Ormai è vicino il traguardo dei mille Comuni subentrati in Anpr: con un ritmo di 10 – 15 Comuni al giorno, procede la costituzione della base dati anagrafica nazionale.
Non c’è però da gioire: certo non ce la faremo nemmeno nel 2019 a completare i lavori e la sfida sarà riuscirci nel 2020. E non è nemmeno finita qui: troppe le variabili da considerare e i fattori che impediscono di massimizzarne i vantaggi. Anche una volta raggiunto l’obiettivo del completamento, non sarà che un nuovo punto di partenza, per arrivare ai veri vantaggi al cittadino.
Anpr, a che punto siamo
Intanto, almeno si procede con il subentro. Da qui alla fine dell’anno sono già programmati per il subentro altri 480 Comuni; la popolazione presente supera i 10 milioni e si prevede di arrivare ad oltre 14 milioni di persone.
Il trend però non è costante per tutto il territorio nazionale, ci sono Regioni in cui ancora non ci sono Comuni subentrati, come ad esempio il Friuli Venezia Giulia, oppure sono poche unità (Abruzzo, Basilicata, Liguria, Marche, Molise).
La differenza da questo punto di vista la fanno sia le aziende di software – che debbono avere terminato le integrazioni necessarie sia per il trasferimento dei dati e soprattutto per il costante colloquio che avviene tra Anpr e il database locale dopo il subentro – e sia i Comuni, che invece debbono organizzarsi al proprio interno per la formazione degli operatori e per il controllo e la bonifica dei dati.
Ci sono però anche esempi virtuosi, come ad esempio le Regioni Valle d’Aosta (con più di metà dei Comuni subentrati), Emilia-Romagna (con più del 30%dei Comuni subentrati); seguono con percentuali minori la Lombardia, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige (in cui manca tutta la parte di Bolzano) e Veneto; in coda le altre Regioni.
Fonte: dashboard.teamdigitale.governo.it
Anagrafe unica, i temi sul tavolo
Un altro aspetto positivo da registrare è che la Funzione Pubblica ha già iniziato a pagare i primi contributi richiesti dai Comuni a fronte dell’avvenuto subentro, come previsto dal bando pubblicato alla fine del 2017.
Non si sa ancora cosa succederà nel 2019, ovvero se i contributi potranno essere riproposti anche per l’anno successivo.
Potrebbe essere un incentivo importante per i Comuni che – per vari motivi – non hanno avuto modo di effettuare il subentro entro il 31/12/2018.
Altro tema è quello del completamento del subentro: su un totale di 7.954 Comuni, di cui circa 1.000 già subentrati ad oggi, che previsioni si possono fare alla fine del 2019?
Gli ostacoli sulla strade del completamento dell’Anpr
Si può pensare che la base dati venga definitivamente popolata?
Probabilmente no, e le variabili potrebbero essere costituite sia dai piccolissimi Comuni, che non sono in grado (per motivi organizzativi o tecnologici) di far fronte ad un simile passaggio, e sia dalle grandi città, che possono trovarsi di fronte a difficoltà gestionali importanti.
A questo punto, occorre pensare ad una modalità di incentivo/obbligo, che garantisca entro un termine certo il completamento del progetto.
Potrebbero essere allo studio sanzioni o altri strumenti, ma la decisione finale da questo punto di vista è politica, al momento la normativa non contiene nessun termine perentorio.
Massimizzare i benefici del subentro
Un altro tema da non sottovalutare, strettamente collegato al primo, è la massimizzazione dei benefici collegati all’avvenuto subentro, sia in termini di risparmio di tempo (per gli operatori) con semplificazione ed eliminazione di adempimenti, e sia in termini di aumento di servizi per i cittadini.
Rispetto al primo tema c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto sul tema dell’interoperabilità tra le banche dati e le modalità di accesso per altre PA e gestori di pubblico servizio, ma sono temi nell’agenda dei lavori per il 2019.
Rispetto al secondo tema, ci sono da tempo lavori in corso, sia per il servizio di consultazione dei propri dati e sia per il servizio di certificazione online: da verifiche effettuate sui siti web dei Comuni, solo il 14% dei Comuni offre questo servizio, che copre il 25% della popolazione: ciò significa che più dell’80% dei Comuni e quindi il 75% della popolazione – ad oggi – se ha bisogno di un certificato anagrafico deve obbligatoriamente recarsi allo sportello.
È vero che il certificato viene considerato “obsoleto”, ma ricordiamo che per alcune categorie di soggetti (Banche, Assicurazioni, Avvocati, Notai, ecc.) è ancora l’unico modo per verificare delle informazioni di base per poter concludere delle pratiche.
Quindi – in attesa che il legislatore decida che l’autocertificazione può valere per tutti, e che quindi tutti hanno diritto di accedere alla base dati anagrafica per la ricerca/verifica dei dati – una parte importante di servizio deve comunque essere coperta.
Questo per dire che – da un certo punto di vista – il completamento della base dati di ANPR con il subentro di tutti i Comuni non è un obiettivo finale, ma è solo l’inizio di un percorso di digitalizzazione a largo raggio, che tocca da vicino tutti i cittadini.