satira digitale

Decameron 2020: una tragedia in sei fasi

Pubblicato il 07 Ott 2020

Nicola Casagli

università di Firenze

boccaccio

Fase 1 – Il lockdown

E fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lentissima connessione internet si misono dinnanzi allo computer, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando.

Dioneo si collegò con Microsoft Team

Fiammetta con Google Hangouts

Filostrato con gSuite Meet

Filomena con Cisco Webex

Lauretta con Lifesize

Panfilo con Skype

Neifile con Zoom

Elissa con Whatsapp

Emilia con FaceTime

Pampinea con Gotomeeting

Dopo innumerevoli e vani tentativi di comunicare fra loro, i giovani persero la pazienza e, invece di scrivere il Decameron, si misero a guardare ognuno una serie su Netflix.

Fase 2 – La continuazione del lockdown

E fu questa pestilenza di sempre maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo si misero per un giardino, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando.

Dioneo andò a fare la spesa.

Fiammetta portò un po’ a spasso il cane.

Filostrato si recò alla posta.

Filomena andò a comprare le sigarette dal tabaccaio.

Lauretta fece una passeggiata col bambino.

Panfilo s’incamminò verso la farmacia.

Neifile andò a fare shopping nel negozio di abbigliamento per neonati.

Elissa si recò in libreria.

Emilia si diresse in banca.

Pampinea si avviò verso la cartoleria.

Non scrissero mai il Decameron perché, durante il lockdown, erano sempre a giro.

Fase 3 – Il rilancio

E fu questa pestilenza di minor forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo costituirono una lieta task force, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente novellando del decreto legge per lo rilancio del paese.

Dioneo voleva imporre un prezzo politico alle mascherine.

Fiammetta difendeva il libero mercato e il diritto alla speculazione dei broker internazionali.

Filostrato cercava di imporre un’app per il tracciamento dei contagi.

Filomena si appellava al diritto alla privacy e propugnava l’uso dell’app su base volontaria.

Lauretta voleva ricorrere al MES.

Panfilo preferiva attendere i Recovery Bonds del Sacro Romano Impero.

Neifile propose di regolarizzare i migranti.

Elissa voleva rispedirli tutti nell’Impero ottomano.

Emilia pensò bene di scarcerare i mafiosi e i pericolosi delinquenti.

Pampinea intendeva inasprire le misure del 41bis sul carcere duro.

Non scrissero il Decameron, e nemmeno il decreto, perché erano troppo impegnati a litigare fra loro.

Fase 4 – Il ritorno alla normalità

E colla bella stagione fu questa pestilenza di minor forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia lo fuoco sempre più debole alle cose secche o unte quando gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo sortirono dallo giardino, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando dello ritorno alla normalità.

Dioneo sosteneva che il virus clinicamente non esisteva più.

Fiammetta calcolava che con Rt pari a 0,5 per infettarsi occorreva il contemporaneo contatto con due appestati.

Filostrato voleva costruire il ponte sullo Stretto di Messina.

Filomena andava alle manifestazioni di piazza contro il governo con la mascherina tricolore.

Lauretta si assembrava tutte le sere sui lungarni per l’aperitivo.

Panfilo preferiva andare in spiaggia negli stabilimenti balneari.

Neifile se ne andò in vacanza con il bonus del governo finanziato con gli aiuti europei.

Elissa visitava tutti i musei perché era decisamente convinta che la cultura fosse più forte del virus.

Emilia confidava ciecamente nella protezione dell’app Immuni.

Pampinea intendeva concentrarsi sul brand Italia nel mondo perché era convinta che in tutti questi mesi la bellezza dell’Italia non fosse mai andata in quarantena.

Non scrissero mai il Decameron perché avevano una gran fretta di ricominciare a fare cose inutili.

Fase 5 – Le ferie estive

E colla stagione estiva fu questa pestilenza di sempre minor forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia lo debolissimo fuoco alle cose secche o unte quando gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo lasciarono lo loro giardino, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando degli effetti benefici dello caldo sullo morbo.

Dioneo si recò in vacanza a Mykonos.

Fiammetta a Formentera.

Filostrato fece un giro in Croazia.

Filomena andava tutte le sere in discoteca.

Lauretta partecipava alla movida.

Panfilo non mancava un aperitivo.

Neifile voleva costruire un tunnel sotto lo Stretto di Messina.

Elissa cantava intorno ai falò sulla spiaggia.

Emilia frequentava gli stabilimenti balneari.

Pampinea pretendeva le vaccinazioni obbligatorie anche se non c’era nessun vaccino.

Non scrissero mai il Decameron perché avevano una gran fretta di andare in ferie.

Fase 6 – La riapertura delle scuole

E colla fine delle ferie questa pestilenza riprese sempre maggior vigore per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia lo fuoco sempre più forte alle cose secche o unte quando gli sono avvicinate.

Licenziata adunque dallo nuovo DPCM la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo escirono dalle loro magioni, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando, recandosi con gaiezza a scuola.

Dioneo vi andò in autobus.

Fiammetta col treno regionale dei pendolari.

Filostrato si accomodò nei banchi con le ruote facendo su e giù per la classe.

Filomena dopo cinque ore di lezione si abbassò la mascherina.

Lauretta dovette andare in bagno.

Panfilo si assembrò coi compagni nell’ora di ricreazione.

Neifile raccontava entusiasta delle sue vacanze in Costa Smeralda.

Elissa chiuse le finestre perché aveva mal di gola.

Emilia cantava spensierata nell’ora di musica e sudava felice in palestra in quella di ginnastica.

Pampinea studiava attentamente i protocolli anticontagio e pretendeva di conoscere i risultati del test sierologico di tutto il corpo docente della scuola.

Non scrissero mai il Decameron perché dovevano fare i test INVALSI.

L’epilogo

E fu così che s’infettarono tutti e che l’epidemia durò ancora per molti lunghi anni finché l’Italia non fu definitivamente invasa dai Lanzichenecchi che importarono una nuova terribile pestilenza.

NICOLA CASAGLI FLORENT. SCRIPSIT MMXX

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