La scuola è un collante sociale, anche in questo momento in cui non si è vicini spazialmente, ed è evidente che l’attenzione agli alunni con disabilità o altre difficoltà deve essere maggiore. La didattica a distanza ha imposto a tutti una riorganizzazione delle prassi consolidate e una ridefinizione dei tempi, degli strumenti e delle metodologie. Ma non dimentichiamo che le tecnologie sono sempre stata occasione di inclusione, come sostengono con forza e convinzione gli studiosi che da anni si occupano di questa tematica.
Quali prospettive e contributi possono dunque offrire in termini di sviluppo personale le tecnologie digitali? Quali le sfide e le criticità in relazione a ragazzi/e BES?
Didattica a distanza cartina di tornasole della difficoltà di scuole e famiglie
Per quanto connessi tutti con smartphone, portatili, tablet, la didattica a distanza ha messo in luce molte criticità non solo nelle istituzioni scolastiche, ma anche nell’impreparazione delle stesse famiglie, complicando ancor più il già bistrattato ruolo dell’istruzione.
Di fronte a uno scenario profondamente cambiato e in presenza di sfide nuove e di lungo periodo, c’è chi ancora non comprende che il digitale non è un mondo a parte, ma un’estensione della realtà.
Lo scoppio della pandemia ha messo in luce la fragilità del quotidiano lavoro di inclusione di quelle fasce di popolazione scolastica più a rischio di esclusione e insuccesso scolastico. Quindi si rende necessario ripartire dai bambini/studenti più vulnerabili. Il mondo multiforme e composito di oggi ha bisogno di tutte le sue componenti, le differenze non devono quindi essere eliminate altrimenti si assisterebbe a un impoverimento delle sue manifestazioni biologiche, culturali, estetiche, sociali, politiche, che fanno parte del nostro essere unico come valore assoluto e indispensabile dell’umanità.
In ogni classe sono presenti alunni che, per vari motivi, richiedono una speciale attenzione: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse e l’insegnante di sostegno riveste un ruolo importante nell’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e i docenti curricolari. Emerge, nuovamente, in questo difficile momento, la grande importanza del lavoro di squadra all’interno del team docente che dovrà effettuare scelte condivise, mettere in campo nuovi progetti, programmi di inclusione, strategie, personalizzazione e diversificazione dei percorsi e tanti altri strumenti per garantire un’educazione adeguata e di qualità per tutti.
Creare situazioni e comunità di apprendimento
È necessario, dunque, in questo momento particolare dare ai nostri alunni BES delle certezze, non attraverso il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, ma creando situazioni e comunità di apprendimento, che possano strutturarsi in itinere sulla base delle caratteristiche e dei bisogni dei singoli. E per far ciò, al di là delle note ministeriali o dei DPCM, è necessario stabilire e scandire un percorso didattico che possa essere da guida all’insegnante nel percorso finalizzato a far acquisire agli alunni, innanzitutto, le abilità per una propria autonomia.
Sono molti gli strumenti a disposizione che presentano modelli e proposte di interazioni didattiche, ma senza un uso critico e consapevole della tecnologia il rischio di inefficacia della dotazione tecnologica è alto.
Sono molte le difficoltà che si incontrano e, talvolta, sono rilevanti. Difficoltà che, riguardano “tempo”, “carico cognitivo”, “organizzazione”, “personalizzazione” e, non meno importante e non meno rilevante, la “valutazione”. È indispensabile analizzare sia le difficoltà e le criticità per giungere a un apprendimento significativo, ma anche gli aspetti facili e piacevoli vanno sottolineati, perché sono la misura del livello di soddisfazione nei confronti dell’attività proposta.
Il coding per costruire la conoscenza
Ad esempio le attività di coding possono costituire un’enorme opportunità per il bambino per potenziare quelle abilità ancora un po’ fragili, e per far emergere e sfidare le caratteristiche nelle quali i bambini BES spiccano e che a volte la scuola non valorizza sufficientemente.
Utilizzare il coding non solo come uno strumento compensativo ma addirittura alternativo per veicolare i concetti in modo diverso inoltre attraverso attività ben progettate può diventare uno strumento per costruire collaborativamente la conoscenza. Google ha intuito le potenzialità di questo strumento e attraverso la realizzazione di una piattaforma gratuita, CS First, ha messo a disposizione di studenti e docenti materiali gratuiti e di facile utilizzo per realizzare percorsi didattici in collaborazione. CS First dà l’opportunità a tutti di avvicinarsi a un ambiente di programmazione versatile, semplice e intuitivo, ma anche ricchissimo nelle sue infinite potenzialità per coloro che ne approfondiscono le funzionalità più complesse. Sono molti i punti di forza rilevabili: la portata inclusiva di questi strumenti didattici per BES e DSA; le modalità di condivisione. Dal punto di vista formativo, sono tante le abilità trasversalmente coinvolte: dall’attivazione del problem solving allo sviluppo della creatività, dalla capacità di lavorare in gruppo al potenziamento di attenzione, concentrazione e memoria. Per attuare una buona “normalità accogliente” del fare scuola, è necessario introdurre “… quegli ingredienti tecnici, pedagogici, didattici e psicologici che rendono la normalità adatta a rispondere efficacemente ai Bisogni Educativi Speciali degli alunni.” (indicazioni per il Curricolo – MIUR).
Una piattaforma, quella di CS First, da non usare solo nel contesto “emergenziale”, ma deve essere considerato uno strumento per la didattica attiva e valorizzato per le sue potenzialità inclusive.