DOMANDA
Le scrivo come incaricato di una cooperativa che eroga la connessione a internet prevalentemente a privati. A inizio anno fatturiamo anticipatamente a ogni socio l’importo totale corrispondente all’intero abbonamento annuale anche se i soci hanno la possibilità nel corso dell’anno di pagare in più soluzioni con scadenze bimestrali o semestrali. Il mio quesito riguarda come bisogna comportarsi se per errore il cliente versa un importo superiore a quello pattuito. La domanda sorge perché ci sono dei soci che hanno pagato più del dovuto per l’anno scorso e di conseguenza ora si ritrovano un credito per l’anno in corso.
Mi chiedo se non andava emessa una fattura di acconto quando è avvenuto il pagamento in eccesso e se bisogna emetterne ora una a saldo per l’abbonamento del nuovo anno, scomputando i soldi già versati l’anno prima? Se così fosse non è stato fatto, quindi come posso regolarizzare le cose da un punto di vista fiscale per non far sembrare che abbia fatto meno fatture?
Mario Bonanno
RISPOSTA
La questione da lei posta richiede il preventivo inquadramento della causale da attribuire alle somme versate dai clienti in eccesso rispetto al corrispettivo dovuto. Se il cliente avesse effettuato un pagamento per errore, Lei dovrebbe restituirlo o, in subordine, informarlo e, dato per scontato il suo diritto al rimborso, chiedergli come effettuarlo, magari facendo presente che in assenza di risposta entro un predetto termine Lei considererà il silenzio come espressione tacita di volontà di considerarlo un acconto su prestazioni future. Allo spirare del termine fissato (o alla data in cui riceverà conferma di conversione del credito in acconto) sorgerà l’obbligo di emettere la fattura.
Questa potrebbe essere la condotta a regime. Per il passato, l’individuazione del corretto trattamento ai fini fiscali non è agevole e presenta molteplici aspetti. Uno fra tutti potrebbe portare a ritenere che la natura delle somme pagate in eccesso debba essere esaminata in relazione al momento in cui avviene rinnovo del contratto: ossia, le somme pagate in eccesso rappresentano una mera anticipazione di danaro senza causa, ma diventano acconto alla data in cui si è realizzato, in maniera tacita o espressa, il rinnovo del contratto.
È anche opportuno verificare la qualificazione attribuita dai clienti alle predette somme, perchè se le avessero considerate acconti (quindi da fatturare) avrebbero dovuto emettere – nel caso di vostra inerzia – autofattura ai sensi dell’articolo 6, comma 8, decreto legislativo 471/1997, qualora siano passati più di quattro mesi dalla data del pagamento.
Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu
Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome