programmazione e investimenti

Agenda PugliaDigitale2030: così territorio e imprese partecipano alla trasformazione digitale

La Regione Puglia ha avviato un percorso condiviso e partecipato per l’aggiornamento della propria Agenda digitale. Focus sulle competenze e sulle modalità più efficienti ed efficaci per supportare le micro, piccole e medie imprese nel cogliere le opportunità della trasformazione digitale

Pubblicato il 08 Mar 2023

Vito Bavaro

Dirigente della Sezione Trasformazione Digitale - Dipartimento dello Sviluppo Economico –Regione Puglia

regione-Puglia

Con la recente deliberazione n. 155 dello scorso 20 febbraio la Giunta regionale pugliese ha inteso avviare un percorso condiviso e partecipato per l’aggiornamento della propria Agenda digitale, la cui ultima versione risale al 2014, con un nuovo documento strategico che abbia un doppio orizzonte temporale: di medio termine fino al 2026, in linea con le tempistiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); di lungo termine coerente la nuova strategia di specializzazione intelligente S3 (SmartPuglia2030), approvata ad aprile scorso a seguito di un’intensa fase di condivisione con i principali stakeholder e una consultazione pubblica, svolta per mezzo della piattaforma PugliaPartecipa.

Il percorso si avvia immediatamente dopo la Decisione (UE) 2022/2481 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022 con è stato istituito il Programma Strategico per il Decennio Digitale 2030, a cui è seguita a gennaio la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale (2023/C 23/01).

Cartella Clinica Elettronica: l’esempio virtuoso della Regione Puglia

Nello stesso periodo è stato definitivamente approvato il programma operativo regionale FESR-FSE+ 2021-2027, che rappresenta uno dei principali strumenti di attuazione delle politiche di innovazione e di sviluppo del territorio (DGR n. 1812 del 7 dicembre 2022 di presa d’atto della Decisione di esecuzione della Commissione Europea C (2022) 8461).

Gli obiettivi dell’Agenda PugliaDigitale2030

Primario obiettivo dell’Agenda PugliaDigitale2030 è, infatti, costituire un framework nel quale innestare e specializzare le misure e le azioni da finanziare con i vari fondi a disposizione, in primis quelli della nuova programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei. L’attenzione al tema della trasformazione digitale della società (in tutti i settori) è testimoniata dai circa 210 milioni di euro di contributo pubblico complessivo destinato all’obiettivo specifico “Permettere ai cittadini, alle imprese, alle organizzazioni di ricerca e alle autorità pubbliche di cogliere i vantaggi della digitalizzazione” (OS 1.2), all’interno dell’asse prioritario 1 “Ricerca e Innovazione”, che risulta quello con la maggiore dotazione finanziaria del programma regionale.

In particolare, nell’ambito dell’OS 1.2, sono previste due azioni specifiche:

  • L’azione 1.7 “Interventi di digitalizzazione delle imprese”, volta a supportare la trasformazione digitale delle imprese e accrescere il livello di maturità digitale delle PMI,
  • l’azione 1.8 “Interventi di digitalizzazione della P.A. e diffusione di infrastrutture e servizi digitali a favore di cittadini ed imprese”, dedicata al settore pubblico, per consentire all’Amministrazione regionale ed alle pubbliche amministrazioni locali di proseguire nel percorso avviato nella precedente programmazione con i progetti “Puglia Log-in” e “PugliaDigitale”, attuati con il supporto della società in house InnovaPuglia S.p.A.

Inoltre, al rafforzamento della maturità digitale delle imprese concorre anche la nuova azione 1.13 “Interventi di qualificazione delle competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale, l’imprenditorialità e l’adattabilità delle imprese”, finalizzata a qualificare le competenze imprenditoriali e manageriali con particolare attenzione alla transizione ecologica ed alla trasformazione digitale in coerenza con la S3.

Ovviamente, nella nuova Agenda non si potrà non tenere conto dell’apporto rilevante delle risorse del PNRR, in particolare dalla Missione 1 nelle sue tre componenti (Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA – Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo – Turismo e cultura 4.0), nonostante il limitato ruolo delle Regioni nella definizione delle priorità e degli obiettivi, non essendo Amministrazioni titolari delle misure. In tale ambito la Regione sta operando, tuttavia, come soggetto attuatore di misure ad elevato impatto per il territorio. In primo luogo è da citare l’intervento 1.7.2, di prossima attuazione, per l’apertura di 231 centri di facilitazione digitale per fornire ai cittadini supporto nelle competenze digitali di base al fine di agevolare l’inclusione digitale. La Puglia è, inoltre, amministrazione pilota per l’attuazione, in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale, della misura 1.4.2, per il miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali, in linea con quanto previsto dalla direttiva europea 2016/2102 e dalla legge n. 4/2004, prevedendo nel proprio progetto anche la formazione di personale degli Enti locali. Di recente, nell’ambito degli avvisi gestiti dall’Autorità per la Cybersicurezza Nazionale per il potenziamento della resilienza cyber, sono stati ammessi a finanziamento due progetti regionali che coinvolgono anche le Aziende del Servizio Sanitario Regionale, tutte le Agenzie strategiche regionali e due società in house. Solo per brevità di trattazione non si citano altri progetti finanziati sulla Missione 1, così come le attività che, come regione benchmark, si stanno svolgendo in materia di telemedicina e fascicolo sanitario elettronico a valere sulla Missione 6.

La Agenda PugliaDigitale2030 intende, quindi, declinare a livello territoriale in modo organico le sfide e le opportunità del PNRR sotto un’unica visione strategica di raccordo con gli altri strumenti di pianificazione e finanziamento, al fine di creare le migliori condizioni per lo sviluppo digitale della società, rafforzando le opportunità di crescita economica, tecnologica e sociale e per recuperare il divario che vede la Puglia nel 2021 ancora sotto la media italiana, seppur tra le prime regioni meridionali, secondo il DESI regionale (Digital Economy and Society Index), calcolato dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano.

Le direttrici dell’Agenda

Le direttrici dell’Agenda non potranno che vertere intorno ai quattro punti cardinali della bussola digitale europea per il 2030:

  • cittadini con adeguate competenze digitali e professionisti ICT altamente qualificati;
  • infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili;
  • trasformazione digitale delle piccole e medie imprese;
  • digitalizzazione dei servizi pubblici.

Se la precedente Agenda 2020 si è incentrata prioritariamente sui temi delle infrastrutture e dei sevizi pubblici, ai quali sono state destinate le principali risorse consentendo di raggiungere importanti risultanti (buoni livelli diffusi di connettività, disponibilità e fruibilità di una infrastruttura “cloud” pubblica e di piattaforme abilitanti di intermediazione per i pagamenti elettronici, l’identità digitale e la diffusione dei servizi, in particolare in ambito sanitario), il focus della nuova Agenda dovrà vertere prioritariamente sulle competenze digitali e sulle modalità più efficienti ed efficaci per supportare le micro, piccole e medie imprese nel cogliere le opportunità della trasformazione digitale.

Competenze digitali e sostegno alle imprese

Il sottodimensionamento della offerta di figure professionali specialistiche rispetto alla domanda è un problema diffuso a livello nazionale e particolarmente sentito in Puglia, che si sta sempre più consolidando come polo del digitale, in quanto alla tradizionale presenza di un tessuto di imprese IT radicate nel territorio, molto attive sul mercato e nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico, si è affiancato di recente l’insediamento di grandi player internazionali, attratti dal Sistema Puglia, grazie alle politiche ed agli strumenti regionali di sostegno agli investimenti ad alla presenza di un apprezzato ecosistema universitario. Allo stesso tempo, per supportare la competitività e l’internalizzazione del mondo produttivo pugliese lungo tutte le filiere, è necessario sostenere le imprese (soprattutto quelle tradizionalmente meno propense all’innovazione) nel ripensare i processi di lavoro e di produzione con l’introduzione spinta delle nuove tecnologie digitali (cloud, internet delle cose, intelligenza artificiale, web 3.0, realtà virtuale, cyber security, ecc.), non solo finanziando la domanda, ma anche stimolando la creazione di una rete privata di servizi, competenze e professionalità a “kilometro zero” che possano accompagnare ed affiancare tali processi, rispetto ai quali i dati in possesso denotano ancora una non adeguata propensione delle imprese pugliesi.

Le strategie di procurement pubblico del digitale

A questi temi si aggiunge quello delle strategie di procurement pubblico del digitale da attuare per il tramite del soggetto aggregatore regionale (art. 20 della legge regionale n. 37/2014), promuovendo un maggiore ricorso a strumenti ancora non sufficientemente utilizzati, come il pre-commecial procurement e il partenariato pubblico privato, e valorizzando la qualità nella produzione del software. In tale senso la Regione ha già avviato un progetto pilota, a valere sulle risorse residue del ciclo di programmazione dei fondi europei 2014/2020, per la definizione, in condivisione con le associazioni rappresentative del mondo della impresa, di un framework metodologico e tecnologico per la produzione di software, con determinate caratteristiche di qualità e di sicurezza, finalizzato allo sviluppo di servizi affidabili in uno scenario in cui il cybercrime, di diversa estrazione, è in costante ascesa.

L’Osservatorio regionale sul Digitale

Il percorso di scrittura a più mani dell’Agenda PugliaDigitale2030, a partire da una versione preliminare a cura di un gruppo interno regionale, sarà condiviso con il costituendo Osservatorio regionale sul Digitale, previsto dalla già citata DGR 155/2023, che dovrà curarne anche il monitoraggio e l’aggiornamento. L’Osservatorio avrà il compito di procedere all’analisi dei dati afferenti le dimensioni e le caratteristiche del settore ICT, nonché i fabbisogni delle imprese, delle pubbliche amministrazioni, del mondo universitario e della ricerca. L’obiettivo non è definire nuovi indicatori o raccogliere nuovi dati, già ampiamente disponibili, sebbene non sempre adeguatamente utilizzati. Un’ottima base di analisi è sicuramente rappresentata, per alcuni degli ambiti di interesse dell’Agenda, dal lavoro effettuato da Anitec-Assinform, in collaborazione con il Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese, con la pubblicazione nel 2022 del rapporto “Il Digitale in Puglia – Mercati, Dinamiche, Policy”, che fornisce un’analisi approfondita del mercato e del settore digitale declinando a livello regionale lo studio effettuato a livello nazionale. Così come rilevante è il contributo di conoscenza fornito dal lavoro dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI) con gli “Istant Report”, fotografie sul sistema innovativo regionale raccontate attraverso analisi e indagini, e l’AIO (Apulian Innovation Overview), il sistema informativo che fornisce serie storiche costantemente aggiornate di dati statistici sul sistema socio-economico e dell’innovazione regionale, utilizzando le principali fonti ufficiali e dati raccolti direttamente dall’ARTI.

L’interesse dell’Osservatorio è piuttosto quello di procedere ad una lettura multidimensionale dei dati, secondo un approccio olistico, guardandoli da diversi punti di osservazione ed interpretandoli con le diverse lenti rappresentative delle variegate sensibilità e dei molteplici interessi presenti all’interno dell’Osservatorio, i cui componenti saranno individuati come segue:

  • dalle Università pugliesi, dell’Ufficio Scolastico regionale e della rete degli ITS (Istituti Tecnici Superiori);
  • dal Distretto Produttivo dell’Informatica e dal Distretto Tecnologico “High Tech”;
  • da ANCI Puglia;
  • da Unioncamere Puglia;
  • dai Poli europei di innovazione Digitale, selezionati dalla Commissione Europea, con sede nel territorio regionale;
  • dal settore della ricerca non universitaria (in particolare dai Centri di Competenza ad alta
    specializzazione);
  • dal partenariato economico e sociale istituito per la gestione dei fondi europei (PES), in rappresentanza del terzo settore, delle associazioni datoriali e delle organizzazioni sindacali.

A questi attori “istituzionali” si aggiungono due rappresentanti della società civile, di cui uno tra gli enti non a scopo di lucro attivi in ambito digitale e l’altro tra le associazioni di cittadinanza attiva.

L’Osservatorio così composto può diventare una piattaforma permanente di coordinamento, di condivisione delle buone pratiche, di scambio di informazioni, di stimolo alla creazione di nuove misure da parte della Regione e, allo stesso tempo, luogo di promozione di sinergie tra pubblico e privato, mondo della ricerca e dell’impresa, grandi e piccole imprese, con la consapevolezza che per consolidare la vocazione digitale del territorio pugliese c’è bisogno della collaborazione forte tra tutti i livelli della pubblica amministrazione, imprese ICT (e non solo), scuole, università, enti di ricerca e l’universo del terzo settore.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2