L’Open Government Partnership può essere una grande opportunità. E, dopo due edizioni non esaltanti in termini di risultati, il piano d’azione 2016-2018 può essere il banco di prova di un vero impegno a rendere la pubblica amministrazione più trasparente, responsabile e aperta ai cittadini. L’alto numero di organizzazioni della società civile che hanno aderito all’OGP – una settantina – testimonia il cambio di passo, anche sull’onda dell’approvazione del Freedom of Information Act che ha segnato un nuovo e fruttuoso modo di fare advocacy dal basso in Italia.
Riparte il futuro ha avanzato diverse proposte ai tavoli dell’Open Government Partnership tra cui il portale web delle candidature. Ad oggi, infatti, non esiste un database di chi aspiri a ricoprire incarichi pubblici, e i cittadini sono ancora costretti a fare ricorso alle affissioni sui muri per avere un quadro completo su liste e nomi dei candidati.
L’esperienza della campagna Saichivoti, che Riparte il futuro ha lanciato assieme a Transparency International, Cittadinanzattiva, Diritto di sapere, Action Aid e altre associazioni dimostra però che non basta conoscere i nomi di chi si candida, ma i cittadini sono alla ricerca di informazioni minime ed essenziali per poter scegliere consapevolmente chi votare. Per questo, sull’onda di quanto Riparte il futuro fa già da anni in occasione delle tornate elettorali, abbiamo chiesto che sul portale dei candidati, che potrebbe essere gestito dal ministero dell’Interno, si trovino un cv dettagliato (da cui capire competenze e incarichi), la situazione patrimoniale e reddituale, potenziali conflitti d’interessi e status giudiziario di chi di candida a ricoprire un ruolo istituzionale. Si tratta di dati in larga parte già obbligatori per la fase di avvenuta elezione, che andrebbero estesi a quella che precede la votazione. Fino ad ora è stata la società civile, da una parte, a creare portali per candidature trasparenti e, dall’altra, la buona volontà di quei candidati che hanno scelto di aderire spontaneamente. I tempi sono certamente maturi perché si tramuti in impegno vincolante per chiunque voglia diventare amministratore pubblico