L’individuazione dell’effettivo tasso di copertura broadband e ultrabroadband in Italia è ancora un’operazione piuttosto complessa, come dimostra la forte discrepanza tra i valori proposti dalle diverse fonti disponibili (cfr. Tab 1).
Ma è operazione necessaria, anche alla luce delle recenti questioni che riguardano possibili ritardi sul piano banda ultra larga nazionale (come da dati Infratel); e come mostrato dalla nuova attenzione rivolta al Governo a questo tema, con il rilancio – in questi giorni – del Cobul (comitato banda ultra larga) con deleghe affidate alla ministra dell’Innovazione Paola Pisano.
Tab. 1. La copertura a banda ultra-larga in Italia (2017-2019) | ||||||||||||||||||||||||||||||||
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Fonte: elaborazione I-Com su dati Commissione europea, MiSE e operatori. |
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Difformità dei dati, le cause
La difformità di dati rilevata dipende in buona sostanza dalle molteplici variabili coinvolte nell’elaborazione, relative sia alle diverse tecnologie di copertura, che talvolta vengono considerate in modi differenti, sia al denominatore con cui viene effettuato il calcolo, che a seconda dei casi è costituito dal numero delle famiglie, dal numero dei civici, dal numero delle unità immobiliari o da sottoinsiemi dei precedenti. A ciò si aggiungono le difficoltà relative all’effettivo censimento e posizionamento degli immobili da raggiungere, che costituisce un valore non sempre affidabile e soggetto ad aggiornamenti una volta che gli operatori scendono sul territorio e verificano l’effettiva ubicazione (o l’esistenza) delle unità immobiliari da coprire.
Il dato del MiSE, che per il 2018 era inferiore al 70%, è calcolato sulla base delle previsioni di copertura degli operatori (recentemente aggiornate al ribasso) rispetto ad un denominatore pari a circa 36,5 milioni di civici. Le statistiche pubblicate dallo Europe’s Digital Progress Report e dal relativo DESI Index, che posizionano il tasso di copertura al 90%, sono calcolate sul numero di famiglie o di “abitazioni familiari”, che ammontano a circa 24,1 milioni di unità immobiliari (occupate da almeno una persona).
All’interno di tale articolato contesto, anche l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha effettuato le proprie elaborazioni, che individuano il tasso di copertura delle unità immobiliari con rete NGA (≥30 Mbps) a quota 80,1% nel mese di giugno 2019. Questo dato è stato elaborato analizzando la copertura fornita dai tre principali operatori di rete fissa e stimandola per il quarto in termini di unità immobiliari (UI) raggiunte da collegamenti ≥30 Mbps. In questo caso il denominatore è costituito dalle unità immobiliari tecniche totali, ossia quelle che gli operatori rilevano effettivamente sul territorio quando vanno ad effettuare le mappature per gli scavi, che ammonta complessivamente a circa 24,4 milioni.
La copertura in fibra delle aree bianche e il piano BUL
Come noto, per favorire la copertura in fibra delle aree bianche (a fallimento di mercato) è stato lanciato nel 2015 il piano BUL, gestito da Infratel tramite il successivo lancio di tre bandi, tutti aggiudicati a Open Fiber, i cui contratti di concessione sono stati sottoscritti tra giugno 2017 e aprile 2019.
A livello di risultati, se da un lato i comuni “terminati” risultano appena 5, dall’altro si osserva come i comuni con i lavori completati (e in attesa di collaudo) siano 310, e che le opere “cantierizzate” abbiano superato quota 1900.
Nel complesso la percentuale di interventi avviati, che a livello nominale si attesta al 28%, ammonta in termini reali al 38% degli interventi effettivamente cantierizzabili, al netto cioè dei 957 comuni previsti nel terzo bando (in Calabria, Puglia e Sardegna, per i quali la convenzione è stata firmata ad aprile), dei 1200 comuni sospesi e dei 600 che non hanno ancora firmato la convezione con Infratel.
Autorizzazioni e finanziamenti, i nodi del piano banda ultra larga nazionale
I lavori sono attualmente in corso in oltre 1600 comuni, mente altri 220 hanno ottenuto i permessi. I restanti comuni risultano messi in lavorazione per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie o sono in attesa per via delle discrepanze nella classificazione (copertura già presente in tutto o in parte) o per la sottoscrizione della convezione con Infratel.
Ai ritardi relativi alle autorizzazioni si affiancano le possibili criticità collegate ai finanziamenti. Poiché il progetto era stato approvato contando sui fondi Fesr e Fears (fondi europei per lo sviluppo regionale e fondi per lo sviluppo agricolo), lo svolgimento dei lavori deve avvenire in conformità con la normativa europea di assegnazione. In breve, se i tempi si prolungano oltre le previsioni, le Regioni non possono rendicontare alla Commissione e perdono l’accesso ai fondi.
Un nodo importante che, per essere risolto, avrà probabilmente bisogno di vedere allo stesso tavolo tutti i soggetti in campo, dal MiSE al nuovo Ministero dell’Innovazione, da Infratel a Open Fiber, fino alle regioni e ai comuni.
A tal proposito, un grande passo avanti è stato fatto con la ricostituzione del CoBul, il Comitato Banda Ultralarga, la cui presidenza è stata assegnata al Ministro dell’Innovazione Paola Pisano. Proprio il Ministro ha affermato che gli obiettivi primari sono il rilancio dei lavori nelle aree bianche, lo sblocco dei fondi per le aree grigie (dove si concentra il maggior numero di imprese, vedi l’approfondimento qui) e i voucher per la connettività di cittadini e PMI.
Un triplice impegno quindi, nel momento in cui si apre la fase 2 del Piano Banda Ultralarga. La creazione di una cabina di regia che possa unificare sotto lo stesso cappello il rafforzamento dell’infrastrutturazione nelle aree bianche e grigie e lo stimolo alla domanda appare quantomai opportuno, in un momento in cui bisogna cominciare a correre.
L’attuale diffusione della banda larga e ultralarga a livello regionale
A livello regionale (fig. 2), secondo le elaborazioni di I-Com, Sicilia e Puglia si confermano le regioni maggiormente connesse, rispettivamente con all’88,8% e all’87,6%, seguite dalle regioni centrali (Lazio, Liguria e Campania), tutte con una copertura superiore all’85%. Tra le regioni con la copertura minore si rilevano Sardegna (64,3%), Abruzzo (63%), Molise (62,4%) e mentre restano fanalini di coda Trentino Alto Adige (58,8%) e Valle d’Aosta (45,5%).
Fig. 2. Copertura regionale in BUL (% UI, 30 giugno 2019)
A livello regionale (fig. 1) Sicilia e Puglia si confermano le regioni maggiormente connesse, rispettivamente con all’88,8% e all’87,6%, seguite dalle regioni centrali (Lazio, Liguria e Campania), tutte con una copertura superiore all’85%. Tra le regioni con la copertura minore si rilevano Sardegna (64,3%), Abruzzo (63%), Molise (62,4%) e mentre restano fanalini di coda Trentino Alto Adige (58,8%) e Valle d’Aosta (45,5%).
Città | Copertura (% UI) | Posizione |
Siracusa | 99,4% | 1 |
Bari | 98,3% | 2 |
Barletta-Andria-Trani | 98,0% | 3 |
Palermo | 97,1% | 4 |
Napoli | 97,1% | 5 |
Prato | 96,7% | 6 |
Caltanissetta | 96,5% | 7 |
Milano | 96,3% | 8 |
Trapani | 96,2% | 9 |
Ragusa | 96,1% | 10 |
Catania | 95,9% | 11 |
Taranto | 94,8% | 12 |
Cagliari | 94,6% | 13 |
Firenze | 93,9% | 14 |
Brindisi | 93,7% | 15 |
Roma | 93,0% | 16 |
Rimini | 91,8% | 17 |
Agrigento | 91,8% | 18 |
Lucca | 91,7% | 19 |
Trieste | 87,2% | 20 |
Tabella 2. Prime 20 province per copertura BUL (% UI con rete NGA, 30 giugno 2019)
La prevalenza di Sicilia e Puglia si conferma anche a livello provinciale, con le due regioni che presentano rispettivamente 5 città classificate tra le prime 10 maggiormente coperte (Tab. 2). La Sicilia annovera al primo posto Siracusa, con una copertura del 99,4%, al quarto Palermo (97,1%), al 7° Caltanissetta (96,5%), al 9° Trapani e al 10° Ragusa (96,1%). Per la Puglia, Bari si posiziona al secondo posto (98,3%) e Barletta-Andria-Trani al terzo (98%).
Tra le grandi città, Napoli si classifica 5ª (97,1%), Milano 8ª (96,3%), Firenze 14ª (93,9%) e Roma 16ª (93%).
Un secondo indicatore relativo alla copertura è dato dal numero di comuni raggiunti dal servizio sul totale di comuni presenti in ogni regione. Tale classificazione, che evidentemente penalizza le regioni con un elevato numero di comuni (quali principalmente Lombardia e Piemonte), è prezioso poiché in grado di fornire indicazioni che vadano oltre la strategia di puntare sulle aree più popolose per ottimizzare il numero unità immobiliari coperte.
I Comuni più connessi
Fig. 3. Comuni coperti da BUL per regione (%, 30 giugno 2019)
L’elaborazione di I-Com, basata sui dati forniti dai tre principali operatori (fig. 3), mostra come la Toscana sia decisamente la regione con il più alto numero di comuni coperti (89%) ed unica a superare la soglia dell’80%. Poco sotto questa soglia si posizionano Sicilia (78,5%), Calabria (73,8%) e Veneto (71,9%), mentre presentano una percentuale di comuni connessi tra il 60% e il 70% l’Emilia Romagna (67,1%), la Campania (66,7%) e la Puglia (64,3%). Complessivamente, il numero di comuni italiani raggiunti ammonta a circa 4.000 unità, pari al 50,7% del totale dei comuni italiani. In Valle d’Aosta (12,1%), Abruzzo (19,9%), Piemonte (21,5%) e Sardegna (27,9%) oltre il 70% dei comuni non è ancora raggiunto da connettività a 30 Mbps.
Osservando il breakdown per classi di connessione (almeno 2 Mbps, almeno 30 Mbps e almeno 200 Mbps, fig. 4), la buona notizia è che la copertura ad almeno 2 Mbps è prossima al 100% delle unità immobiliari in ben 17 le regioni. Allo stesso tempo, però, si osserva come Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige facciano ancora affidamento in gran parte su connessioni sotto i 30 Mbps (rispettivamente nel 54,5% e nel 41,1% delle UI).
Fig. 4. Copertura regionale in banda larga e ultra-larga, breakdown per classi di velocità (% di UI, 30 giugno 2019)
Le regioni con le connessioni più performanti
Per quanto concerne le connessioni più performanti (in verde), costituite da collegamenti Fttb e Ftth, le tre regioni più coperte risultano tutte al nord: Liguria (31,2%), Piemonte (29,0%) e Lombardia (28,8%). La media italiana è del 18,7%, con meno di una abitazione su 5 attualmente raggiunta. Sopra questa media, con un valore compreso tra il 20% e il 25% delle Ui coperte si posizionano Campania (24,7%) Sardegna (23,9%), Umbria (23,7%), Lazio (22,4%) ed Emilia Romagna (20,3%). Risultano invece sotto la media italiana Sicilia (18,2%), Friuli Venezia Giulia (11,4%), Veneto (11,2%), Puglia (10,4%) e Toscana (10,4%) tutte con una copertura tra il 10% e il 20%, mentre le altre regioni mostrano quote ancora piuttosto marginali, in particolare il Molise (appena il 3%) e la Valle d’Aosta, che non risulta ancora avere connessioni ≥200 Mbps.
Fig. 5. Copertura regionale con velocità ≥ 200 Mbps e fino a 1 Gbps (% comuni, 30 giugno 2019)
A livello provinciale, in termini di unità immobiliari raggiunte, quella maggiormente coperta con connessioni ≥200 Mbps risulta la città metropolitana di Cagliari (68,5%), seguita da Milano (67,9%) e Palermo (65,1%). Sopra la soglia del 50% delle unità immobiliari coperte risultano anche Genova (56,8%) e Bologna (50,1%). Tra le altre grandi città Torino appare coperta al 47,7%, Napoli al 36,6%, Bari al 31,4%, Roma al 30,1% e Venezia al 28,6%.
Tabella 3. Prime 20 province per copertura ≥ 200 Mbps (% UI, 30 giugno 2019)
Città | Copertura > 200 Mbps % UI | Posizione |
Cagliari | 68,5% | 1 |
Milano | 67,9% | 2 |
Palermo | 65,1% | 3 |
Genova | 56,8% | 4 |
Bologna | 50,1% | 5 |
Trieste | 49,2% | 6 |
Torino | 47,7% | 7 |
Catania | 43,4% | 8 |
Pescara | 40,6% | 9 |
Prato | 36,6% | 10 |
Napoli | 36,6% | 11 |
Bari | 31,4% | 12 |
Matera | 30,6% | 13 |
Parma | 30,6% | 14 |
Roma | 30,1% | 15 |
Terni | 29,0% | 16 |
Venezia | 28,6% | 17 |
Grosseto | 28,1% | 18 |
Ferrara | 26,6% | 19 |
Siracusa | 25,6% | 20 |