 del DPR n.633 del 26 ottobre 1972) e le comunicazioni delle liquidazioni periodiche dell’IVA (cd. Lipe) di cui all’art. 21-bis del Decreto legge 78/2010.

Dichiarazione precompilata IVA 2021, che cos’è

In sostanza, si tratta di una dichiarazione precompilata IVA dall’Agenzia delle Entrate, che viene completata grazie ai dati raccolti dall’AE con la fatturazione elettronica, con i corrispettivi telematici e con i dati delle operazioni transfrontaliere che vengono inviate all’AE.

Da sottolineare che per tutte le operazioni IVA 2021 sarà inoltre messa a disposizione anche la bozza della dichiarazione annuale dell’IVA. Quelle fornite dall’Agenzia delle Entrate saranno però bozze e richiederanno ai fini dell’invio la conferma del contribuente, come già avviene per il modello 730 precompilato. Date le molteplici eccezioni e particolarità in campo IVA tali dichiarazioni proposte in automatico saranno difficilmente prive di errori.

La normativa sull’Iva è infatti la più articolata nell’ambito fiscale: un manuale completo, che copra ogni casistica, supera tranquillamente le mille pagine, pertanto è timore diffuso tra gli addetti ai lavori che tale misura, adottata “in un’ottica di semplificazione fiscale”, secondo quanto dichiarato dal Legislatore, non sarà poi così efficace nel semplificare la vita del contribuente, che data la complessità della materia non sarà in grado senza il supporto di un professionista di valutare la correttezza della dichiarazione.

Un passo ulteriore verso la digitalizzazione che potrebbe avere effetti controproducenti in quanto una comunicazione non totalmente chiara nei confronti dei contribuenti potrebbe generare aspettative poi disattese, proprio come accaduto anche con il modello 730 precompilato, dove la sinteticità del messaggio veicolato attraverso i leader politici e le comunicazioni non specializzate, ha indotto i più a pensare che l’accettazione senza l’apporto di modifiche, esonerasse dai controlli sulle dichiarazioni sui redditi.

A chi è rivolta la nuova dichiarazione precompilata IVA 2021

Nonostante il decreto collegato alla legge di bilancio per il 2019 abbia modificato il comma 1 dell’art. 4 del decreto legislativo n. 127 del 5 agosto 2015, pubblicato sulla GU n.190 del 18 agosto 2015 entrata in vigore il 2 settembre dello stesso anno, il recente decreto non ha modificato il comma 2, che indica le categorie di soggetti per i quali sarà prevista la semplificazione. Quest’articolo derubricato “Riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili per specifiche categorie di soggetti” prevede che i soggetti ammessi al regime sono individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, ossia saranno successivamente determinati in dettaglio. Viene inoltre espressamente prevista la possibilità di accedere a tale semplificazione anche per i soggetti non di minori dimensioni che intraprendono attività d’impresa, arte o professione anche se solo per il periodo in cui l’attività è iniziata e per i due successivi.

Alla luce di tale ultima previsione si evince che la misura non riguarderà le grandi società, caratterizzate da una contabilità più complessa, ma le partite Iva e le imprese di minori dimensioni (come commercianti, artigiani, professionisti, imprenditori individuali) che in Italia rappresentano la stragrande maggioranza dei contribuenti.

Cosa fornirà l’Agenzia delle Entrate:

  • Bozza della Lipe: ossia liquidazione Iva periodica (mensile o trimestrale) con determinazione del saldo a debito o a credito per il periodo,
  • Bozze dei registri obbligatori (registro fatture e registro acquisti): compilati a partire dalla Fatture elettroniche emesse e ricevute tramite Sdi
  • Bozza della dichiarazione IVA annuale: la dichiarazione con cui si effettua il calcolo annuo dell’Iva, con la presentazione dei differenti quadri di tutte le fattispecie avute nell’anno, sia per le detrazioni che nelle varie forme di imponibilità (reverse charge, split payment, immediata o differita, Iva per cassa, art 74, …etc)
  • Bozze dei modelli F24 di versamento: il saldo a debito o a credito emergente dalla dichiarazione Iva verrà riportato, in caso di debito in un F24 precompilato.

Precompilata IVA 2021, gli obiettivi

La “rivoluzione” che ha avuto inizio nel 2015 con l’arrivo della dichiarazione precompilata del 730, annunciata già il 31 ottobre del 2014, vuole modificare – migliorando, negli auspici dell’Agenzia, il servizio offerto e il rapporto tra contribuente e fisco in modo da diminuire ex ante i rischi di evasione ed elusione e aumentare il tasso di adempimento spontaneo. Questi profondi mutamenti possono essere visti in attuazione dell’art 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212 del 2000) che sancisce la semplificazione come “principio informatore”, così come affermato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, nel corso dell’audizione di oggi presso la VI commissione Finanze e Tesoro del Senato nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul processo di semplificazione del sistema tributario e del rapporto tra contribuenti e fisco, l’11 giugno 2019.

Il cammino sta proseguendo ed è anche in quest’ottica che sono stati introdotti nuovi obblighi a carico dei contribuenti, prima con l’introduzione della fattura elettronica (2019) e successivamente con l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi (tra 2019 e 2020, il cosiddetto scontrino elettronico), nonché tra gli ultimi provvedimenti le semplificazioni ad esempio del calcolo degli acconti Ires, Irap, Irpef in cui per chi effettua il pagamento in due rate gli importi, saranno pari alla metà dell’importo dovuto mentre per chi lo effettua in un’unica rata il dovuto sarà il totale dell’importo, almeno secondo le dichiarazioni del Ministero e dell’Agenzia.

Le funzionalità operative dei nuovi codici

A partire dal primo gennaio 2021 con il nuovo formato Xml e delle relative specifiche tecniche aggiornate con i nuovi codici e le nuove tipologie di documento per la fatturazione elettronica contenenti maggiori dettagli. Queste novità sono state introdotte semplificare l’attività che l’Agenzia delle Entrate deve porre in essere per la predisposizione della dichiarazione IVA precompilata e dei registri IVA precompilati.

Infatti i nuovi codici permettono di semplificare la gestione delle fatture in caso di reverse charge, fatture di vendita e note di credito.Per quanto riguarda la nuova Fase attiva (vendita) della fatturazione dal primo gennaio 2021 è obbligatoria la fatturazione per il ciclo attivo, mentre quello passivo sarà obbligatorio dal primo gennaio 2022, pertanto le integrazioni ai documenti esteri in caso di integrazione e auto fatturazione sono facoltative per il 2021. Il reverse charge “estero”, che da anni viene fatto in forma cartacea, adesso con le novità introdotte sarà possibile gestire in digitale tutta la fase del reverse charge, grazie all’istituzione dei tre nuovi codici del “tipo documento”, TD17, TD18 e TD19 da usare per il reverse charge relativo ai servizi acquistati da soggetti stranieri, sugli acquisti comunitari, e su acquisti di beni da soggetti stranieri. Grazie a queste novità, infine, sarà possibile eliminare l’Esterometro a partire dal 2022.

Ma le novità riguardano anche il “reverse charge interno” che trova una gestione analoga con l’istituzione del codice tipo documento “TD16” che è usato dal cessionario o committente di una operazione in reverse charge interno per inviare allo SdI il documento che sostituisce l’integrazione della copia cartacea della fattura del fornitore (casistiche rientranti in tale tipologia sono quelle delle attività di servizi di pulizia, subappalti edili, acquisto di rottami…).

Anche i nuovi codici iva, molto più numerosi ed tipi di ritenuta per fattura elettronica, consentiranno di ottenere una gestione più dettagliata delle casistiche IVA che permetteranno di avere una Dichiarazione precompilata IVA più completa. Non va dimenticato che la nuova struttura del formato Xml della fattura elettronica permetterà all’Agenzia delle Entrate di produrre automaticamente i registri IVA, le comunicazioni e la dichiarazione annuale IVA.

Saranno proprio queste novità a costituire un nuovo modello di dialogo con i contribuenti ai quali verranno messi a disposizione i registri e la dichiarazione precompilata che potranno confermare o integrare. Non va dimenticato nel corso del mese successivo a quello di riferimento, a partire dal quinto giorno e fino al quindicesimo, il contribuente potrà:

  • integrare il registro con i dati che non possono essere presenti, come le bollette doganali, le operazioni con l’estero, le fatture per prestazioni sanitarie, e le fatture cartacee,
  • convalidare i registri IVA prodotti e messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, in tempo per la liquidazione periodica dell’IVA.

Conclusione

In definitiva, per verificare se davvero la dichiarazione precompilata Iva 2021 si rivelerà una “semplificazione” per il cittadino, occorrerà attendere la prova dei fatti. Il digitale rappresenta sicuramente un’occasione di semplificazione per le procedure complicatissime del nostro Fisco e si spera un risparmio per le finanze pubbliche. Ad oggi, l’effettivo “ribaltamento” dei vantaggi in termini di semplificazione sul singolo Contribuente è, in gran parte, ancora da vedere.

Con la dichiarazione precompilata IVA, e tutte le novità tecniche ad essa collegate si è avviato un ulteriore processo di condivisione dei dati fiscali che può essere di aiuto ai fini delle attività di controllo ed accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, ma l’attuazione sembra si tradurrà in ulteriori adempimenti a carico di contribuenti e professionisti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati