A che servirà il call center nazionale istituito oggi dal decreto Ristori in Gazzetta Ufficiale per il “supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive al virus SARS-Cov-2, che hanno avuto contatti stretti o casuali con soggetti risultati positivi o che hanno ricevuto una notifica di allerta attraverso l’applicazione ‘Immuni‘”?
Il testo – di cui abbiamo citato la parte iniziale – lascia aperte diverse interpretazioni. A differenza della bozza disponibile ancora il giorno prima, molto più esplicita. Emblematico anche che risulti mancante un comma, il secondo: si salta direttamente dal primo al terzo.
La norma lascia perplessi, perché connotata da opacità di forma e sostanza, che in diritto sono aspetti che si tengono vicendevolmente.
Il testo della norma Ristori sul call center Immuni
Di seguito il testo.
Art. 20. (Istituzione del servizio nazionale di risposta telefonica per la sorveglianza sanitaria) 1. Il Ministero della salute svolge attivita' di contact tracing e sorveglianza sanitaria nonche' di informazione e accompagnamento verso i servizi di prevenzione e assistenza delle competenti aziende sanitarie locali. A tal fine, il Ministero della salute attiva un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive al virus SARS-Cov-2, che hanno avuto contatti stretti o casuali con soggetti risultati positivi o che hanno ricevuto una notifica di allerta attraverso l'applicazione "Immuni" di cui all'articolo 6 del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, i cui dati sono resi accessibili per caricare il codice chiave in presenza di un caso di positivita'. A tal fine i dati relativi ai casi diagnosticati di positivita' al virus SARS-Cov-2 sono resi disponibili al predetto servizio nazionale, anche attraverso il Sistema Tessera Sanitaria ovvero tramite sistemi di interoperabilita'. 3. Il Ministro per la salute puo' delegare la disciplina dell'organizzazione e del funzionamento del servizio di cui al comma 1 al commissario straordinario per l'emergenza di cui all'art. 122 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 oppure provvedervi con proprio decreto. 4. Per le finalita' del presente articolo e' autorizzata la spesa di 1.000.000 di euro per l'anno 2020 e 3.000.000 di euro per l'anno 2021. Ai predetti oneri si provvede ai sensi dell'articolo 34.
Il ruolo possibile del call center e i punti poco chiari
Ricordiamo che questo call center è stato fortemente richiesto da molti esperti e anche dal dipartimento Innovazione presso la presidenza del Consiglio per dare supporto agli utenti Immuni in due fasi:
- quando ricevono una notifica di contatto a rischio
- e quando, se positivi al virus, devono caricare i dati dell’app, passaggio necessario per fare partire l’allerta ai contatti a rischio di quell’utente.
Nella prima ora si sentono abbandonati a sé stessi perché hanno difficoltà spesso a trovare risposte dal medico curante, o irraggiungibile o poco informato.
Nella seconda ci sono molti casi di asl, usl o ats che non caricano i dati. Una prova è nei nuovi numeri della dashboard Immuni, da cui risulta che solo lo 0,5 per cento circa dei contagiati risulta avere caricato i codici Immuni. Un dato troppo basso alla luce dei dati di download (e lo sarebbe anche se, nella peggiore delle ipotesi, solo la metà dei download è un utente attivo ora; un dato che comunque anche il ministero della Salute si rifiuta di comunicare alla stampa).
In attesa di un decreto attuativo o dell’intervento di Arcuri
Innanzitutto, si tratta di una disposizione che, per l’operatività del servizio nazionale di risposta telefonica, rimanda a un decreto attuativo o, in alternativa, all’intervento del Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri. Ci si aspetterebbe, pertanto, che essa stabilisse principi chiari cui rifarsi per capire come funzionerà il servizio di nuova istituzione. E, invece, l’articolo è una matassa ingarbugliata che si fa fatica a districare.
Che cosa farà (forse) il call center Immuni
Un punto certo è che il call center dovrebbe fornire informazioni e supporto a chi riceve notifica di Immuni o è comunque risultato contatto a rischio dopo il tracking manuale.
Oltre a questo, ci sono diverse incognite.
Sembra di capire, cercando una guida nel titolo, che gli addetti al servizio potranno fare servizio di sorveglianza sanitaria, quindi chiamare coloro i quali siano in isolamento e verificarne lo situazione. Ma questo dalla norma non sembra chiaro.
Nel primo capoverso si rammenta che il Min. Salute fa attività di “contract tracing”, e da alcune parole dell’articolo del decreto sembra di poter capire che il servizio di risposta telefonica potrà fare contact tracing manuale, per avvisare i contatti stretti di chi sia stato riscontrato positivo al virus con tampone. Ma anche in questo caso, è arduo per l’interprete arrivare al risultato. E, se così fosse, il servizio non sarà solo un servizio di “risposta”, ma anche di “chiamata”.
Sempre nel primo capoverso si rammenta che il Ministero svolge attività di informazione e accompagnamento verso le Asl. Ciò significa che il servizio sarà una linea diretta verso le Asl, evitando ore e giorni di attesa a chi abbia sintomi da Covid o abbia ricevuto una notifica da Immuni?
Ma soprattutto, a un certo punto della norma si parla di dati da rendere accessibili per l’inserimento dei codici chiave in caso di positività.
Nelle richieste del dipartimento innovazione, il call center doveva avere i dati dei soggetti positivi dalle Regioni per poter in effetti chiamarli e poi caricarne i dati al posto delle asl, che come detto spesso non lo facevano.
Il nuovo servizio, allora, potrebbe inserire i codici generati dal cellulare del soggetto riscontrato positivo con tampone far partire le notifiche del sistema Immuni. Nel comma secondo presente nella bozza e poi sparito questo si diceva chiaramente, vedi sotto.
Si parla anche di tessera sanitaria, senza considerare che essa è operativa effettivamente in poche aree.
In conclusione
Insomma, una norma scritta male che possiamo solo sperare abiliterà in effetti il call center di cui avevamo bisogno. Aspettiamo l’intervento – confidiamo tempestivo – del ministro o di Arcuri per sciogliere i dubbi.