Il Fondo europeo per l’innovazione e l’impatto sociale mira a colmare la carenza di finanziamenti cui le imprese sociali devono spesso far fronte, mettendole in contatto con gli investitori. I finanziamenti del Fondo andranno a beneficio degli imprenditori sociali che lavorano per trovare una soluzione a problemi urgenti in settori quali l’istruzione, l’alimentazione, la sanità e i servizi sociali. Sarà gestito Fondo europeo per gli investimenti (FEI) all’interno della garanzia del programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI). Nella prima fase di finanziamento, il Fondo ha già raccolto 4,5 milioni di EUR di capitale e concederà i primi prestiti alle imprese sociali entro la fine del 2020.
“Il valore aggiunto delle imprese sociali è chiaro, ma spesso l’anello mancante è l’accesso ai finanziamenti. Questo Fondo sostenuto dall’UE metterà in contatto le imprese sociali in fase di avvio con gli investitori, affinché i progetti diventino realtà. Dobbiamo continuare a investire nell’economia sociale, creare posti di lavoro, contribuire a migliorare la vita delle persone e rafforzare la resilienza delle nostre società. Ciò è più importante che mai nel contesto della crisi.” Nicolas Schmit, Commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali
Il ruolo delle imprese sociali
Il Fondo rappresenta dunque una nuova importante risposta dalla comunità europea, sempre più sensibile all’innovazione sociale e al sostegno della nascita di nuove imprese. Con l’aggravarsi della crisi sanitaria che avrà ripercussioni anche sull’economia, è più importante che mai sostenere la crescita dell’innovazione sociale e stimolare gli investimenti nelle imprese sociali in fase iniziale. Un contributo importante a beneficio degli imprenditori sociali pesantemente colpiti dalla crisi economica legata alle misure di contenimento nella lotta al coronavirus.
Green Deal Europeo
Una importante continuità legata poi a quel famoso Green Deal Europeo promosso dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha posto l’accento allo sviluppo di progetti di ricerca e innovazione, per agevolare la transizione sostenibile dei processi industriali verso un’Europa a impatto climatico pari a zero. Diverse le aree telematiche e merceologiche coinvolte, tra cui: energia pulita, economia circolare, edifici efficienti sotto il profilo energetico, mobilità sostenibile, biodiversità ed ecosistemi. Le richieste per accedere a questi primi contributi a fondo perduto potranno essere presentate a partire da fine gennaio 2021, tramite il portale europeo dei finanziamenti e delle opportunità di gara.
La risposta delle startup italiane
Sul fronte innovazione, segnali positivi, comunque, possono scorgersi anche nel nostro Paese in quanto i recenti dati diffusi dal MISE hanno evidenziato come ci sia stato un incremento delle aperture di nuove imprese giovanili di stampo innovativo tramite la procedura online. L’emergenza che stiamo vivendo a causa del Covid-19, infatti, ha reso evidente quanto sia importante per il tessuto economico che le imprese siano flessibili, che sappiano reagire prontamente ai cambiamenti, che siano in grado di intervenire tempestivamente, ragionando sulle priorità. E proprio flessibilità, rapidità di decisione e di azione sono le caratteristiche tipiche delle startup, che hanno permesso di creare in breve tempo delle soluzioni concrete, pensate appositamente per fronteggiare l’emergenza e adattarsi alle nuove condizioni di mercato abbracciando l’innovazione e la sostenibilità.
Tra i trend maggiormente in crescita, quello dell’intelligenza artificiale, internet of things, blockchain, agritech e agrifood. Tecnologie abilitanti che rientrano poi nel programma promosso dal Mise su Impresa 4.0 Plus legata ad incentivi su ricerche e sviluppo a sostegno delle imprese e del territorio, in particolare del mezzogiorno.
Prospettive per l’economia italiana e l’impatto del digitale
Le prospettive per i prossimi mesi appaiono incerte. A stimarlo è l’Istat che ha diffuso la nota sull’andamento dell’economia italiana. Lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una ripresa della produzione e degli scambi commerciali, tuttavia il recente nuovo aumento dei contagi in quasi tutti i paesi e le conseguenti misure di contenimento stanno incidendo negativamente sulle prospettive economiche a breve termine, in particolare per l’Italia che stava lentamente risalendo la china con un aumento nel terzo trimestre del Pil pari ad un +16% (ben lontano, comunque, dei livelli pre-covid).
A illustrare gli scenari futuri, importanti le parole della Presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha sottolineato come le prospettive sono a ribasso nel breve termine e la pandemia pesa in particolare sul settore dei servizi con la seconda ondata che ha incrementato i rischi alla stabilita finanziaria dell’Ue.
In merito all’impatto sul digitale, la domanda dei servizi regge l’impatto della pandemia e il settore Ict limita il calo al 2% nel 2020 mentre crescono del 16% servizi come il Cloud computing, interessanti anche le buone prospettive nel 2021 e 2022, grazie ai fondi di NextGenerationEu.
La ricerca realizzata da Anitec-Assiform in collaborazione con NetConsulting cube mette in luce come il mercato digitale italiano, secondo lo scenario più probabile e grazie al relativo recupero nella seconda metà dell’anno, è atteso chiudere in calo per non più del 2% rispetto all’anno scorso, a 70,5 miliardi di euro, per poi crescere del 3,4% nel 2021 e del 3,3% nel 2022. E in attesa di conoscere lo scenario con le risorse del Recovery Fund, anche qui le prospettive presentano uno scenario piuttosto ottimistico: prendendo in conto con la massima prudenza gli effetti del Recovery Fund, per il mercato digitale italiano si prevede una crescita complessiva del 3,4%, nel 2021, a circa 73 miliardi di euro, e del 3,3% nel 2022, a più di 75 miliardi, con tutti i comparti tecnologici dell’IT in crescita. Un’opportunità senza precedenti che potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione digitale per il paese all’insegna dell’innovazione e della trasformazione tecnologica.