Da qualche giorno la trasformazione digitale ha segnato un’altra tappa importante: Milano è entrata in ANPR. Un lavoro preparatorio di circa un anno, durante il quale i Sistemi Informativi e i Servizi Civici del Comune hanno operato in stretta sinergia con tutti i partner coinvolti, che si è concluso in un weekend di lavoro non stop, tra venerdì 13 e domenica 15 luglio, migrando quasi 1.400.000 schede anagrafiche.
Il tutto senza mai chiudere gli sportelli al pubblico. Un lavoro di squadra straordinario, in cui tutti hanno lavorato con professionalità e con una dedizione esemplare.
La migrazione all’anagrafe unica nazionale è frutto di mesi di collaborazione dei tecnici del Comune con il Team Digitale, con Agid, con Sogei e con il supporto della società Sistemi Informativi del gruppo IBM.
ANPR, perché è un passaggio strategico per Milano
Un impegno condiviso con tanti soggetti pubblici e privati che rende molto più vicino il traguardo di questo grande progetto per la trasformazione digitale del settore pubblico in Italia.
Anche il modo in cui si è lavorato, tutti insieme per un obiettivo comune, spero possa essere d’esempio per tutti i restanti Comuni italiani affinché comprendano l’importanza di questa migrazione che offre vantaggi per tutti ed è un enorme passo avanti per l’innovazione in Italia.
ANPR è un passaggio strategico per Milano, per tre motivi chiave:
- Conferma la volontà e l’impegno di Milano di essere co-protagonista della digitalizzazione del Paese. L’ingresso in ANPR ha aumentato significativamente il numero totale di dati anagrafici: Milano, infatti, è il Comune più grande ad aver compiuto questo passo. Ciò significa anche una maggiore complessità da gestire, complessità che non ci ha fermato perché crediamo che l’Italia abbia bisogno del contributo di tutti per poter proseguire nel cammino dell’innovazione. Milano, senza velleità di protagonismi, vuole correre insieme agli altri Comuni e dare il proprio contributo per semplificare, modernizzare, digitalizzare il Paese.
- I benefici per i cittadini milanesi sono concreti ed evidenti, anche se non immediati. Si ottengono subito miglioramenti per le Pubbliche Amministrazioni che sono già nel sistema e che accelerano l’interscambio di dati, le verifiche, le certificazioni. I cittadini hanno quindi un vantaggio se richiedono documenti di Comuni che sono già in ANPR. Il massimo beneficio si otterrà poi quando tutti i Comuni italiani confluiranno nel database unico, rendendo i sistemi anagrafici interoperabili e abbattendo così le barriere locali. Abbiamo contribuito a un percorso di unificazione che consentirà di far dialogare i sistemi delle diverse città, standardizzare le procedure, garantire la certezza dei dati, snellire i tempi di erogazione dei certificati.
- La condivisione dei dati è un argomento di grande attualità, specie dopo le recenti polemiche legate alle violazioni della privacy che hanno coinvolto alcune internet company mondiali. È quindi ancora più necessario che le pubbliche amministrazioni gestiscano i dati dei cittadini in modo attento, consapevole e rispettoso delle leggi (mi riferisco anche alla GDPR europea del 25 maggio scorso). Avere una banca dati centralizzata a livello governativo permette a tutti gli enti di fare un salto in avanti in questa direzione ed è un messaggio positivo per tutti i cittadini.
Cosa è stato fatto
Il Comune di Milano, al termine di un anno di programmazione e preparazione di tutti i sistemi, nell’arco di un fine settimana di luglio a ha migrato in ANPR 1.387.228 schede anagrafiche dei cittadini milanesi, 732.733 schede di nuclei familiari, 83.263 schede di cittadini residenti all’estero (AIRE) e 51.892 schede di famiglie residenti in altri Paesi.
In questo modo sono diventate punti d’accesso per i dati in ANPR 500 postazioni delle sedi anagrafiche sparse su tutto il territorio della città di Milano.
Con l’ingresso del Comune di Milano e di altri comuni, tra cui Torino che ha operato la migrazione nello stesso periodo, gli iscritti all’Anagrafe nazionale unica sono oggi oltre 6 milioni e 590 mila persone residenti in 391 Comuni subentrati.
Pochi? Non direi, se consideriamo che erano dieci solo un anno fa, e che il progetto,pensato nel 2012, è partito concretamente solo due anni fa.
Certificati anagrafici, domande di residenza, scissioni e aggregazioni dei nuclei familiari, cambi di indirizzo: sono le principali pratiche che saranno rese più rapide e meno gravose per i cittadini e per gli uffici. Aver aggregato i dati dei cittadini in una sola anagrafe fa guadagnare in efficienza, riduce le code agli sportelli, abbatte i tempi e i costi, semplifica le procedure di variazione uniformandole a livello nazionale.
Un segno concreto: nella prima settimana a Milano con il nuovo sistema sono già stati emessi 7640 documenti di cui 6486 certificati, 542 domande di residenza, 214 scissioni-aggregazioni di nucleo famigliare, 398 cambi di indirizzo.
ANPR e semplificazione dei processi
ANPR significa anche semplificazione dei processi. Un esempio fra tutti il cambio di residenza, operazione che in Italia avviene circa settemila volte al giorno: il cittadino si reca allo sportello del proprio Comune e l’impiegato che segue la pratica invia la comunicazione a un altro Comune, spesso leggendola e processandola a mano. Da questo momento in poi si attende che arrivi la risposta, in tempi variabili e con possibilità di errore. Questo genera un inutile spreco di tempo e risorse, sia intellettuali che economiche.
Per i comuni subentrati in ANPR, invece, la procedura diventa istantanea e con risoluzione immediata per il cittadino, aiutando così la Pubblica Amministrazione a liberare risorse da impiegare in modo più efficace.
Tecnologia e cultura i pilastri della trasformazione
Inutile nascondere che abbiamo incontrato tante difficoltà. Una migrazione così imponente, realizzata in un anno ma esplosa in un weekend, scegliendo di tenere sempre aperti i servizi agli sportelli, ha richiesto di lavorare in dual mode, mantenendo due sistemi attivi per un certo periodo di tempo.
I problemi però non nascono certo oggi. Il nostro Paese sconta un ritardo decennale, ma negli ultimo anni abbiamo assistito a un’accelerazione molto forte che ci ha permesso di recuperare terremo in modo rapido e concreto.
Senza rivoluzioni, senza proclami e senza atti eclatanti di cui nessuno sente il bisogno, proseguendo però in un piano di trasformazione digitale inarrestabile.
La pubblica amministrazione deve anche tener conto dei tempi delle persone nel confronto con le nuove tecnologie, che si tratti di dipendenti o di cittadini che si rivolgono agli uffici pubblici.
A Milano, per esempio, c’è una fascia di popolazione che accoglie le innovazioni in modo molto attento e anche molto critico, e fornisce all’Amministrazione feedback puntuali, diretti, anche attraverso i nostri canali online. Poi ci sono cittadini che fanno più fatica ad apprezzare il cambiamento e vanno quindi aiutati e accompagnati .
La migrazione ad ANPR ci ha permesso, da un lato, di offrire a un numero importante di dipendenti del Comune una formazione che permettesse loro di utilizzare al meglio il nuovo sistema, evidenziandone anche i benefici per il loro lavoro e dall’altro, poter comunicare ai cittadini un’innovazione così ad ampio raggio ci consente di proseguire nel percorso di educazione digitale che portiamo avanti attraverso la collaborazione con associazioni come Assolombarda, fondazioni come EMIT Feltrinelli, organizzazioni private e centinaia di giovani coinvolti grazie al programma statale di Alternanza Scuola.Lavoro.
Sono profondamente convinta che la trasformazione digitale deve essere affiancata da un cambiamento culturale: rispettando i tempi delle persone, dobbiamo innescare un processo virtuoso attraverso la diffusione di una nuova cultura digitale.
Anche su questo, Milano sta facendo la sua parte.