Quest’anno l’Osservatorio Agenda Digitale, che anche Club TI Milano patrocina, si è chiesto: la “macchina” identità digitale pubblica è pronta a correre? Ha risposto sostanzialmente di sì: la macchina sta accelerando, ha coperto tappe importanti e si attrezza per correre di più. Ha rilevato analiticamente che in questi anni l’intera pubblica amministrazione ha speso pochissimi milioni di euro per adottare SPID, e ha ribadito che per accelerare l’intera agenda è essenziale arrivare allo switch-off di servizi costosi e superati, come già chiedevamo da tempo per SPID.
Il modello SPID per le imprese è a nostro avviso chiave portante della svolta 2020 a venire.
Due sorprese su SPID per le imprese
Il 17 dicembre il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano ha presentato il piano nazionale dell’innovazione a lungo termine – “2025”.
Al di là del taglio dinamico ed empatico, piacevole e inconsueto per un evento di questa importanza, e delle valutazioni già espresse da molti autorevoli commentatori anche su queste colonne, il piano contiene spunti chiave per il futuro di SPID per le imprese:
- La priorità: tra le 20 azioni previste in tutto dal piano, tra le 5 presentate quel giorno, “identità digitale” è stata la prima
- La pervasività: Guido Scorza ha descritto un’identità unica dallo home banking all’ecommerce alla PA, gestita dallo stato, gratuita e semplice per ogni cittadino. è un obiettivo ambizioso, del quale vorremo e dovremo capire meglio il modello di governo, quello di gestione dei rischi e quello economico
- La continuità: se lo stralcio degli emendamenti dalla legge di bilancio lascia ancora da definire come e quando il nuovo modello partirà; se l’avvio di questo modello nuovo sarà comunque complesso anche quando partirà, richiedendo un cambiamento di leggi e poi di regolamenti profondo, è chiaro oggi che SPID è punto di partenza e componente essenziale della nuova identità digitale sovrana unica (“reloaded”), si coordinerà con CIE, e sarà gestita da una rete di soggetti pubblici e privati.
Il rischio che si riparta da zero buttando anni di esperienza e un patrimonio di competenze, processi e strumenti sviluppati grazie al modello attuale (basato su Identity Provider privati che gestiscono il servizio per conto di un regolatore che li norma) sembra più lontano che mai.
Resta il rischio che la transizione si blocchi a metà; pensate ad esempio a un drastico cambio di priorità tra l’approvazione della legge e quella dei regolamenti attuativi. Per questo è vitale la continuità rispetto al modello attuale!
Per le imprese, che hanno bisogno di uno scenario di riferimento per programmare l’adozione di questa identità, avere un indirizzo chiaro a lungo termine e una scelta di continuità aiuta a fare quello che da mesi raccomandiamo: adottare SPID già da subito, per coglierne i benefici immediati in termini di processi innovativi e integrati, e via via quelli che arriveranno dall’attuazione del nuovo percorso di evoluzione definito nel piano.
Un esempio concreto di questa impostazione e dei benefici che offre a cittadini e imprese viene da Infocert, una grande organizzazione leader nell’erogazione di servizi fiduciari digitali.
Tecnicamente, oggi Infocert offre ad ogni cittadino e ad ogni impresa anche tramite SPID la possibilità di ottenere in maniera semplice una firma elettronica qualificata, quella legalmente più robusta con la quale si può comprare online persino una casa. Si tratta di un servizio che alcuni prestatori di servizi fiduciari qualificati offrono già alle aziende tramite le proprie firme digitali, e che noi cittadini usiamo, ad esempio per aprire online un conto corrente o stipulare un contratto.
La novità vera è che da oggi uno di questi prestatori di servizi fiduciari, uno dei principali proprio nell’ambito dei servizi di onboarding che permettono alle imprese di far sottoscrivere contratti online ai propri clienti, decide finalmente di aprirsi a SPID, per offrire alle aziende sue clienti la possibilità di semplificare a loro volta l’interazione con i cittadini clienti loro. Ci sembra una iniezione di fiducia (e di ricavi!) preziosa nell’ecosistema di SPID da sempre privo di ricavi simili, tanto più notevole in quanto Infocert accetta così di compensare tutti gli altri Identity Provider SPID per l’autenticazione delle identità dei cittadini che hanno un profilo SPID gestito da questi altri IdP, numericamente molto maggiori di quelli che hanno un profilo gestito da Infocert stessa.
La prospettiva di un nuovo modello economico e di governo dell’identità digitale
Sembra quindi che stiamo superando la discontinuità e la confusione degli ultimi mesi:
- diversi protagonisti pubblici e privati compiono azioni concrete per attivare il modello economico attuale e iniettare risorse economiche nell’ecosistema
- l’indirizzo del governo sul tema delle identità digitali è molto più chiaro di quanto fosse a maggio, quando chiedemmo di esplicitarlo per permettere alle imprese di decidere di adottare SPID
- questo nuovo indirizzo, pur complesso da realizzare e con caratteristiche ancora da chiarire, conferma il ruolo dello SPID attuale come pietra angolare dell’identità digitale futura, e quindi l’opportunità per le imprese di sperimentare già subito l’adozione della futura identità digitale unica, a partire da SPID.
Sembra il momento buono per rilanciare, con i nuovi interlocutori pubblici e gli attuali privati, altre delle nostre richieste precedenti che aiutino ancor più concretamente le imprese ad abbracciare questo strumento importante di innovazione e trasformazione digitale.
Come gruppo di lavoro #ClubTI4SPID lo stiamo facendo, e auguriamo a noi stessi e a chi ci legge un ottimo inizio d’anno nel quale potere annunciare nuovi risultati nell’adozione di SPID da parte delle imprese.
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