DOMANDA
Avrei necessità del suo parere su un doppio codice Ateco di un’azienda artigiana con un dipendente. L’impresa risulta iscritta alla Camera di commercio di Verona dal 1978 con codice Ateco 16.29.1, ma quando il professionista fa la dichiarazione IVA ne indica un altro: 31.09.10. Preciso che l’artigiano non costruisce mobili ma prodotti vari in legno (fioriere, cornici, ante, strutture per vetrine). Non capisco il perché di questi due codici e come risolvere il problema. Inoltre faccio presente che l’IVA addebitata sulle fatture per l’energia elettrica è pari al 10%.
La contabilità è semplificata per cassa metodo opzione comma 5. Il fatturato è attorno ai 200.000 euro annui, versa l’IVA mensilmente. Ho provato in più di una occasione a rivolgere questa domanda al professionista ma non ho mai avuto risposta.
Antonia Franzoni
RISPOSTA
L’indicazione dei codici dell’attività presso il registro delle imprese ha scopo anagrafico-statistico, mentre l’indicazione del codice attività in dichiarazione dei redditi ha conseguenze per le attività di accertamento e controllo dell’Agenzia delle Entrate (si pensi per esempio agli ISA). Il codice Ateco 31.09.10 è censito come “ fabbricazione di mobili per stanze da letto, soggiorni eccetera”, probabilmente non è il codice più appropriato all’attività svolta (vedrei meglio il 31.09.90 – fabbricazione di altri mobili (inclusi quelli per arredo esterno) oppure altri, sempre nello stesso gruppo. Il gruppo 16 è riferito alle Industrie, quindi penso che non sia adatto ad una impresa artigiana.
Il problema – onestamente di non rilevante entità – si risolve modificando il codice attività che non ritenete corretto, con una semplice variazione, o al registro Imprese o all’Agenzia delle Entrate, a seconda della valutazione che andrete ad effettuare.
Per quanto riguarda la questione dell’IVA sull’utenza di energia elettrica, probabilmente l’aliquota del 10% è stata applicata perché la utenza è considerata domestica; probabilmente avete ereditato un contratto vecchio che il titolare non ha voluto modificare per evitare oneri aggiuntivi. Anche per questo aspetto il problema è di facile soluzione, se il titolare dell’impresa è disposto a modificare il contratto relativo alla utenza.
Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu
Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome