Per l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), il nuovo Piano Triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2019-2021 prevede obiettivi sia di tipo infrastrutturale e sia di miglioramento della qualità del servizio.
Per quanto riguarda la piattaforma, si prevede il completamento della migrazione dei dati dalle anagrafi comunali ad ANPR, assicurando durante le fasi del ciclo di vita dei dati un elevato indice di qualità degli stessi, e l’avvio della sperimentazione dell’Archivio nazionale informatizzato dei registri di stato civile in ANPR.
In particolare, attraverso questa sperimentazione su un campione significativo di comuni italiani, si provvederà alla realizzazione di prototipi di registri di stato civile, valutando le possibili semplificazioni derivanti dalla digitalizzazione e centralizzazione degli stessi (l’informatizzazione dei registri di stato civile, ricordiamo giusto per curiosità, era già stata prevista a livello normativo dal DPR 392/2000, a cui non è mai stato dato seguito)
Per quanto riguarda invece il completamento della migrazione dei Comuni in ANPR, non è chiaro cosa succederà se al 31 dicembre 2019 ci saranno ancora Comuni che non avranno completato le procedure di subentro.
L’ANPR non è solo una banca dati
L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente è la banca nazionale centrale unica nella quale confluiscono progressivamente le anagrafi comunali, l’anagrafe centrale unica di tutti i cittadini e i residenti in Italia. Essa contiene i dati anagrafici, gli indirizzi di residenza e rappresenta l’archivio di riferimento delle persone fisiche appunto residenti, per tutti gli altri sistemi nazionali (migrazione da anagrafi locali ad anagrafe centrale in corso).
Il DPCM 194/2014 stabilisce i requisiti di sicurezza, le funzionalità per la gestione degli adempimenti di natura anagrafica, le modalità di integrazione con i diversi sistemi gestionali nonché i servizi da fornire alle pubbliche amministrazioni ed Enti che erogano pubblici servizi.
ANPR non è solo una banca dati ma un sistema integrato che consente ai Comuni di svolgere i servizi anagrafici ma anche di consultare o estrarre dati, monitorare le attività, effettuare statistiche.
L’anagrafe unica accelera il cammino
Il popolamento della banca dati di interesse nazionale ANPR evidenzia un incremento nell’ultimo periodo, nel dettaglio da meno di 300.000 abitanti e 13 comuni nel settembre 2017 (data della firma del contratto) si è raggiunto il numero di quasi 22 milioni di abitanti e quasi 2.000 comuni ad aprile 2019 (il monitoraggio in tempo reale della migrazione dei comuni verso ANPR è disponibile nella dashboard ANPR – Stato della migrazione).
L’incremento del processo di subentro dei Comuni in ANPR constatato nell’ultimo periodo è imputabile all’assetto della governance del progetto stesso che individua un Program Office (PO) di nomina commissariale, a cui è stata attribuita la funzione di coordinare e verificare le azioni tecniche per la realizzazione del progetto.
L’introduzione di questa nuova funzione ha permesso di:
- coordinare le attività ponendosi quale elemento di raccordo tra il Ministero dell’Interno, quale Amministrazione responsabile del progetto, e Sogei, quale partner tecnologico del progetto;
- predisporre nuovi interventi per valorizzare i risultati conseguiti dalla realizzazione del sistema ANPR (integrazione registro nazionale di stato civile, certificazione anagrafica nazionale, ecc.);
- incrementare le azioni di comunicazione verso tutti gli stakeholder migliorando la trasparenza sullo stato del progetto;
- valorizzare il progetto ANPR nell’ambito delle azioni previste dal Piano Triennale dando seguito alle necessarie azioni di raccordo con le altre iniziative (Vocabolari Controllati, SPID, Modello Interoperabilità);
- contribuire alla creazione di una comunità tecnica attraverso strumenti di supporto aperti svolgendo un ruolo di coordinamento e di integrazione con i fornitori dei Comuni.
Le linee d’azione per migliorare la qualità dei servizi ANPR
Interessanti sono gli obiettivi che tendono a migliorare la qualità dei servizi offerti da ANPR ai propri stakeholder, e cioè le Pubbliche Amministrazioni interessate, i gestori di pubblico servizio, i professionisti e – perché no – anche i cittadini.
Rispetto a questo, sono state individuate a tre linee di azione:
- Attuare la circolarità anagrafica, tramite la fruizione dei dati presenti in ANPR da parte delle amministrazioni pubbliche, dei gestori dei servizi pubblici e delle società a controllo pubblico che hanno diritto di accesso ai dati ANPR;
- rendere disponibile un servizio di accesso ai propri dati anagrafici (visura anagrafica) a tutti i cittadini;
- rendere disponibili servizi digitali per la certificazione anagrafica per tutti i cittadini.
L’attuazione della circolarità anagrafica nazionale si sviluppa in due fasi.
Prima si dovrà definire un modello di Accordo di servizio e di un processo facilitato per le stipule che indichi:
- le finalità istituzionali per cui si richiede l’accesso ai dati ANPR;
- le modalità tecnico-amministrative con cui accedere
- la definizione dei data service a cui poter accedere.
- Dopo verrà predisposto un sistema web per facilitare l’adesione all’Accordo di servizio ai soggetti che ne hanno diritto, a cui seguirà la stipula degli Accordi di servizio.
Anche in questo caso si dà attuazione a norme risalenti nel tempo, come ad esempio il DPR 445/2000 in cui si afferma che le PA e i gestori di pubblico servizio hanno l’obbligo di ricevere autocertificazioni e i controlli dei dati dichiarati debbono avvenire in modalità telematica.
Visura anagrafica e la Certificazione anagrafica nazionale
La visura anagrafica e la Certificazione anagrafica nazionale si pongono l’obiettivo di permettere a tutti i cittadini di visualizzare, anche attraverso SPID, la propria situazione anagrafica (visura anagrafica) e quella della famiglia anagrafica in cui è inserito, consultabili tramite web app resa disponibile a livello nazionale.
Il servizio in questione è già previsto dall’art. 6 del DPCM 194/2014, quindi si tratta solo di realizzare una funzionalità già prevista (e ricordiamo anche come obbligatoria, sia dal D. Lgs 196/2003 e sia dal più recente Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali).
Per quanto riguarda invece il servizio online di certificazione anagrafica nazionale, è da considerarsi come la vera e propria “rivoluzione copernicana” dell’anagrafe: infatti, sfruttando e mettendo a fattor comune le potenzialità di una banca dati nazionale che già possiede un’interfaccia web oriented, si crea un portale in cui il cittadino o il professionista (solitamente notaio o avvocato, comunque un “intermediario qualificato”) può richiedere ed ottenere in tempo reale certificati anagrafici.
Ciò sarà reso possibile anche attraverso l’utilizzo dei servizi fiduciari previsti dal regolamento europeo eIDAS, che potranno garantire l’autenticità della fonte (come ad esempio il sigillo elettronico qualificato).
In sintesi, gli obiettivi del Piano Triennale non sono altro che la dimostrazione pratica che ANPR non è solo una banca dati nazionale che raccoglie ed unifica le anagrafi dei singoli Comuni, ma diventa anche il volano dell’innovazione nelle PA, rendendo possibile la verifica dei dati anagrafici in tempo reale e in modo automatizzato, proprio secondo quelle regole di interoperabilità che fino ad oggi sono rimaste teoria.