L’Unione europea continua a riaffermare il proprio impegno verso le sfide portate dalla trasformazione digitale, perseguendo l’obiettivo di creare una società digitale basata sui valori europei che superi gli ostacoli del digital divide e che crei i presupposti per nuovi posti di lavoro, nuove libertà e nuovi diritti.
Ecco che prende forma il decennio digitale europeo, “un quadro completo che guiderà tutte le azioni relative al digitale”, un ecosistema olistico nel quale predomina l’e-Government, dove tutti, dalle piccole imprese ai cittadini europei, hanno le competenze e gli strumenti necessari per usare la tecnologia e prendere decisioni migliori.
Fonte
“L’ambizione dell’UE è quella di essere digitalmente sovrana in un mondo aperto e interconnesso e di perseguire politiche digitali che consentano alle persone e alle imprese di cogliere un futuro digitale centrato sull’uomo, sostenibile e più prospero.”
Memore della lesson learned succedanea alla pandemia Covid-19, la presidente Ursula von der Leyen ha chiesto a tutta l’Europa di dimostrare una maggiore leadership digitale comune per il 2030, basata su obiettivi come la connettività universale, il rispetto del diritto alla privacy e alla libertà di parola, dichiarando che “l’Europa ha un’opportunità per tutta la vita di costruire meglio. Con il nuovo budget pluriennale e il Recovery and Resilience Facility, abbiamo mobilitato risorse senza precedenti per investire nella transizione digitale. La pandemia ha esposto quanto siano cruciali le tecnologie e le competenze digitali per lavorare, studiare e impegnarsi – e dove dobbiamo migliorare. Dobbiamo ora rendere questo decennio digitale europeo in modo che tutti i cittadini e le imprese possano accedere al meglio che il mondo digitale può offrire. La bussola digitale di oggi ci offre una visione chiara di come arrivarci.”
Nel marzo 2021 la Commissione europea ha proposto la cosiddetta Bussola Digitale 2030, un progetto avente lo scopo di sviluppare i principi digitali e che traduce le forti ambizioni europee che sostanziano il decennio digitale verso il 2030. Tale progetto stabilisce una imponente struttura di governance concorrente tra l’Unione e gli Stati membri, per il tramite di un programma politico paneuropeo, monitorato annualmente dal Digital Economy and Society Index 2023 – DESI 2023 d’accordo tra il Parlamento e il Consiglio e progetti multinazionali, il cui core sono i finanziamenti europei e gli investimenti dei singoli Stati dell’UE, cristallizzati nei piani di ripresa e resilienza. Tale progetto è poi stato integrato, nel dicembre 2022, dalla Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali.
Fonte
Il 27 settembre 2023 la Commissione europea ha presentato il primo Report della Decade Digitale Europea nel quale emergono sia l’impegno profuso nella Bussola Digitale 2030 dalle Istituzioni europee, sia la necessità della definizione di ulteriori misure politiche resilienti e competitive, a sostegno delle quali si è dato vita ai Consorzi europei di infrastrutture digitali – EDIC. Dalle competenze digitali alla sostenibilità, passando per l’implementazione delle reti e della connettività per poter consentire una maggiore digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, l’Europa c’è e c’è per i suoi cittadini.
“Senza azioni forti e concrete verso il pieno raggiungimento della transizione digitale non sarà possibile raggiungere gli obiettivi digitali entro il 2030.”
Il decennio digitale dell’Europa è il vostro decennio digitale
Il progetto per la costruzione della Decade Digitale Europea è stato presentato nel settembre 2021 con la Comunicazione della Commissione che stabilisce le traiettorie previste a livello di Unione per gli obiettivi digitali, quale guida per la trasformazione digitale dell’Europa a favore del cittadino. L’obiettivo principale perseguito è quello di dare più potere alle imprese e alle persone, per costruire un futuro più sostenibile per l’essere umano.
Sulla scorta della Bussola Digitale 2030, che ha delineato la via da seguire per lo sviluppo dell’economia e delle società digitalizzate, e della cooperazione strutturata tra Istituzioni europee e Stati membri, si continua a lavorare tutti insieme verso gli obiettivi digitali prefissati, costruendo tabelle di marcia strategiche verso il Path to the Digital Decade to deliver the EU’s digital transformation by 2030, al fine di sviluppare competenze, infrastrutture e servizi, in linea con i principi digitali europei, rinforzando sempre di più il quadro di governance europeo.
Fonte
Le proiezioni di tendenza, dette anche traiettorie del decennio digitale, fungono come base per la Commissione europea per monitorare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi, misurati per il tramite dei key performance indicator – KPI, individuati allo scopo di comprendere lo stato di avanzamento dei lavori, conformemente all’articolo 5, paragrafo 3, della Decisione (UE) 2022/2481, e per preparare le tabelle di marcia strategiche nazionali dei singoli Stati membri.
Fonte
Dal 2021 alla Comunicazione della Commissione che stabilisce le tendenze previste a livello di Unione per gli obiettivi digitali pubblicata nel settembre 2023, che accompagna il primo Report della decade digitale europea e che descrive “lo scenario di ‘status quo’, basandosi su dati osservati in passato”, emerge che è necessario ancora compiere uno sforzo importante per colmare il gap registrato nello sviluppo delle competenze digitali.
Fonte
“Nonostante la crescita sostenuta degli ultimi 10 anni, nel 2022 gli specialisti in TIC erano 9,37 milioni, pari al 4,6 % del totale degli occupati e poco meno di 11 milioni al di sotto dell’obiettivo per il 2030. Negli ultimi due anni la tendenza del numero di specialisti in TIC ha registrato un’accelerazione, con una crescita media annua più elevata rispetto al decennio precedente (6,0 % tra il 2020 e il 2022 e 4,2 % tra il 2011 e il 2019). Per conseguire l’obiettivo del decennio digitale, la tendenza positiva degli ultimi due anni dovrebbe essere ulteriormente accelerata. Nel 2022 poco meno del 19% del totale degli specialisti occupati nel settore delle TIC era costituito da donne. Nell’ultimo decennio la percentuale di uomini è rimasta costantemente superiore di circa 60 punti percentuali alla percentuale di donne, quest’ultima compresa tra il 16 % e il 19 % e quella degli uomini tra l’81 % e l’84 %.”
Ma dalla Comunicazione della Commissione emergono altre evidenze circa lo sviluppo delle infrastrutture digitali e della connettività. Infatti, “oltre al potenziamento delle reti di accesso alla fibra, saranno necessari ulteriori investimenti in hardware e software. […] Negli ultimi anni, sulla base dei dati disponibili, sembra sia stato registrato un aumento significativo della copertura 5G, dove il valore dell’UE per tale ICP ha raggiunto l’81,2 % nel 2022. Alcuni Stati membri hanno persino comunicato valori prossimi al 100 % o che raggiungono il 100 %.”
Alla luce di ciò è chiaro che c’è ancora molto da fare sia per la digitalizzazione delle imprese, per le quali sono stati stanziati 24 miliardi di euro, sia per la digitalizzazione dei servizi pubblici sia per i cittadini e per le imprese, in merito al quale si riscontra un grande divario tra i singoli Stati membri a causa del quale non siamo ancora arrivati a raggiungere l’obiettivo di fornire un sistema transfrontaliero migliore per il quale – si spera – il Regolamento eIDAS dia il supporto necessario.
Il primo report sullo stato del decennio digitale europeo
Il primo Report sullo stato del Decennio Digitale Europeo fa il punto sui progressi dell’UE verso una trasformazione digitale di successo come stabilito nel programma politico del decennio digitale 2030 e “fornisce uno sguardo completo sui progressi verso il raggiungimento della trasformazione digitale per potenziare un’UE più digitalmente sovrana, resiliente e competitiva. Comprende una valutazione delle prestazioni dell’UE verso gli obiettivi e gli obiettivi dell’Europa per il 2030 concentrandosi su quattro pilastri principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, compreso l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e digitalizzazione dei servizi pubblici. Comprende anche il monitoraggio della Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che riflette l’impegno dell’UE per una trasformazione digitale sicura, sicura e sostenibile, mettendo al centro le persone.”
Come chiarito anche dalla Comunicazione della Commissione, è necessario spingere ancor di più sugli sforzi collettivi, per il tramite dell’accelerazione delle misure politiche e degli investimenti strutturali. Infatti, “il successo del Decennio digitale sarà fondamentale per la futura prosperità dell’UE. La realizzazione del programma del Decennio digitale dell’UE potrebbe sbloccare un valore economico di oltre 2,8 trilioni di euro, pari al 21% dell’economia attuale dell’UE.”
Il Report dedica una grande attenzione verso le raccomandazioni per gli Stati membri, confezionati come singoli allegati, tenuto conto anche delle risultanze del monitoraggio aventi ad oggetto lo stato dell’arte dell’attuazione della Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale, firmata il 15 dicembre 2022 dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, insieme alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e al primo ministro ceco Petr Fiala per la presidenza a rotazione del Consiglio.
La situazione dell’Italia
“L’Italia ha un potenziale digitale non sfruttato che può contribuire ulteriormente agli sforzi collettivi per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale dell’UE. Date le dimensioni dell’economia italiana e della sua popolazione, gli sforzi attuali e futuri potranno contribuire in modo significativo. Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto progressi importanti in termini di infrastrutture, ma si colloca al di sotto della media europea per quanto riguarda le competenze e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici. Le strategie adottate in materia di cloud, blockchain, IA e, recentemente, di cybersecurity, insieme alle riforme e agli investimenti nell’ambito del piano di Piano di ripresa e resilienza, creano un quadro solido per realizzare una trasformazione digitale sostenibile e inclusiva. L’Italia sta collaborando con gli altri Stati membri per esplorare la possibilità di creare un Consorzio europeo per le infrastrutture digitali – EDIC per la creazione dell’Accademia europea delle competenze di cybersecurity.”
Tenuto conto del fatto che la trasformazione digitale colpisce ogni aspetto della vita delle persone, con la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale del 2022 si realizza il primo passo verso un’Europa sovrana e competitiva, il cui cuore pulsante è l’essere umano. Ciò emerge anche da quanto dichiarato dalla presidente Ursula von der Leyen, e cioè che la Dichiarazione “riflette il nostro obiettivo condiviso di una trasformazione digitale che metta le persone al primo posto. I diritti proposti nella nostra Dichiarazione sono garantiti per tutti nell’UE, online come offline. E i principi digitali sanciti nella Dichiarazione ci guideranno nel nostro lavoro su tutte le nuove iniziative”.
Inoltre, “i diritti e i principi digitali delineati nella Dichiarazione completeranno i diritti esistenti, come quelli radicati nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE e nella legislazione sulla protezione dei dati e sulla privacy. Forniranno un quadro di riferimento per i cittadini sui loro diritti digitali, nonché orientamenti per gli Stati membri dell’UE e per le imprese quando si tratta di nuove tecnologie.”
Conclusioni
Il Report della Decade Digitale Europea del 2023 è il primo di una serie di report annuali che racconta lo stato dell’arte del progetto europeo avviato dalla Commissione già nel 2021 con la Bussola Digitale Europea. Sono ancora molti i progressi che collettivamente UE e Stati membri devono raggiungere e ancora di più gli investimenti e l’impegno che dovrà essere profuso per colmare le attuali lacune e accelerare la trasformazione digitale in Europa. Grazie al Programma Politico del Decennio Digitale – DDPP, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio ed entrato in vigore il 9 gennaio 2023, l’Europa è pronta a sviluppare un sistema di e-Governance collaborativo. È chiaro che parte degli investimenti dovrà essere orientata verso lo sviluppo delle competenze digitali di base, nonché verso la digitalizzazione delle imprese e delle infrastrutture, pubbliche e private.
Tali sviluppi certamente consentiranno all’Europa di imporsi ancor di più nel panorama internazionale, tenuto conto che il quadro di azione di riferimento comprende anche i valori portati dalla Dichiarazione di Tallinn del 2017, elemento che fa si che l’intera strategia europea si rivolga anche ai paesi dell’EFTA, tra cui Islanda, Norvegia, Montenegro, Repubblica di Serbia, Svizzera, Turchia, nonché Albania e Macedonia del Nord, paesi che costituiscono il c.d. Benchmark di eGovernment 2023, a cui si aggiungono anche i paesi candidati all’UE come l’Ucraina.