Che è successo davvero su Gamestop, la cui quotazione sta facendo l’ottovolante grazie all’intervento di una massa di piccoli investitori organizzati su forum e chat (Reddit e Discord)?
Ne hanno parlato in molti, ma per capire davvero i retroscena bisogna conoscere due concetti di base: short selling ed hedge fund.
Short selling
Quanto al primo termine, si tratta di una operazione finanziaria che prevede la vendita di strumenti finanziari non posseduti con un successivo riacquisto. Perché e quando si dovrebbe effettuare una simile operazione?
Si effettua, semplicemente, se si ritiene che il prezzo degli strumenti finanziari al momento del riacquisto sarà inferiore rispetto al prezzo inizialmente incassato rispetto al momento della vendita. Di conseguenza, si avrà un differenziale positivo nel caso in cui si verificasse quanto previsto, oppure negativo nel caso in cui il ribasso non si verifichi.
Nel concreto, avviene quanto di seguito riportato. Gli strumenti finanziari oggetto di short selling vengono prestati temporaneamente da una banca o da un intermediario finanziario al venditore allo scoperto. Il termine “temporaneamente” indica, appunto, una futura restituzione degli strumenti finanziari a seguito del riacquisto (quest’ultimo effettuato, si auspica, ad un prezzo minore rispetto a quello di vendita).
Si tratta, a ben vedere, di una operazione inversa rispetto a quelle tradizionali, le quali prevedono l’acquisto e poi la vendita dello strumento.
Il rischio, in questi termini, risulta essere una perdita potenzialmente illimitata per il venditore allo scoperto, in quanto il ribasso potrebbe non verificarsi o, peggio ancora, si potrebbe avere un rialzo del titolo che obbligherebbe ad un riacquisto più oneroso.
Hedge Fund
Quanto al secondo termine, ossia gli hedge fund, si tratta di fondi che gestiscono somme di denaro affidato loro da investitori di vario genere. L’obiettivo, naturalmente, è ottenere il maggiore ritorno possibile sulle operazioni a favore di tutti gli investitori.
Dopo aver delineato i concetti al base, possiamo analizzare adesso il caso GameStop e il motivo di tanta notorietà.
Cos’è Gamestop e il ruolo degli hedge fund
L’azienda in questione, divenuta notissima negli ultimi giorni, è una public company statunitense con sede nel Texas. È uno dei più grandi rivenditori di videogiochi nel mondo, nonché di accessori relativi a questi ultimi.
Alla base di tutto, c’è stato l’interessamento per questa società da parte del fondo Melvin Capital (hedge fund che gestisce 13 miliardi di dollari), il quale ha visto l’opportunità di trarre profitto dallo short selling effettuato sulle azioni di GameStop.
Il fondo in questione, infatti, ha deciso di scommettere contro (insieme ad altri) all’operazione di un altro hedge fund che alla fine dello scorso anno aveva sostenuto la società portando il titolo dal minimo di $ 2,57 a $18,84. Da quel momento, il titolo aveva iniziato a riprendere quota e stava crescendo in maniera costante, fino alla brusca battuta di arresto causata dalla vendita allo scoperto degli altri hedge fund.
L’intervento dei piccoli trader
Dopodiché, è avvenuto l’impensabile. Sono intervenuti, infatti, dei traders di WallStreetBets. Quest’ultimo si concretizza in un Reddit, ossia in un sito internet di social news/ forum dove gli utenti registrati (anche non professionisti nel settore) possono pubblicare contenuti sotto forma di post testuali o di collegamenti ipertestuali. Nel nostro caso, naturalmente, i contenuti riguardavano il tema degli investimenti.
In questo contesto, molti traders hanno proposto di iniziare a comprare azioni GameStop, con l’obiettivo di generare un aumento del prezzo delle azioni e una pressione sui venditori allo scoperto.
Hanno usato il sistema di trading Robinhood, che con costi di accesso azzerati, si rivolge soprattutto ai piccoli investitori.
Tutti noi conosciamo la potenza di queste piattaforme online, per cui non risulta particolarmente difficile immaginare cosa sia successo in seguito.
A questo appello lanciato su Reddit, infatti, hanno fatto seguito una serie di acquisti che avevano alla base le motivazioni più disparate, contribuendo ad innescare una reazione a catena che ha permesso al valore delle azioni di schizzare ai massimi in pochissimo tempo.
Da un lato si sono ritrovati schierati tutti coloro che ritenevano corretto punire gli hedge fund perché desiderosi di trarre profitto dai problemi di una società come GameStop. Dall’altro, tutti coloro che erano semplicemente desiderosi di effettuare operazioni per loro vantaggiose grazie alla salita del prezzo delle azioni.
Entrambe le categorie, tuttavia, avevano un obiettivo ben preciso: comprare le azioni della società che era stata bersaglio di vendite allo scoperto da parte di hedge fund.
Il risultato dell’azione congiunta
Il risultato, chiarissimo, non ha tardato ad arrivare: le azioni di GameStop sono arrivate, mercoledì scorso, a toccare quota $ 350,00. Per tornare alla definizione di short selling analizzato in precedenza, si nota come, se si fossero prese in prestito delle azioni GameStop all’inizio dell’anno e le si fossero vendute sul mercato per $18,84 si sarebbero dovuti mettere sul piatto ulteriori $301,16 per riacquistarle e restituirle a colui che le aveva prestate.
Naturalmente, quello che può sembrare un range significativo per una singola azione, assume proporzioni gigantesche se facciamo riferimento agli hedge fund. Questi ultimi, infatti, avevano venduto allo scoperto milioni di azioni e sono dovuti correre ai ripari riacquistando queste ultime in fretta e furia per evitare che le perdite aumentassero ancora.
Robinhood ha dovuto per un periodo bloccare le transazioni per potersi coprire con nuova liquidità a supporto degli scambi (con un miliardo di dollari).
Il rialzo sarà, ovviamente, destinato a ridimensionarsi nei prossimi giorni, come peraltro è già avvenuto nella prima sessione di febbraio, nella quale il titolo è sceso a quota 225 dollari, per un ribasso di giornata del 31.50%. Questo comporterà, per alcuni di questi investitori “ordinari” delle perdite derivanti dal ribasso del titolo.
Questo, in definitiva, l’esito del caso. Ma cosa possiamo dedurre dal caso GameStop? È lecito parlare di un cambio di rotta negli investimenti?
Che succede ora? Cambia il trading?
Sappiamo che gli investitori hanno provato a ripetere l’operazione con altri marchi “bolliti” come Nokia, Blackberry e persino l’argento, con esiti però non paragonabili a quello di Gamespot.
Probabilmente è troppo presto per trarre delle conclusioni, tuttavia possiamo osservare come per la prima volta degli investitori “ordinari”, ossia anche non professionisti del settore, abbiano fatto squadra contro gli interessi di grandi fondi come quelli di cui sopra e siano riusciti a causare delle perdite così importanti a questi ultimi.
Il ruolo dei social e delle piattaforme online, anche per investimenti, ha sicuramente contribuito a sdoganare ambiti di operatività che, fino a poco tempo fa, erano di esclusivo appannaggio di alcune categorie di soggetti.
Ha contribuito anche il clima sociale che negli Usa vede molte persone in pausa lavorativa o disoccupata, in pandemia, con molto tempo libero e una certa rabbia populista contro quelle che considera le élite (politiche e finanziarie), come spiegano diversi sociologi e commentatori anche negli Usa.
Si tratta certamente di una realtà con cui fare i conti e da tenere sotto controllo, in quanto future operazioni simili potranno aiutarci a comprendere l’evoluzione del mercato degli investimenti anche in ottica di finanza comportamentale.
Sarà interessante vedere quali regole eventualmente negli USA Fcc e il Congresso penseranno di adottare per gestire questo nuovo fenomeno, a tutela della tenuta del sistema e degli interessi dei piccoli investitori.