LA STRATEGIA

Competenze digitali, cosa cambia con il Piano Operativo della Strategia Nazionale

Il Piano Operativo della “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali” indica le azioni di sistema per l’attuazione delle linee di intervento definite nella Strategia e individua gli obiettivi, misurabili, in una logica di monitoraggio ed evoluzione. Ecco qualche dettaglio

Pubblicato il 07 Gen 2021

Nello Iacono

Coordinatore Coalizione Nazionale Repubblica Digitale - Dipartimento per la trasformazione digitale

Erika Miglietta

Dirigente del Dipartimento per la trasformazione digitale

Power-to-the-people-

Con la recente pubblicazione del Piano Operativo viene fornita l’architettura di attuazione della “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali”. Un passo importante e necessario che consente per la prima volta al nostro Paese di disporre di un percorso di sviluppo coerente e globale, con obiettivi chiari, in un’area dove il ritardo italiano è molto consistente, come attestato dall’ultimo rapporto DESI , relativo ai dati 2019. Un primo passo, perché si tratta di un piano ambizioso e che, come tutti i piani, continuerà a svilupparsi e a raffinarsi, con un ciclo periodico di monitoraggio, nel confronto continuo con i risultati via via ottenuti, le nuove progettualità e i possibili cambiamenti di contesto. Ecco alcuni dettagli.

Cosa c’è nel Piano

Il Piano Operativo della “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali” indica le azioni di sistema per l’attuazione delle linee di intervento definite nella Strategia e individua gli obiettivi, misurabili, perseguiti per ogni azione nell’ambito di ciascun asse di intervento.

Il Piano indirizza pertanto le 41 linee di intervento individuate nella Strategia attraverso 111 azioni e prevede un cruscotto di oltre 60 indicatori per monitorare l’impatto sui 4 assi di intervento. Per ciascuna azione sono definite le principali milestone e gli indicatori di risultato con i relativi obiettivi. Il cruscotto è basato sugli indici inseriti nel Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea e dai Digital Maturity Indexes (DMI) elaborati dall’Osservatorio Agenda Digitale.

Le azioni sono proiettate in una prospettiva di breve, medio e lungo termine, per cui sono definite con livello di dettaglio diverso, anche perché il consolidamento della definizione dipende oltre che dal completamento delle attività di progettazione, dai finanziamenti del Piano di ripresa e resilienza (PNRR) e dalla programmazione europea.

Nella logica complessiva di attuazione della Strategia e di composizione della frammentarietà preesistente, in questa prima versione del Piano sono presenti sia le azioni di sistema già in corso o cantierate, ma inserite in un nuovo quadro di integrazione, sia nuove iniziative, su aree di intervento non coperte, che in gran parte valorizzano esperienze locali di successo.

Nel Piano, inoltre, e questa è un’ulteriore innovazione, è stata definita l’architettura di monitoraggio e valutazione necessaria a garantirne l’evoluzione e quindi ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi di impatto complessivi.

Gli obiettivi

Il Piano Operativo punta a chiudere entro il 2025 il gap attuale con Paesi come Germania, Francia, Spagna e a rendere il digitale opportunità reale di crescita sociale ed economica, abbattendo l’analfabetismo digitale e sviluppando un percorso necessario di cambiamento culturale in tutti i settori della società. Obiettivi al 2025 del Piano sono, ad esempio:

  • raggiungere il 70% di popolazione con competenze digitali almeno di base (per i dati 2019 siamo al 42%, rispetto a una media UE del 58%), con un incremento di oltre 13 milioni di cittadini rispetto al 2019, e azzerare il divario di genere;
  • duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate (con il 78% di giovani con formazione superiore, dimezzando il divario di genere, con il 40% dei lavoratori nel settore privato e il 50% di dipendenti pubblici);
  • triplicare il numero dei laureati in ICT e quadruplicare quelli di sesso femminile, duplicare la quota di imprese che utilizza i big data;
  • incrementare del 50% la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT;
  • aumentare di cinque volte la quota di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici, portandola al 64%, e portare ai livelli dei Paesi europei più avanzati, l’utilizzo di Internet anche nelle fasce meno giovani della popolazione (l’84% nella fascia 65-74 anni).

Questi obiettivi sono legati all’impatto combinato delle azioni del Piano sui quattro assi di intervento e delineano un rapido e significativo recupero nazionale sulle principali aree di sviluppo delle competenze digitali e di utilizzo di Internet, in una logica di crescita economica e sociale, con un’attenzione specifica al superamento del divario di genere e all’inclusione digitale.

Da dove si parte, come raggiungere gli obiettivi

Si tratta di traguardi raggiungibili attraverso cambiamenti profondi, da realizzare attraverso le azioni di sistema indicate nel Piano, con un’attività di costante evoluzione e arricchimento.

In una logica di miglioramento continuo e con un metodo partecipativo, l’obiettivo sarà quello di consolidare il meccanismo di collaborazione istituzionale anche a livello territoriale, nella logica multistakeholder su cui si basa la governance di Repubblica Digitale. Così saranno valorizzati i contributi e le esperienze delle singole amministrazioni e in generale delle organizzazioni della Coalizione Nazionale per le competenze digitali, e saranno indirizzate le azioni di sistema necessarie per rafforzare l’impatto sulle linee indicate dalla Strategia.

Non si parte da zero:

  • il contributo della Coalizione Nazionale per le competenze digitali è già molto significativo: rispetto alle 178 iniziative presenti al 18/12/2020, nell’anno appena concluso sono stati formati più di 2,7 milioni di studenti, circa 70mila docenti, oltre 900mila cittadini, più di 250mila lavoratori tra settore privato e pubblico;
  • alcune azioni di sistema del Piano sono già in fase attuativa, come i crediti formativi 4.0 per le PMI, la piattaforma “competenze digitali per la PA”, il corso online “Elements of AI”, il Servizio Civile Digitale, l’ANG in Radio dell’Agenzia Nazionale Giovani.

In particolare per l’asse relativo ai Cittadini l’intento è di valorizzare esperienze e iniziative che si sono mostrate efficaci, favorendone la replicabilità e l’ampliamento. Questo significa anche affrontare il tema dello sviluppo delle competenze digitali in modo differenziato in base al livello di partenza, in modo da identificare degli obiettivi graduali e azioni mirate e da coinvolgere coloro che svolgono un ruolo di facilitatori verso la cittadinanza e che meglio possono svolgere l’accompagnamento verso il digitale (bibliotecari, operatori dei centri per l’impiego, dei centri anziani, dei centri di assistenza sociale, …). Allo stesso tempo, si prevede di integrare le disponibilità di competenze e di luoghi del territorio (es. scuole, biblioteche, associazioni, punti di facilitazione digitale,…) oltre che le opportunità della trasmissione radiofonica, televisiva e della rete, secondo un approccio ibrido, in una logica generale di messa in condivisione delle risorse disponibili, anche valorizzando e potenziando la rete dei servizi di facilitazione digitale sul territorio, che conta già circa 600 sedi di erogazione.

Dal punto di vista organizzativo, anche a livello di territorio è importante seguire l’approccio multistakeholder della Coalizione Nazionale, massimizzando l’integrazione e la collaborazione tra diversi attori.

Il modello di monitoraggio del Piano prevede la verifica semestrale dello stato di avanzamento e dei risultati ottenuti dalle azioni proposte, misurando annualmente l’impatto generale che queste hanno sugli assi di intervento.

Uno sguardo alle azioni

Solo con l’intento di fornire alcuni esempi di azioni incluse nel Piano (ma il suggerimento è di leggere direttamente il documento con i suoi allegati) ne riportiamo qui alcune:

  1. Competenze digitali nel ciclo dell’istruzione e della formazione superiore
    • Per il ciclo dell’Istruzione e l’orientamento, azioni specifiche per il piano banda ultralarga, gli ausili didattici, gli ambienti di apprendimento innovativi; sviluppo di competenze e cultura digitale degli studenti, con la valorizzazione di iniziative già in corso (Safer Internet Center, Programma il Futuro) e nuove azioni a medio e lungo termine (come i Curricoli digitali e il Sistema delle competenze); formazione digitale del personale docente con diverse azioni anche grazie all’utilizzo del modello DigCompEdu e attraverso la formazione continua sulle competenze digitali; rafforzamento dei percorsi di orientamento alla formazione universitaria per gli studenti in uscita dalla scuola secondaria di II grado, anche in ottica di genere, con azioni come WOMEST ed esperienze di didattica universitaria diretta.
    • Per la formazione superiore, definizione e integrazione del portafoglio digitale nei percorsi formativi universitari esistenti; definizione e condivisione di piattaforme di Open education per le infrastrutture e il capitale umano: azioni specifiche per i ricercatori impegnati nelle attività didattiche e scientifiche relative al settore dell’ICT; potenziamento della cultura digitale dei docenti universitari, anche con azioni di digital life education; promozione della continuità dei percorsi formativi universitari con azioni di skills forecasting; potenziamento dei corsi di studio a carattere professionalizzante, in sinergia con industrie e mondo della scuola, anche con la diffusione dell’esperienza delle Academy in raccordo con il territorio; consolidamento dei percorsi integrati di formazione fortemente orientati alla ricerca industriale e all’innovazione in una logica di fertilizzazione incrociata con le discipline giuridico-umanistiche.
  2. Competenze digitali nella forza lavoro attiva
    • Per il settore privato, potenziamento delle competenze digitali di tutti i lavoratori con particolare attenzione al contrasto al divario di genere, con azioni come il credito d’imposta formazione 4.0, il Sillabo delle competenze digitali per le imprese 4.0, il piano per le nuove competenze della popolazione attiva; indirizzamento delle imprese alla trasformazione tecnologica (con azioni come Punti Impresa Digitale, Competence Centers, Digital Innovation Hubs); diffusione dell’innovazione a tutti i livelli (con azioni come Credito Imposta Innovazione 4.0, Digital Transformation); avvicinamento delle imprese tradizionali alle imprese digitali con strumenti di valutazione della maturità digitale di imprese e lavoratori; sostegno della domanda di soluzioni tecnologiche innovative (con azioni come Smarter Italy, per la domanda pubblica intelligente); sviluppo di centri di ricerca sulle tecnologie emergenti (IA, IoT, Blockchain – Casa delle tecnologie emergenti; aumento della connettività per le imprese, con azioni di supporto come i voucher e di formazione e comunicazione come Strategia Digitale.
    • Per il settore pubblico, reclutamento di dirigenti in possesso di competenze digitali, trasversali e della capacità di risolvere problematiche complesse; promozione di percorsi di orientamento alla carriera in ambito pubblico e di formazione specialistica sul digitale in collaborazione con il sistema universitario, con azioni per accrescere l’attrattività della PA, con laboratori, master biennali e mini-master e azioni specifiche per i Responsabili per la Transizione al Digitale (RTD); reclutamento del personale non dirigenziale con l’accertamento del possesso delle competenze necessarie a lavorare in una PA sempre più digitale; azioni come la piattaforma “competenze digitali per la PA”, il rafforzamento delle capacità dei piccoli comuni e percorsi per le competenze per il lavoro agile; azioni per creare opportunità di apprendimento organizzativo e favorire la retention dei talenti, con azioni avviate inizialmente per gli RTD.
  3. Competenze specialistiche ICT e competenze chiave del futuro
    • sostegno dell’importanza della formazione sul campo (anche tenendo conto della formazione tecnica svolta in ambito scolastico), trasferimento tecnologico e nascita di startup (anche attraverso laboratori di eccellenza a servizio delle imprese, delle start up e dei policy maker), previsione di forme che consentano ai dipendenti aziendali di trascorre dei periodi in Università e Centri di Ricerca per favorire lo scambio di conoscenze;
    • evoluzione dei percorsi di formazione volti a favorire, a tutti i livelli, lo studio e l’impiego delle metodologie, degli approcci e delle tecnologie ICT coniugate con la specificità dei diversi domini applicativi, da perseguire con azioni come il potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), il dottorato in Intelligenza Artificiale, la piattaforma degli Enti di Ricerca;
    • rafforzamento della cultura dei modelli di business e management basati sull’impiego di tecnologie ICT, nonché la capacità di gestione di interventi per la trasformazione digitale sia per il sistema industriale, sia per la PA, con azioni come il voucher per innovation manager e il sostegno a borse di dottorato;
    • riqualificazione della forza lavoro con programmi dedicati allo sviluppo tecnologico e l’incentivo per le aziende a offrire percorsi di formazione sul campo, con azioni come gli European Digital Innovation Hub.
  4. Competenze digitali dei cittadini
    • percorsi formativi all’interno delle Istituzioni Scolastiche, con azioni specifiche per lo sviluppo delle competenze digitali degli adulti in particolare nei Centri Provinciali per l’Istruzione degli adulti (CPIA), anche con piattaforme digitali e azioni come la “Scuola in TiVù”;
    • percorsi formativi nel circuito educativo non formale, con percorsi di skilling-reskilling, e ACCEDI, un ambiente digitale di autovalutazione e apprendimento per i cittadini a cui si connette anche il corso “Elements of AI” di intelligenza artificiale;
    • percorso “della strada” per la formazione delle competenze sul territorio, con azioni come il Servizio Civile Digitale, il potenziamento della rete di facilitazione digitale (azioni in stretta correlazione tra loro e con forte impatto sull’inclusione digitale), le case dell’innovazione e della cultura digitale e i corsi per gli operatori dei servizi sociali;
    • percorsi di comunicazione, con azioni come l’ANG in Radio dell’Agenzia Nazionale Giovani, iniziative Rai per la cultura digitale e campagne informative per le tecnologie assistive;
    • percorso dell’inclusione digitale, con azioni di supporto all’utilizzo di Internet (Voucher e WiFi Italia), una pianificazione multicanale Rai per l’alfabetizzazione digitale, azioni volte a garantire l’inclusione delle donne con basso livello di istruzione, e l’individual learning account per i soggetti svantaggiati.

Dalla Strategia al Piano: il metodo partecipativo

L’elaborazione del Piano ha seguito il metodo partecipativo attuato per la Strategia. Il Piano si sviluppa infatti nel quadro dell’iniziativa strategica nazionale “Repubblica Digitale” ed è stato elaborato, con la regia del Comitato Tecnico Guida, con l’apporto di specifici gruppi di lavoro, delle organizzazioni della Coalizione Nazionale e dei primi contributi raccolti attraverso parteciPa, la piattaforma del Governo dedicata ai processi di consultazione e partecipazione pubblica.

Le attività sono state articolate secondo quattro assi di intervento (istruzione e formazione superiore, forza lavoro attiva nel privato e nel pubblico, competenze specialistiche ICT, competenze per la cittadinanza) con il coordinamento, nei singoli assi, di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, dello Sviluppo Economico, Pubblica Amministrazione e Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione che, con il Dipartimento per la trasformazione digitale, ha svolto anche il coordinamento generale delle attività.

Il metodo di collaborazione e partecipazione ha creato anche le condizioni di base per l’integrazione di prospettiva e di azione necessaria a raggiungere rapidamente gli obiettivi comuni e allo stesso tempo superare la situazione di frammentazione e di lavoro a silos prevalente, tra le cause del ritardo italiano. Un metodo che sarà sviluppato ancora di più nel 2021, grazie al quadro di riferimento costruito con la Strategia e il Piano, promuovendo la nascita di nuove iniziative su aree di intervento sulle quali è necessario un rafforzamento (es. tema del divario di genere) e continuando a valorizzare le iniziative di successo già presenti, abilitando integrazioni e sinergie (come è stato fatto per la nascita del Servizio Civile Digitale .

Per un percorso di cambiamento da costruire insieme.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati