Da oggi sono scaricabili online 14 certificati anagrafici dal sito dell’ANPR, gratis per almeno tutto il 2022, ed è un risultato che arriva grazie a un lavoro concertato con i Comuni.
Lo scorso 26 ottobre infatti, in sede di Conferenza Stato Città e Autonomie Locali, sono state approvate le nuove funzionalità aggiuntive dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente – ANPR.
È un passaggio significativo che, fin dall’istituzione dell’ANPR, ANCI ha sempre sollecitato, convinta della necessità che l’anagrafe unica dovesse contenere servizi a valore aggiunto sia per i cittadini che per i Comuni stessi.
Oggi, finalmente e dopo anni di serrato confronto istituzionale, anche un settore così “tradizionalista” e analogico come i Servizi Demografici fa un passo in avanti in direzione della trasformazione digitale. Altri servizi arriveranno grazie a questo lavoro.
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L’evoluzione digitale dei servizi demografici
Questa sensibilità verso l’evoluzione digitale del settore era da tempo presente nei Comuni, che già prima dell’ANPR avevano investito risorse proprie per offrire servizi sempre più vicini alle esigenze dei cittadini, inclusa la possibilità di richiedere certificati online, e hanno cercato di attivare punti di accesso distribuiti sul territorio, stipulando, ad esempio, convenzioni con edicole o tabaccherie per rendere i servizi sempre più capillari: un servizio che ha riscosso un alto tasso di gradimento, come dimostrato dal numero di certificati emessi in questa modalità, e che si è rilevato strategico durante il periodo pandemico.
Ora, con le nuove funzionalità appena definite, anche attraverso l’ANPR i cittadini potranno ottenere un certificato anagrafico, via email o attraverso la AppIO se scaricata, per sé e per i componenti del proprio nucleo familiare oppure richiedere un cambio di residenza, identificandosi tramite SPID o la Carta d’Identità Elettronica. Sarà una modalità online aggiuntiva rispetto ai servizi in rete e a sportello erogati dai Comuni.
Ci aspettiamo che questa nuova era multimodale di erogazione dei servizi comprima ulteriormente gli accessi agli uffici comunali, riducendo i carichi di lavoro in favore di una macchina amministrativa sempre più efficiente e al passo con i tempi.
I tasselli che mancano per voltare pagina
Dal punto di vista dell’efficienza del sistema pubblico nel suo complesso, va comunque evidenziato come, nell’immediato, non si potranno ancora raggiungere i tanto declamati obiettivi di risparmi economici per i Comuni, e quindi per la finanza pubblica, mancando ancora le basi oggettive per l’abbandono dei sistemi gestionali dei servizi demografici locali: questo perché l’ANPR non è ancora completa e pronta a sostituirsi a questi ultimi rispetto a tutte le esigenze degli uffici di anagrafe.
Solo l’impegno collettivo e la collaborazione interistituzionale, da sempre richiesta dall’ANCI, potrà far evolvere la piattaforma e farla divenire effettivamente il punto di riferimento dei servizi anagrafici e di stato civile prevalente per tutti. Purtroppo, infatti, mancano ancora 80 Comuni al completamento dell’ANPR, perlopiù piccolissimi, ma sufficienti a non far abbandonare del tutto le modalità tradizionali di circolarità anagrafica per quanto riguarda le funzionalità offerte dalla piattaforma nazionale. C’è quindi bisogno di un’azione mirata e puntuale per far sì che dal 1° gennaio 2022 si possa finalmente voltare pagina.
Considerando che l’ANPR è stata istituita nel 2012, questo dato che registriamo a fine 2021 dovrebbe far riflettere su quanto tempo si sia perso in fase di gestazione a causa di indicazioni diverse e a volte contraddittorie, spesso non condivise con l’ANCI e i Comuni, e tempi troppo lunghi per attuare i cambi di rotta una volta identificato un ostacolo.
Anpr, la lezione da imparare
L’esperienza maturata con l’ANPR ci deve, dunque, servire da lezione per non perpetuare gli stessi errori, ora che siamo impegnati con la realizzazione delle nuove piattaforme nazionali all’ordine del giorno dell’Agenda del Piano Italia Digitale 2026.
Serve prevedere più tempo e il coinvolgimento di tutti gli attori nella fase iniziale di definizione delle funzionalità, condividendo il percorso con gli operatori che dovranno utilizzare questi strumenti nella loro attività quotidiana verso i cittadini; si può accelerare nella parte implementativa, ma la definizione dei requisiti funzionali e di interfaccia è strategica e non va trascurata, consapevoli che andranno sempre definite delle misure di accompagnamento per le realtà meno strutturate, per non lasciare indietro nessuno e rischiare di rallentare tutto il processo.
L’impegno dei Comuni sugli interventi PNRR
Come sistema dei Comuni, in questa fase stiamo in ogni caso lavorando non solo sull’evoluzione dell’ANPR: sono numerosi, infatti, i tavoli tecnici e istituzionali di confronto aperti con le strutture di Governo sui diversi interventi relativi alla completa transizione digitale degli enti locali, in un’ottica di co-progettazione sia delle piattaforme nazionali, sia delle misure necessarie a far transitare i territori verso il nuovo modello digitale.
In particolare, negli ultimi mesi si è intensificato il lavoro per definire le modalità attuative attraverso le quali verranno realizzati gli investimenti previsti nella Missione 1 Componente 1 del PNRR “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”. Nel dettaglio, gli investimenti che riguarderanno direttamente i Comuni e le Città metropolitane saranno:
- 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud”, attraverso interventi di supporto e incentivi per trasferire basi dati e applicazioni
- 1.3 “Dati e interoperabilità”, con particolare riferimento all’utilizzo della futura Piattaforma Digitale Nazionale Dati e allo sviluppo dell’interoperabilità dei SUAP in ottica di Single Digital Gateway europeo
- 1.4. “Servizi digitali e cittadinanza digitale”, con particolare riferimento a standardizzazione dei siti, adesione a PagoPA e AppIO, utilizzo di SPID, Carta d’Identità Elettronica, ANPR e Piattaforma Notifiche
Nel complesso di stratta di circa 3 miliardi di risorse, distribuite in interventi che puntano ad “entrare nel cuore” dell’attività amministrativa degli enti locali per innalzare il livello di qualità e semplificazione dei servizi offerti ai cittadini: per questo, la loro progettazione deve necessariamente essere basata sulle condizioni operative e sulle necessità espresse dalle amministrazioni stesse, nonché su un confronto precompetitivo con gli operatori del mercato capace di attrezzare al meglio l’offerta.
Questo anche, e forse soprattutto, a beneficio delle realtà comunali più piccole che, oltre ad avere bisogno di regole semplici per accedere ai finanziamenti, necessitano di supporto tecnico adeguato da parte dei propri fornitori. I Comuni più grandi, invece, devono poter essere messi nelle condizioni di utilizzare l’occasione del PNRR per potenziare gli interventi che sono già stati avviati in precedenza – ad esempio, nel caso dei Comuni capoluogo di Città metropolitana, attraverso il PON Metro – accelerando ulteriormente i processi di innovazione già in atto.
Conclusioni
Complici il ritmo serrato e la distribuzione di responsabilità imposti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sembra dunque che, finalmente, tutte le istituzioni coinvolte abbiano acquisito la consapevolezza che solo condividendo strategia, obiettivi, progettazione e realizzazione delle misure si possano ottenere dei risultati rapidi e realisticamente efficaci.