L’occasione era ghiotta. La prima presentazione in Europa, dopo il lancio da parte del Commissario Oettinger ad Hannover, da parte del direttore della DG Connect Roberto Viola, avvenuta mercoledì scorso a Milano al Politecnico. Ed effettivamente quella della sfida di cambiare l’Italia è l’Europa con il piano della trasformazione digitale é la madre di tutte le sfide per imprese, PA, Universita e centri di ricerca.
“Abbiamo perso la prima sfida digitale, quella dell infrastruttura, ma possiamo vincere questa: il 25 maggio annunceremo il nuovo regolamento UE per un digitale senza più barriere e confini, che sarà operativo da metà 2017”, ha detto Viola.
50 miliardi di € sono previsti per la digital industry europea che è sfida del sapere, dell’alta tecnologia e dei dati. “Ogni anno – ha proseguito Viola – l’Europa perde 600 miliardi di € se l’industria Ue non viene digitalizzata”.
Il finale tutto dedicato al super calcolatore, le fabbriche del futuro. E su questo si é inserito Francesco Profumo che si é fatto promotore, partendo dal Politecnico di Torino della rete del supercomputer europeo, per rispondere allo strapotere in questo campo di Stati Uniti e Cina. Noi Europa potremmo essere per potenza diffusa tra i primi tre.
Poi Profumo ha ben sintetizzato su cosa si basa la nuova strategia Ue avviata a metà del 2015 ed ora in attuazione: supercomputer (il ferro); connettività (la banda larga); lo storage, la struttura in cloud, le applicazioni (dall’industria manifatturiera alla PA).
Ma la parte interessante avevo avuto modo di percepirla al mattino ospite di Giovanni Miragliotta dell’Osservatorio Smart Manifacturing per il Keynote dell’ultima sessione di questo ciclo di lavoro. Qui sono stati anticipati in anteprima i risultati della ricerca svolta dall’Osservatorio e che sarà presentata il prossimo 21 giugno al Politecnico di Milano. Una ricerca che è forse l’unico vero rapporto italiano sulla Fabbrica 4.0 e della quale anticiperò soltanto che un terzo delle aziende italane ancora non sa cos’è Fabbrica 4.0 e solo un 13% ha già implementato delle soluzioni in linea con i concetti della Fabbrica 4.0. Ci sono anche altre sorprese nella ricerca che sicuramente ci aiuteranno a capire meglio il fenomeno in corso.
Ma voglio concludere con il discorso che ha animato il dibattito finale, ovvero come guidare l’evoluzione delle nostre PMI. Infatti credo che la grande sfida che abbiamo di fronte sia quella di trovare, tutti assieme, una via italiana alla Fabbrica 4.0, fatta di cyber physical, flessibilità, con l’uomo al centro. Non dimentichiamoci che il 98% delle imprese italiane è fatto di PMI, quindi il primo sforzo di associazioni, governo, imprenditori va indirizzato verso il vero tessuto connettivo dell’impresa italiana.