La proposta di riforma costituzionale in itinere contiene, tra le novità meno citate ma certamente significative, la riformulazione dell’Articolo 97 della Costituzione, il cui incipit sarà questo: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione”.
La trasparenza della Pubblica Amministrazione diventa pertanto esplicitamente un principio costituzionale. Ciò non solo chiama la politica a un impegno particolare, ma corresponsabilizza in maniera peculiare chi presta la propria professionalità nella Pubblica Amministrazione. Non solo i grandi tecnici, che nella nostra epoca sono spesso chiamati a fare un passo avanti nell’impegno pubblico, ma anche la moltitudine di cittadini che lavorano per lo Stato viene così chiamata alla missione di “civil servants”, che troppi casi d’attualità ci mostrano purtroppo negletta. In questo senso, l’Articolo 97 accoglie in Costituzione il principio dell’Accountability, sia come “render conto” da parte dell’amministratore pubblico, sia come “mutual accountability” tra livelli politici, tecnici e cittadini.
L’altro punto chiave, che la riformulazione dell’Articolo 97 introduce implicitamente, è l’adozione degli Open Data per la libera circolazione delle informazioni e per un accesso diretto ai dati delle Pubbliche Amministrazioni. Ci attende un grande lavoro per collezionare, catalogare, uniformare e sintetizzare, rendendo fruibile e foriero di conoscenza il mare magnum dell’informazione sulla Pubblica Amministrazione. Già alcune incoraggianti buone pratiche, che fanno ben sperare, sono in atto.
L’Articolo 97 è volutamente generale nell’indicare la trasparenza, a causa della natura stessa del testo Costituzionale, quale principio costituzionale, senza vincolarla ad alcun modello di diffusione dell’informazione, ma appare naturale pensare alla rete e agli Open Data quali strumenti di oggi e di domani.