Piani europei banda larga

La Spagna punta su 4G e incentivi a domanda e offerta

La strategia nazionale spagnola per la banda ultra larga è su tre assi, che sembrano affrontare tutti gli aspetti della questione, per raggiungere gli obiettivi europei

Pubblicato il 18 Giu 2014

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

spagna-140615010145

In Spagna, la strategia nazionale in materia di banda larga è finalizzata a perseguire gli obiettivi di copertura fissati dall’Unione europea nell’Agenda digitale per l’Europa.

Gli organi nazionali competenti sono il Segretario di Stato per le telecomunicazioni e società dell’informazione (Secretaría de Estado de Telecomunicaciones y para la Sociedad de la Información) a capo di un dipartimento del Ministero dell’Industria, Energia e Turismo (Ministerio de Industria, Turismo y Energía) responsabile per l’attuazione delle politiche governative in materia di telecomunicazioni e società dell’informazione. Inoltre, la Comision Nacional de los Mercados y la Competencia opera come autorità nazionale di regolamentazione in questo specifico settore.

Uno dei principali obiettivi dell’Agenda Digitale per la Spagna è quello di favorire lo sviluppo di reti e servizi attraverso la creazione di un quadro normativo che sia in grado di realizzare una concreta strategia per implementare le reti ultra-veloci e garantire un’efficiente gestione dello spettro radio, in maniera tale da migliorare le condizioni degli utenti dei servizi a banda larga ed aumentare la domanda di servizi digitali, promuovendo la produzione e la distribuzione di contenuti digitali su Internet.

A tal fine, l’Agenda digitale per la Spagna si prefigge l’obiettivo di dotare la popolazione di infrastrutture sempre più efficienti e veloci per garantire una progressiva copertura integrale delle reti a banda larga in modo da consentire che entro il 2020 il 100% della popolazione possa fruire di una connessione con una velocità di almeno 30 Mbps e il 50% di una connessione con una velocità di almeno 100 Megabit.

Per quanto riguarda la copertura 4G, l’obiettivo è quello di coprire entro il 2015 almeno il 75% della popolazione. Per realizzare questa strategia, la Spagna ha introdotto un programma di finanziamento volto alla concreta e diffusa espansione delle reti a banda larga soprattuto investendo nel settore della tecnologia NGA, mediante interventi di sostegno erogati sia dal governo nazionale, sia dai fondi strutturali dell’UE fino al 2015.

Gli interventi

Nel febbraio 2013, il governo ha deciso di sviluppare un’Agenda digitale per la Spagna (adottata a seguito di una consultazione pubblica avviata dal 25 luglio al 30 settembre 2012) funzionale a definire le linee guida fondamentali di un graduale percorso di sviluppo del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, mediante la predisposizione di una strategia nazionale finalizzata a realizzare gli obiettivi dell’Agenda digitale per l’Europa.

Il Piano nazionale prevede interventi volti a massimizzare l’impatto delle politiche pubbliche nel settore delle ICT per migliorare la produttività e la competitività delle imprese e per trasformare e modernizzare l’economia e la società attraverso un’efficiente uso dei servizi ICT in favore di cittadini, imprese ed enti pubblici.

Secondo l’Agenda, l’esistenza e la diffusione di reti a banda larga ultra‐veloci rappresentano condizioni necessarie per per promuovere i benefici delle tecnologie digitali. Per tale ragione, l’Agenda digitale spagnola definisce gli obiettivi relativi alla copertura e alla diffusione di servizi a banda larga nel rispetto dei parametri fissati dall’Unione europea nell’ambito dell’Agenda digitale per Europa, in maniera tale da garantire a breve termine una velocità di connessione di oltre 30 Mbps per il 100% dei cittadini e di oltre 100 Mbps per almeno il 50% delle famiglie entro il 2020.

Per realizzare questi importanti obiettivi, l’Agenda ritiene essenziale realizzare una riforma del sistema giuridico delle telecomunicazioni mediante l’elaborazione di una nuova legge in materia di telecomunicazioni, per garantire l’unificazione del mercato, favorendo, al contempo, sicurezza giuridica, rapidità ed efficienza, mediante la diminuzione degli oneri amministrativi ed una facile distribuzione delle reti di telecomunicazione.

A tal fine, risulta indispensabile elaborare una strategia nazionale che incoraggi gli investimenti, combinando gli sforzi del settore privato con il sostegno del settore pubblico per promuovere una concorrenza sostenibile, neutralità tecnologica, costi di distribuzione ridotta, competitività e uso condiviso di infrastrutture e investimenti attraverso accordi volontari tra gli operatori. Per realizzare gli obiettivi della strategia nazionale, è stato necessario sviluppare una mappa della copertura a banda larga che mostra con precisione lo stato corrente della fornitura di questi servizi e che permette di identificare le aree dove sussistono maggiori criticità e lacune.

In base alla strategia nazionale, per facilitare l’adozione di servizi a banda larga si ritiene indispensabile stimolare la concorrenza, aumentare l’utilità delle applicazioni disponibili e dei servizi, migliorare l’esperienza percepita dagli utenti, promuovere adeguate condizioni di servizio, nonché ridurre le barriere che limitano la loro adozione, mediante indispensabili investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione.

Nel giugno del 2013 è stato approvato il Piano per le telecomunicazioni e le reti ultraveloce teso a favorire la diffusione di un accesso ultra-veloce a banda larga, sia fissa che mobile e incoraggiare la sua adozione da parte di cittadini, imprese e amministrazioni, sulla base di un progetto a lungo termine sino al 2020 per rispettare e realizzare gli obiettivi fissati dall’Agenda digitale per l’Europa.

Il Piano per le telecomunicazioni e le reti ultraveloci si articola in tre aree principali:

Asse I: Misure per migliorare la diffusione delle reti di accesso fisse ad alta velocità per incoraggiare gli investimenti, favorendo lo sviluppo di reti di accesso fisse ad alta velocità al fine di promuovere l’ammodernamento e la ristrutturazione delle reti esistenti attraverso il cambiamento della strategia politica volta a ridurre i costi di distribuzione, facilitare l’utilizzo delle infrastrutture già disponibili, rimuovere gli ostacoli alla diffusione di reti ad alta velocità, incrementare i fondi di finanziamento in favore di progetti volti a migliorare la copertura della banda larga veloce, stimolando la collaborazione e il coordinamento con i governi regionali e locali.

Asse II: Misure per accelerare la copertura delle reti di accesso mobile ad alta velocità per facilitare lo sviluppo di reti di accesso mobile ad alta velocità e accelerare la diffusione del 4G in Spagna, migliorando l’accesso degli operatori alle nuove bande di frequenza, semplificando i requisiti per la distribuzione e favorendo l’attuazione dell’e-government mediante procedure e implementazioni volte a garantire l’accesso universale alla banda larga ultraveloce (30 Mbps) nelle città con meno di 5000 abitanti.

Asse III: Misure per stimolare e incrementare la domanda di servizi ultra-veloce a banda larga, mediante interventi finalizzati allo sviluppo degli obiettivi dell’Agenda Digitale per aumentare l’adozione e l’uso di reti a banda larga ultra-veloce tra cittadini, imprese e amministrazioni.

Il Piano per le telecomunicazioni e le reti ultraveloci persegue l’ obiettivo di dotare entro il 2015 almeno il 50% delle famiglie di una copertura a banda larga a 100 Mbps, mediante un mix di tecnologie che sia in grado di modernizzare le infrastrutture esistenti nel breve termine, favorendo la diffusione di reti di nuova generazione (NGA).

I dati

Secondo i dati relativi al primo semestre del 2013, la copertura di rete con una velocità di almeno 30 Mbps è riscontrabile nel 53 % della popolazione, mentre la connettività a 100Mbps si attesta al 47 % della popolazione. In entrambi i casi la diffusione della rete è garantita in gran parte dalla tecnologia HFC (Hybrid Fiber Coaxial), con differenze significative di copertura tra le diverse aree geografiche del Paese. Nello stesso periodo, in Spagna il 27% della popolazione non è mai stato collegato a Internet, rispetto al 22 % della media europea.

Estremamente interessanti sono anche i risultati della Mappa sulla copertura della banda larga nel primo semestre 2013, da cui si evince che a livello nazionale la copertura ADSL ad una velocità di almeno 10 Mbps è pari al 70,9% della popolazione, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente. Sempre a livello nazionale, la copertura VDSL raggiunge l’11,8% della popolazione, con qualche minima variazione rispetto all’anno precedente, mentre la copertura HFC raggiunge il 46,9 % della popolazione su base nazionale, con quasi nessuna variazione rispetto all’anno precedente. Secondo gli stessi dati, a livello nazionale, la copertura FTTH ha raggiunto il 13,8 % della popolazione, registrando una crescita di oltre 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Alla luce di tali dati, grazie a questo mix di tecnologie, la copertura nazionale a banda larga con una velocità di almeno 30 Mbps sarà in grado di raggiungere progressivamente il 58,8% della popolazione, ipotizzandosi un incremento di oltre 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente, principalmente a seguito dell’aumento di diffusione della tecnologia FTTH.

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale per le Telecomunicazioni e la Società dell’Informazione, nel luglio 2013 il numero di linee a banda larga ha raggiunto 11.870.000 linee, con una crescita del 5,1% da luglio 2012. La penetrazione della banda larga in Spagna è aumentata di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Peraltro, il 29 aprile 2014, il Parlamento spagnolo ha approvato la nuova legge generale sulle telecomunicazioni per perseguire concretamene gli obiettivi dell’Agenda digitale per la Spagna in materia di servizi di accesso a Internet ad alta velocità, prospettandosi nuovi scenari di sviluppo del settore in esame che dovranno essere verificati nel corso dei mesi successivi.

Le iniziative locali virtuose

Rispetto agli obiettivi generali dell’Agenda Digitale nazionale, particolarmente interessante è il progetto Xunta predisposto dalla Comunità Autonoma della Galizia per diffondere la banda larga via satellite nelle zone rurali, riducendo la percentuale di divario digitale esistente, in modo da fornire l’accesso a internet nei confronti del 3% della popolazione, che a causa della loro elevata dispersione o della loro ubicazione, non possono avere accesso alla banda larga con una velocità di almeno 2 Mbps. Peraltro, il progetto ha implementato uno strumento web che consente di registrare le richieste di servizi a banda larga da parte degli utenti a rischio digita divide, predisponendo un database utile per monitorare i bisogni reali della comunità allo scopo di determinare la graduale riduzione del divario digitale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati