La Bce (Banca centrale europea) può essere in grado di emettere moneta digitale, euro senza controparte fisica quindi, entro due anni. Lo scrive un rapporto di ottobre della stessa Bce, che per la prima volta prende in considerazione ufficialmente quest’ipotesi, pur senza prendere ancora una decisione.
I motivi dichiarati dalla Bce, a vantaggio di un “euro digitale”, sono numerosi:
- sostenere la spinta dell’Europa verso l’innovazione,
- contribuire alla sua sovranità finanziaria,
- rafforzare il ruolo internazionale dell’euro;
- preservare il bene pubblico che l’euro rappresenta per i cittadini contro i rischi finanziari e regolamentari che arrivano dalla diffusione di monete digitale emesse da Banche centrali estere e privati (come Libra di Facebook).
Ecco perché la Bce prende in considerazione l’euro digitale
In passato, pur riconoscendo i vantaggi per risparmiatori e consumatori, si temeva che un accesso indiscriminato al contante digitale portasse i risparmi verso la banca centrale a discapito della banche tradizionali, danneggiando la raccolta ed i meccanismi di trasmissione della politica monetaria.
Lo scenario oggi è cambiato per due novità.
- Anzitutto l’intenzione di Facebook di promuovere Libra come moneta privata, mettendo di fatto in discussione la sovranità della moneta: alcuni secoli fa abbiamo separato la Shiesa dallo Stato e abbandonato il “cuius regio eius religio”, oggi ci accingiamo ad un passaggio politico e culturale altrettanto drammatico e cruciale che porterà se non alla separazione tra moneta e Stato, almeno alla realizzazione del sogno di Hayek, premio nobel per l’economia, di monete private che fanno concorrenza a monete statali.
- L’altra novità è il tentativo cinese di rafforzare lo Yuan come moneta di riferimento internazionale rendendolo disponibile come contante digitale. L’Europa, dal dopoguerra compiacente di fronte al ruolo del Dollaro come bene rifugio internazionale (ruolo su cui si regge la sostenibiità del debito pubblico e privato statunitense), teme di vedere l’Euro stritolato dalla competizione Dollaro/Yuan.
Ecco spiegata, quindi, l’inversione di atteggiamento di fronte al contante digitale, oggi auspicato come necessario per un sistema dei pagamenti moderno ed efficiente. In realtà è difficile immaginare che una spinta formalmente innovativa, ma sostanzialmente conservatrice, possa trovare in Europa la lucidità culturale e politica per portare a termine un tale progetto in maniera pragmaticamente efficace.
In ogni caso, pur consapevoli dei rischi sistemici di questi scenari, è una buona notizia che la concorrenza di mercato di Facebook rilanci scenari evolutivi nella storia della moneta e che la concorrenza tra stati oggi si esprima a livello finanziario e commerciale e non in trincea o con armi di distruzioni di massa.