L’obbligo di Pec per automobilisti potrebbe essere lo scenario del prossimo futuro: alla Camera dei deputati infatti, mentre si stanno valutando possibili modifiche al Codice della strada, il CNEL – Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, ha avanzato tale proposta. L’obiettivo è quello di digitalizzare la procedura di notifica, riducendo il rischio di mancata consegna degli atti con conseguenti ritardi, ma anche di ridurre i costi relativi alle raccomandate. Intanto, va chiarito che è già reale il recapito delle multe via Pec per imprese e professionisti. Vediamo la situazione.
Normativa in fieri
Esistono al momento due proposte di riforma del CdS:
- Una serie di distinte proposte di legge di modifica del CdS il cui esame è stato avviato il 19 dicembre 2018 e che nel corso del 2019 ha visto avviarsi il proprio iter di audizioni culminato nella predisposizione di un testo unificato trasmesso alle commissioni competenti. Il testo, in tema di PEC, si limita a prevedere:
- l’obbligo (e non più la facoltà come oggi) di notificare via PEC i verbali di violazione nel caso in cui sia disponibile la PEC del proprietario o di altro obbligato in solido;
- l’esonero dall’obbligo di comunicare il conducente responsabile della violazione nel caso in cui la notifica sia avvenuta via PEC e il conducente responsabile sia il proprietario stesso, nel qual caso la decurtazione è automatica (in sostanza, SE non comunico il conducente, li decurtano a me proprietario);
- la possibilità di presentare ricorso al prefetto via PEC;
- la possibilità, per il cittadino che non ha già una pec disponibile su pubblici registri (quindi non un libero professionista iscritto ad un albo o un imprenditore individuale) di fornire il proprio indirizzo PEC in sede di immatricolazione o revisione al fine di vedersi notificare le multe via PEC. In tal caso però si diventa obbligati a comunicare entro 15 gg. ogni variazione pena sanzione compresa tra euro 85 e 338.
- La proposta di legge d’iniziativa del CNEL (presentata il 4 ottobre 2019) che prevede una serie di interventi normativi tra cui l’obbligo (e non più la mera facoltà) per il proprietario di comunicare la propria PEC al momento dell’immatricolazione o della revisione periodica degli stessi.
La prima proposta, che pare in una fase avanzata del processo di approvazione, non ha effetti rivoluzionari, limitandosi a obbligare gli enti interessati alla notifica via PEC ai soggetti (imprenditori e professionisti) che già oggi sono tenuti ad averne una (e consultarla attivamente). La proposta del CNEL invece non può non essere qualificata come rivoluzionaria.
Pec obbligatoria per automobilisti: la proposta del Cnel
Se la proposta avanzata dal Cnel di rendere obbligatoria l’adozione della Pec per gli automobilisti dovesse essere accolta, chiunque sia in possesso di un’auto dovrà rendere noto il proprio indirizzo di posta elettronica certificata alla Motorizzazione di riferimento. Essa obbligherebbe qualunque proprietario di auto a consultare sistematicamente la Pec, pena il rischio di veder lievitare i costi delle sanzioni pagate oltre i termini (ricordo la possibilità di risparmiare un terzo della sanzione in caso di pagamento entro 5 giorni dalla notifica).
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la digitalizzazione della procedura di consegna della multa sono:
- Semplificare la comunicazione, evitando di sbagliare a notificare l’atto,
- Velocizzare la procedura: non c’è il rischio di dover perdere tempo a rincorrere raccomandate in giacenza in uffici affollati,
- Ridurre i costi a carico degli automobilisti multati: infatti, in caso di sanzione, bisogna pagare sia la consegna della multa al proprio domicilio sia l’invio delle raccomandate se si decidesse di far ricorso. Certo anche aprire e mantenere una casella Pec ha un costo, ma si tratta di una cifra annuale che consente di sfruttare il servizio per numerosi compiti, non solo quello di ricevere eventuali multe.
Ovviamente, nel caso la proposta venga accolta sarebbe importante che tra i documenti inviati via Pec sia presente il modello per specificare chi stava guidando il veicolo nel momento in cui si è commessa l’infrazione al Codice della strada. Questo per evitare che vengano decurtati punti dalla patente del proprietario del mezzo di trasporto anche in caso questi fosse estraneo ai fatti.
Multa via PEC, come funziona
Bisogna però precisare che è già possibile ricevere la multa via Pec. Con il decreto del Ministero dell’Interno del 18 dicembre 2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio 2018, la posta elettronica certificata è stata infatti indicata come mezzo prioritario di notifica della sanzione.
Questo può esser fatto in caso di imprese o professionisti, che per legge sono obbligati ad avere la Pec e i cui indirizzi sono pubblicati negli appositi elenchi, o comunque nel caso l’indirizzo venisse comunicato al momento del rilievo dell’infrazione.
La notifica della sanzione
La multa può essere così notificata alla Pec del conducente del veicolo se identificato in fase di rilievo dell’infrazione, oppure del proprietario del mezzo. Nel momento in cui la Pec genera la ricevuta di accettazione del messaggio, la sanzione si considera spedita. Viene considerata notificata, invece, nel momento in cui si general la ricevuta di consegna avvenuta: questa è prova della notifica non solo del messaggio ma anche del suo contenuto.
Il decreto precisa che nel caso la notifica via posta elettronica certificata non sia possibile per una causa riconducibile al destinatario, l’amministrazione dovrà produrre una copia analogica degli atti trasmessi via Pec la cui consegna non sia andata a buon fine. Se invece la notifica non va a segno per altre cause, il decreto stabilisce che la notifica deve essere svolta secondo le modalità previste dal Codice della strada, con la conseguenza che le spese saranno a carico della persona destinataria.