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ANPR e SIPO: il nuovo volto dei servizi anagrafici di Roma Capitale

Anche Roma Capitale è entrata nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, effettuando contestualmente il passaggio verso un nuovo e più moderno sistema informatico della popolazione. Ecco cosa cambia e i vantaggi per i cittadini e le amministrazioni

Pubblicato il 15 Feb 2021

Salvatore Buccola

Direttore Dipartimento Servizi Delegati Roma Capitale

Raffaele Gareri

Direttore Trasformazione Digitale e Sviluppo Economico Urbano di Roma

anpr-1

Dallo scorso 16 dicembre, anche il Comune di Roma è entrato a far parte dell’ANPR, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, istituita dal Ministero dell’Interno.

L’ingresso della Capitale nel registro anagrafico centrale ha fatto registrare un significativo incremento (+5%) del numero di residenti censiti che, passando da 51,5 a 54,3 milioni, arriva a coinvolgere attualmente più del 90% dell’intera popolazione. Per intenderci: è come se in uno stesso giorno 15 grandi capoluoghi di provincia fossero entrati, contemporaneamente, all’interno della banca dati unica nazionale.

Un imponente lavoro di squadra che ha richiesto lo sforzo e il coinvolgimento, ciascuno secondo le proprie competenze, di tutti i Municipi, del Dipartimento Servizi Delegati, del Dipartimento Trasformazione Digitale, del Dipartimento Partecipazione, Comunicazione e Pari Opportunità e del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale insieme a Sogei e agli RTI coinvolti nel progetto.

I vantaggi dell’ANPR

Il tanto atteso passaggio in ANPR rappresenta per l’Urbe un ulteriore passo verso quella rivoluzione digitale che sta interessando la PA negli ultimi tempi. In questa prima fase i cittadini potranno consultare i propri dati e richiedere e ottenere in tempo reale i certificati dell’area anagrafica, per sé e per il proprio nucleo familiare, attraverso un solo click. Nel prossimo futuro ognuno potrà richiedere, ad esempio, il certificato di residenza per qualunque persona, presso un qualsiasi Comune italiano (non soltanto quello di residenza), comodamente da casa. La banca dati centralizzata della PA, dove confluiranno tutte le anagrafi comunali e quindi le informazioni anagrafiche di tutti i residenti in Italia e degli italiani residenti all’estero (AIRE), è intesa come un sistema integrato per superare l’attuale frammentazione della gestione dell’anagrafe della popolazione con il triplice obiettivo di:

  • semplificare le operazioni di cambio di residenza, emigrazioni, immigrazioni, censimenti;
  • evitare duplicazioni di comunicazione con le Pubbliche Amministrazioni;
  • garantire maggiore certezza e qualità al dato anagrafico.

Il tutto nel rispetto delle normative sulla privacy e della sicurezza dei dati.

Da AGGIOR a SIPO: un passaggio di consegne

Così come nel più classico dei dualismi, però, non c’è corpo (hardware) senza anima (software). Contestualmente al subentro nella nuova piattaforma digitale di certificazione anagrafica, Roma Capitale ha infatti effettuato il passaggio verso un nuovo e più moderno sistema informatico della popolazione. Si chiama SIPO. Per l’avvio del nuovo sistema sono state migrate 7 milioni di posizioni anagrafiche e 40 milioni di movimentazioni storiche. Più di 96 ore di lavoro per migrare i dati anagrafici dal vecchio sistema (AGGIOR) al nuovo (SIPO). In circa 3 ore i dati sono confluiti nell’ANPR. L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente contiene i dati anagrafici di 3.164.000 cittadini romani (2.823.000 residenti/341.000 Aire).

Al momento lo switch off tra i due sistemi ha riguardato solo l’area dei servizi anagrafici. Entro la fine del 2021 il passaggio sarà completato anche per le altre tre restanti aree: servizi elettorali, stato civile e statistica. Si sta rivoluzionando il rapporto tra il cittadino e l’Anagrafe che da sempre rappresenta uno dei settori essenziali per la vita di un Comune perché la mancata iscrizione negli elenchi comporta l’impossibilità per qualunque cittadino di far valere i propri diritti civili (come quello di voto) e sociali (come i servizi di assistenza). Il passaggio da un software di vecchia generazione basato sul linguaggio bismapper a uno nuovo che utilizza il linguaggio Java più funzionale e intuitivo darà la possibilità agli ufficiali d’Anagrafe e di Stato Civile di svolgere il proprio lavoro in modo decisamente più smart. C’è da dire che il percorso non è stato affatto facile: per l’emissione delle Carte d’Identità Elettroniche (CIE), ad esempio, non è stato possibile effettuare preventivamente alcun test. Il sistema è stato sperimentato direttamente in modalità real life. Oltre che per le dimensioni della città capitolina, due fattori hanno reso complessa l’intera operazione: da un lato garantire la continuità dell’attuale sistema a fronte di un esponenziale aumento di richieste di erogazione di servizi e documentazione online; dall’altro la necessità di procedere al rifacimento di un sistema ex novo con risorse limitate, in un momento di grande trasformazione digitale in atto nell’Ente Capitolino. Senza dimenticare le difficoltà causate dall’emergenza Covid-19 che ha costretto a gestire da remoto questo tipo di sviluppo che spesso necessita dell’affiancamento al personale per capire come ridisegnare al meglio le procedure.

A tal fine è stato necessario istituire un gruppo di lavoro con competenze variegate: da quelle anagrafiche a quelle dell’area applicativa dei servizi digitali e dell’area infrastrutture del Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale che, con il suo Data Center, ospita il nuovo sistema informatico.

Al contempo, però, c’è stata la possibilità di bonificare, da errori di digitazione o mancate segnature e disallineamenti, le nostre banche dati così da garantirne la qualità e l’aggiornamento, costante e tempestivo. Il passaggio da un sistema operativo all’altro, dal punto di vista della gestione tecnologica, ha significato dichiarare conclusa l‘esperienza del sistema mainframe, su cui si basava fino a ieri l’Anagrafe, un sistema che per quanto importante e innovativo, era diventato obsoleto. Un lavoro per il quale vanno ringraziati gli oltre 700 ufficiali d’Anagrafe e di Stato Civile del Comune di Roma (di questi più di 450 sono dislocati tra i 15 Municipi capitolini) che hanno collaborato affinché il cambiamento potesse attuarsi pienamente.

Una nuova PA al servizio del cittadino: i benefici

Questi passaggi, seppur faticosi, segnano l’inizio di una nuova era per l’intera Pubblica Amministrazione che, grazie al dialogo e all’interazione, potrà sin da ora iniziare a ripensare, in chiave digitale, servizi pubblici sempre più efficienti in ottica cittadino-centrica. Ma come accade in generale per i progetti d’innovazione, questi spesso si rivelano essere progetti d’investimento i cui risultati, anche se maggiormente visibili nel lungo periodo, già dalla fase operativa producono benefici in termini di efficienza ed efficacia della macchina amministrativa. Nel momento in cui il nuovo sistema entrerà pienamente a regime si otterrà un risparmio di gestione di qualche milione di euro all’anno, a dimostrazione che gli investimenti sulle nuove soluzioni possono migliorare le funzionalità sia per gli utenti interni che esterni sia produrre un beneficio economico per l’Amministrazione, in linea con gli obiettivi di Agenda Digitale e del Piano Triennale ICT.

Queste, dunque, le basi della città intelligente del futuro che guarda a una migliore organizzazione del lavoro della PA e a una maggiore facilità di accesso alle informazioni da parte dei cittadini: partire dai bisogni della città e dei cittadini per riformare i processi interni e quelli organizzativi, di gestione delle informazioni e delle procedure, è alla base della governance della smart city. Così come richiesto dai processi di trasformazione digitale, il nuovo sistema informatico si presta a una maggiore interazione diretta con l’utenza esterna online attraverso un sistema di gestione che consente l’aggiornamento costante e tempestivo delle banche dati anagrafiche, presupposto importante per lo sviluppo di tutti i servizi e soprattutto per la promozione di quelli online. Solo partendo da una prospettiva esterna e dai bisogni dell’utente finale, non si corre il rischio di trascurare il punto di vista del cittadino.

E per farlo è necessario lavorare in sinergia con gli altri stakeholder della città secondo l’approccio dell’ecosistema. Lo stesso approccio ecosistemico che ritroviamo sia nel passaggio al nuovo sistema SIPO sia nel progetto ANPR che, a cura del Ministero dell’Interno, ha visto il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzia delle Entrate, SOGEI e Poligrafico dello Stato.

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