Nell’aria ci sono i segnali perché il 2019 possa segnare un cambio di passo importante per la trasformazione digitale del Paese. Ma ci sono anche i segnali perché si rischi una ulteriore, dolorosissima, stasi. Per colpa della solita mancanza di chiarezza politica sul tema, dettata dagli altrettanti soliti conflitti di potere tra gli stakeholder.
È questa la dicotomia, mai come quest’anno fortissima, che emerge dai circa 40 interventi raccolti sul nostro Speciale 2019. Anche questa volta – come negli anni precedenti – una serie di grandi firme, nei diversi settori dell’Agenda digitale, fa il bilancio dell’anno passato e guarda le prospettive dell’anno in corso. Il senso del cambiamento a cui il Governo mira emerge, tra l’altro, anche dall’articolo di bilancio scritto dai parlamentari M5S.
Industry 4.0 e Startup
Tutto considerato, è forse nell’ambito incentivi all’innovazione delle aziende che il Governo finora ha lasciato una impronta più forte. Ed è qui che ci sono le maggiori certezze che nel 2019 ci sarà una svolta. Si veda il quadro delle novità di Industria 4.0 e Startup/Venture Capital, grazie alla Legge di Bilancio 2019.
Ma è corretto anche considerare i punti di domanda che emergono dalle analisi di noti professori universitari (Giovanni Miragliottae Mauro Lombardi). E le critiche del sindacalista Bentivogli.
Infrastrutture
Buono nel complesso anche l’impegno del Governo sulle infrastrutture, con l’accelerazione sul 5G. Ma ci sono ombre sul futuro del piano banda ultralarga e sullo stesso sviluppo del 5G in Italia, per via di incertezze nell’attuazione di norme e nella governance dei grandi operatori coinvolti (vedi analisi del professore Francesco Sacco).
Fatturazione elettronica
E’ ancora presto per un bilancio sull’avvio della grande rivoluzione dettata dall’obbligo fatturazione elettronica per (quasi tutte) le aziende nel 2019.
Certo però se da una parte è apprezzabile che si sia partiti con una svolta così importante, dall’altra ci sono vari segnali di confusione, per via dei tanti esentati (soprattutto in Sanità, per motivi privacy): vedi due articoli di quattro noti esperti (qui e qui).
PA digitale
Cominciano le dolenti note. I rischi indicati a novembre sono stati confermati: è ancora tutta da chiarire la governance nei rapporti tra Agid e Team Digitale, dietro cui c’è un – neanche tanto nascosto – braccio di ferro tra Lega e M5S per la supremazia sui temi del digitale.
I punti di svolta a breve qui sono: il decreto semplificazioni che rende PagoPA una società per azioni, di fatto sotto il controllo della presidenza del Consiglio e sottratta ad Agid; il nuovo e imminente piano triennale ICT per la PA. E – forse – un’ennesima revisione del CAD. Tutti temi che rischiano di essere altrettanti campi di battaglia politici.
Ciò detto, molte aspettative sono riposte nel futuro di PagoPA (vedi articolo di Giuseppe Virgone del Team Digitale) e su una messa a sistema dei servizi di cittadinanza digitale-spid-cie; ma anche è ancora in attesa – sempre più urgente – una svolta sulle lacune del procurement dell’innovazione.
Cyber security e privacy
Luci e ombre sui temi collegati della cyber security e privacy in Italia. Le cose sembrano procedere con molta lentezza sui dossier della cyber security nazionale (anche qui, sembra, per questioni di conflitti tra competenze politiche e un recente cambio al vertice nel Dis- Dipartimento delle informazioni per le sicurezza); in particolare per l’ancora atteso avvio dello Csirt italiano (vedi articolo di Corrado Giustozzi dell’Agid).
Il GDPR invece è entrato in vigore con una certa forza in Italia; qui il rischio principale sembra che ancora per molto tempo venga percepito come un mero adempimento formale dalle aziende. In particolare la sfida sarà garantire la tutela sostanziale dei diritti di cittadini di fronte alle grandi sfide della disinformazione/propaganda online (in particolare in vista delle prossime elezioni europee) e del trattamento sempre più spesso automatizzato dei dati (vedi articolo di Franco Pizzetti, ex Garante Privacy).
Scuola e Sanità digitali
Infine, il vuoto (o quasi): Scuola e Sanità.
Su Scuola digitale ci sono pochi segnali (vedi articolo del professore Paolo Ferri), tra cui un impegno su alternanza scuola-lavoro e un po’ di fondi sulla formazione (vedi articolo del ministro Bussetti).
Delusione per la Sanità digitale nel 2018, ma ci sono ancora speranze per un 2019 (vedi articolo del professore Mariano Corso).
In conclusione
Tutto considerato, il 2019 dovrebbe essere un anno di importante sistemazione dei grandi temi. Un anno in cui gli italiani dovranno assimilare le grosse rivoluzioni del Gdpr e della eFattura. In cui dovrebbero cominciare a toccare meglio con mano l’innovazione dei servizi di cittadinanza digitale (se tutto va bene). Dovrebbe finalmente cominciare a vedersi un nuovo mercato startup e maggiori investimenti innovativi delle aziende (fatte salve le incognite sulla capacità delle pmi di fare un vero salto culturale). Sarà anche l’anno dell’avvio del 5G e di una più decisa diffusione della fibra ottica, anche se probabilmente solo dopo il 2020 vedremo a regime queste novità.
Su tutto, il nuovo Governo – ormai superata la fase di rodaggio – dovrà finalmente giocare senza più indugi questa partita.