Negli ultimi mesi mi è capitato qualche volta di dover “spiegare” ai colleghi di altri Enti i motivi che ci hanno portato ad essere tra i primi comuni d’Italia che hanno completato il cosiddetto subentro in ANPR.
Sinceramente trovo sempre curiosa questa domanda a cui non posso che rispondere con un’altra: ma non sono vent’anni che proprio “noi delle P.A.” ci raccontiamo quanto sarebbe utile poter accedere ai dati anagrafici delle persone da un’unica fonte certa ed aggiornata in tempo reale?
Quindi perché, adesso che la tecnologia e le infrastrutture necessarie sono alla portata di mano, avete queste paure e cautele?
Ormai agli amici/colleghi continuo a ripetere un mantra molto semplice: “Non potete aspettare che siano sempre “gli altri” a cominciare. Se non iniziate a lavorarci e quasi tutti rimanete fermi l’ANPR non può decollare”.
Fatte queste premesse se dovessi indicare lo scoglio più grande da affrontare, non avrei dubbi: il problema maggiore è legato ai codici fiscali.
Allinearli con quelli presenti in Agenzia delle Entrate, capire se e quando modificarli nella propria anagrafe, recuperare i dati corretti relativi agli estremi di nascita per i casi più complessi, gestire gli eventuali cambi di cognome/nome, provincia, comuni soppressi, ecc.
Ovviamente questo comporta che tutti i nodi degli ultimi decenni nella gestione delle anagrafiche nei comuni arriveranno al pettine del cosiddetto presubentro.
All’inizio l’elenco delle anomalie può apparire lungo e ingestibile: le giuste analisi e gli interventi risolutivi “di massa” saranno utili per concentrarsi sui casi che dovranno essere valutati uno ad uno.
La nostra strategia è stata quella di ripetere più volte la fase di presubentro: ne abbiamo effettuate cinque, tanto che il giorno del subentro definitivo ci è sembrato tutto normale e non abbiamo avuto alcun tipo di problema.
Credo che qualsiasi informatico concorderà nell’affermare che se ogni persona avesse attribuito un codice univoco e valido “per sempre” – come avviene con le targhe delle automobili – molti dei problemi di gestione di un’anagrafica centralizzata della popolazione sarebbero stati risolti da tempo.
Se mai sarà conveniente e possibile farlo, questo potrà accadere unicamente solo con l’ANPR a regime, dopo che saranno unificate le ottomila “anagrafi comunali”.
Certo non esiste il famoso tasto magico per bonificare e migrare i dati su ANPR, ma gli strumenti ci sono e con la collaborazione del proprio partner tecnologico ed il supporto del personale di assistenza non è stato poi così complesso: indubbiamente un lavoro di parecchie settimane, probabilmente a volte noioso, da affrontare con la giusta dose di pazienza e organizzazione.
Forza colleghi, quando cominciate?!
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