l'analisi

App Zero Covid della Regione Veneto: pro e contro

L’app Zero Covid della Regione Veneto farà monitoraggio del paziente e diario clinico e funzionerà in tandem con i test rapidi. Bene, è quanto non si è voluto fare con Immuni, ma ci sono dubbi sull’effettivo coordinamento con i sanitari. Sarebbe stato meglio un’app nazionale ben coordinata con la Sanità territoriale

Pubblicato il 17 Nov 2020

Eugenio Santoro

Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

app zero covid veneto

Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: l’app Zero Covid Veneto, appena lanciata dalla Regione Veneto, non è un’app di tracciamento e quindi non si sovrappone all’app Immuni.

Cos’è l’app Zero Covid Veneto della Regione

È uno strumento di biosorveglianza sanitaria (vedi pdf della Regione) che dovrà monitorare i soggetti positivi al Covid con sintomi, in isolamento fiduciario o in quarantena, semplificando il lavoro dei medici di medicina generale. Almeno questo è quanto dichiarato dal Presidente Zaia, che vuole fortemente questa app per cercare di combattere la diffusione di Sars-Cov2 in Regione Veneto, dove la ripresa in questa seconda ondata è più forte che altrove.

Come funziona l’app

Dell’app in realtà si conosce poco. Si sa che dovrebbe raccogliere su base volontaria i sintomi correlati al covid-19 dei cittadini della Regione del Veneto al fine di garantire una presa in carico precoce dei casi da parte dei medici di base (i Medici di Medicina Generale- MMG) e del Sistema di igiene e sanità pubblicaed evitare la nascita di nuovi focolai.

Insomma, dovrebbe rappresentare il “diario clinico” che Immuni non ha mai sviluppato, capace di fornire un monitoraggio continuo da parte dei medici dei sintomi dei cittadini in isolamento domiciliare o di coloro risultati positivi.

L’utilità dell’app con i test rapidi

La particolarità di questa app è che funzionerà in tandem con i test rapidi, strumenti economici e facili da usare e che permetteranno di confermare rapidamente l‘eventuale positività a Sars-Cov2 direttamente da casa, la cui sperimentazione è appena partita in Regione Veneto.  Una volta eseguito il test ed ottenuto l’esito, ci si dovrà collegare tramite smartphone alla app di biosorveglianza dove le persone risultate positive dovranno caricare il risultato per comunicarlo alle autorità sanitarie.

L’app, il cui download sarà su base volontaria, gestisce dati sensibili e per questo ha nei giorni scorsi ricevuto l’ok per la privacy dal Consiglio regionale.

Nonostante sia stata annunciata solo recentemente, l’app era già stata pensata dalla Regione Veneto sin da giugno 2020 quando veniva indicata in documenti ufficiali (Allegato 1, DGR n. 782 del 16 giugno 2020 ) come strumento di contrasto a covid-19 insieme al sistema generale di biosorveglianza e a sistemi automatici di monitoraggio e screening della malattia.

Ecco le chatbot per i sintomi del coronavirus: come funzionano

I dubbi sull’app Zero Covid

I dubbi di questa operazione tuttavia sono numerosi.

Intanto non è ancora chiaro il funzionamento dell’app. E’ stata annunciata ma a oggi non è ancora disponibile.

Da quanto riportato dagli organi ufficiali, il funzionamento sembra ricalcare quello di analoghe iniziative sviluppate in varie regioni italiane (AllertaLOM in Regione Lombardia e Lazio Doctor Covid in Regione Lazio), riproponendo così un ulteriore strumento che difficilmente potrà dialogare con gli altri.

Inoltre, sebbene non sia sovrapponibile alle funzioni dell’app Immuni, si costringe l’utente a scaricare una ulteriore app. E in Regione Veneto, c’è da scommettere che la battaglia sarà vinta dall’app regionale Zero Covid a scapito di Immuni, oggetto nelle scorse settimane da parte della stessa Regione di un vero e proprio boicottaggio.

Immuni penalizzata da Asl e Regioni, spia di un male profondo delle nostre democrazie

L’app Immuni dovrebbe poi avere insegnato che senza una organizzazione efficiente e oliata che ruota attorno all’app, l’app è inutile. In questo caso i protocolli non sembrano chiari, così come non sembra chiaro quale dovrà essere il ruolo del medico (banalmente, il monitoraggio dei pazienti sarà considerata una prestazione erogata dai medici da remoto e pertanto riconosciuta anche economicamente?). Il rischio è che l’app vada ad appesantire il lavoro di medici e operatori sanitari (peraltro mai coinvolti nel lavoro di progettazione, come spesso capita nello sviluppo di questo genere di strumenti) perchè dovranno trovare il tempo per rispondere alle segnalazioni degli utenti alle prese con un sintomo.

Come ho scritto in altre occasioni, sarebbe forse stato meglio sviluppare un’app a livello nazionale, magari con il contributo delle associazioni di medici (soprattutto quelli di famiglia), il cui funzionamento sarebbe stato omogeno nelle diverse aree italiane.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2