La lotteria degli scontrini è ufficialmente partita dal primo febbraio, ma al momento a vincere sono solo confusione e approssimazione. Il termometro, come sempre, sono i cittadini comuni, bombardati dalla propaganda del Governo, e gli esercenti che devono pensare a cassa integrazione, ristori, sanificazione, distanziamento, fornitori, prima che alla lotteria del premier dimissionario. I primi si sono dimostrati tiepidi rispetto a una misura che i più confondono con il cashback.
I secondi, oltre a non essere assolutamente informati dell’iniziativa, non sono per nulla felici di dover spendere soldi per aggiornamenti di software o lettori ottici di codici alfanumerici senza nemmeno sapere se domani potranno rimanere aperti.
Lotteria degli scontrini, tutti gli errori del Governo
La lotteria degli scontrini è un provvedimento che potrebbe avere una sua utilità. Ma il Governo ne ha stravolto la natura, l’ha soffocata di burocrazia, l’ha utilizzata, come sempre, per sprecare soldi forse a vantaggio di qualcuno.
Sarebbe stato sufficiente che l’Agenzia delle Entrate e il Mef, senza ulteriori adempimenti per esercenti ed acquirenti, operassero con i dati già in proprio possesso e con la semplice richiesta “volontaria” di registrazione del codice fiscale associato allo scontrino al momento dell’acquisto. Invece è stato creato un nuovo portale che non ha nessuna relazione diretta con l’app IO utilizzata per il cashback, duplicando piattaforme, costi e procedure.
Ancora una volta si è deciso di sacrificare l’accesso tramite Spid, nonostante il premier Conte ne abbia sbandierato la diffusione durante il discorso fatto alla Camera per ottenere l’ultima fiducia prima della crisi. Spid avrebbe garantito almeno un accesso certificato al portale degli scontrini al posto della sconcertante attuale modalità di accesso.
Troppa confusione
Il cittadino che vuole aderire deve semplicemente inserire il codice fiscale per ricevere un codice alfanumerico da presentare in negozio dopo l’acquisto. Peccato che lo stesso cittadino possa inserire anche il codice fiscale di qualunque conoscente o parente, registrandolo di fatto a sua insaputa. Ciliegina sulla torta è il fatto che se più persone inseriscono lo stesso codice fiscale, il sistema genera differenti codici alfanumerici. Quindi non è vero che ad un determinato codice fiscale corrisponda solo un singolo codice per la lotteria. Che confusione! A volere essere maligni, si potrebbe pensare che in questo modo il Governo possa registrare, a loro insaputa, milioni di italiani, sbandierando poi numeri trionfali di adesione ad una iniziativa che, ad oggi, è solo un gran pasticcio.
Una proposta
Fallire anche in questa impresa non era facile. Il ministero avrebbe potuto semplicemente studiare proposte alternative, alcune provenienti anche dalla Lega. Del resto, la lotteria degli scontrini non è una novità. A Taiwan esiste dagli anni Cinquanta, e la strada è stata battuta anche dalla Cina (tanto cara a questo Governo), Malta, Slovacchia, Portogallo, Georgia ma anche in alcune regioni di Argentina, Brasile e Colombia. Una proposta? Si facciano pagare 450 milioni di possibile danno erariale a chi ha acquistato i banchi a rotelle e con quei soldi si regalino software e lettori ottici a commercianti e artigiani, evitando loro un’ulteriore gabella in questo drammatico momento.