Piano Nazionale Scuola Digitale

Equipe formative territoriali per una scuola più digitale: i vantaggi della nuova struttura

Cosa cambia per le Equipe formative territoriali con le nuove disposizioni della legge di bilancio 2021, nella forma e nella sostanza. Obiettivo: fare rete, grazie anche ad un più efficace coordinamento USR

Pubblicato il 20 Gen 2021

Gabriele Benassi

già Consulente della vice ministra Anna Ascani, Servizio Marconi TSI USR ER, Equipe formativa nazionale

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Nella Legge di bilancio 2021 viene disposto un nuovo finanziamento per le Equipe Formative Territoriali (EFT) a sostegno dello sviluppo del Piano Nazionale Scuola Digitale.

È una bella notizia, anche perché, di fatto, nel quadro del PNSD quello sulle EFT è uno dei pochi investimenti diretti sulle risorse umane e non su formazione, infrastrutture e acquisti di dispositivi e di ambienti.

La nuova struttura delle EFT

Gli animatori e i team per l’innovazione rimangono essenziali per i loro istituti, ma non sono materialmente sostenuti nella loro attività se non dai preziosi “mille euro” che la scuola può spendere per supportare la loro azione e dalle incentivazioni che la contrattazione interna può destinare loro sul fondo di istituto. Certamente sarebbe funzionale “liberare” gli animatori digitali di almeno una quota delle ore in classe, ma quello che sembra semplice nel piccolo di una singola realtà scolastica va in realtà moltiplicato per le 8.183 istituti, presupponendo quindi interventi sugli organici di forte rilevanza, con un notevole aggravio sulle partite di spesa corrente, ad oggi impossibile.

La legge di bilancio modifica la struttura stessa delle EFT prevedendo:

  • la selezione di 20 docenti esperti e competenti sul tema del digitale in classe presso il Ministero (2) e gli USR (18).
  • la selezione di 200 docenti distaccati per il 50% dall’insegnamento, destinati alla consulenza, al supporto e all’accompagnamento delle scuole nella realizzazione delle azioni del PNSD, alla formazione dei colleghi sui territori in tema di innovazione didattica digitale.

A tal fine, si autorizza la spesa di 1,4 milioni di euro per il 2021; 3,6 milioni per il 2022 ed  2,2 milioni per il 2023 (commi 970 e 971);

Rispetto alla precedente esperienza che scade con l’attuale anno scolastico, si introducono due nuovi concetti sostanziali e strategici:

  • Il primo è quello avere a livello di USR una figura di coordinamento delle azioni PNSD che possa concentrarsi a tempo pieno o quasi sullo sviluppo delle azioni del Piano sul territorio; una figura dalle esperienze e competenze tecnico didattiche, non amministrative
  • Il secondo è che i docenti delle equipe sono docenti e tali devono rimanere, potendo sperimentare innovazione nelle loro classi in modo concreto, pratico e documentabile e permettendo la diffusione di consulenza e formazione sul campo ai colleghi.

EFT, priorità alla concretezza e qualità delle azioni

Più della quantità dei contributi conta la qualità e la concretezza delle azioni, che partiranno sempre da una dimensione esperienziale. Certamente la classe assorbe tempo ed energia, ma questa possibilità di dedicarsi alla ricerca-azione continua e alla diffusione di buone pratiche diventerà un’occasione unica di crescita professionale per questi docenti, soprattutto se saranno capaci di fare rete, grazie anche ad un più efficace coordinamento USR garantito dalla disponibilità della persona comandata ad hoc. Ma anche di fare sistema, pianificando un’azione che tenga conto delle priorità, della distribuzione degli interventi, della loro rendicontazione, della loro replicabilità e sostenibilità, anche con incontri periodici di verifica e organizzazione e comunicazione interna.

Benvenuta allora l’opportunità di aumentare il numero dei docenti delle equipe, da 120 (ma con esonero totale dall’insegnamento) a 200, certamente con meno ore ma con più distribuzione territoriale, dei compiti e delle competenze, perché anche all’interno del generico “digitale a scuola” ci sono mille competenze tecniche e metodologiche specifiche. Le equipe devono diventare davvero equipe di lavoro non solo rispetto alla loro collocazione territoriale, ma soprattutto per la capacità e la volontà dei docenti di integrarsi in un’azione di sistema, con un coordinamento regionale e nazionale più strutturato e forte.

Più vantaggi dal peer learning

Oggi viviamo una fase storica in cui l’urgenza e la necessità di accelerare sul tema delle competenze digitali nel curricolo delle scuole in modo concreto, pragmatico e operativo ci impone di tenere in classe le professionalità più formate, dotate di una vision più ampia e più disposte a sperimentare, dando loro la possibilità di una maggiore visibilità e di un tempo di lavoro diversificato, a sostegno e supporto dei colleghi in una logica di totale peer learning: sarebbe innegabile il beneficio diretto per i loro istituti e per i loro studenti. I migliori chirurghi continuano ad operare, istruendo e facendo scuola con il loro lavoro.

I docenti dell’équipe devono aver saputo portare avanti nella loro carriera un percorso professionale importante, significativo (che la procedura di selezione deve valutare e valorizzare), devono continuare a costruire e sostenere questo loro sviluppo con l’attività diretta in classe, in prima persona, mentre la quota orari di distacco permette loro di dedicare a pieno titolo una parte del loro lavoro al supporto e alla contaminazione positiva dei colleghi e dei dirigenti.

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