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Bitcoin, come ti raggiro gli investitori: le ultime truffe e come difendersi

L’idea di arricchirsi senza sudare troppo è innata nell’uomo, ma non è detto che sia tanto facile. Lo dimostra il numero crescente di truffe che prende di mira gli investitori in bitcoin e altre criptovalute. Di che numeri parliamo? Facciamo il punto

Pubblicato il 02 Lug 2021

Luca Sanna

Avvocato, Studium Cives

Bitcoin

La vertiginosa crescita delle criptovalute viene vista e anche presentata da alcuni servizi online come un’occasione di facile guadagno.

Bitcoin e la sua crescita dai 5 dollari nel 2012 fino agli oltre 100.000 dollari del 2019 rappresenta il caso più eclatante, ma non l’unico, e certamente è indicativo di un fenomeno attrattivo da parte dell’investitore che, attraverso gli strumenti tradizionali, non potrebbe minimamente avvicinarsi a tale tipo di rendimenti.

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Il mercato delle truffe

Accanto alla crescita vertiginosa delle lotterie e dei soldi facili, così come in un moderno gioco delle tre carte, si è accompagnata la crescita dei truffatori, aiutati peraltro dalla mancanza di regolamentazione statale e internazionale delle criptovalute e dall’anonimato che contraddistingue lo strumento del mercato digitale.

Secondo la Federal Trade Commission, un’agenzia federale americana che si occupa fin dal primo dopoguerra di tutela dei consumatori, le perdite legate alle truffe informatiche in relazione al mercato della moneta digitale ammontano ad 82 ​​milioni di dollari durante il quarto trimestre del 2020 e il primo trimestre del 2021, oltre 10 volte l’importo rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente.

Certamente il periodo di lockdown ha incrementato le occasioni di incontro tra malintenzionati online e consumatori bramosi di ottenere la propria fetta di fortuna.

I truffatori hanno inteso prendere di mira tutta la platea di destinatari della propria azione, dai piccoli investitori che perlustrano i social media in cerca di consigli sui loro piccoli investimenti, ai veterani di Wall Street che hanno sostenuto un gestore di fondi di criptovalute australiano recentemente accusato di aver eseguito una frode da 90 milioni di dollari.

Il caso lub token

Alcuni creatori e speculatori nei primi mesi del 2021 hanno lanciato un servizio per scambiare criptovalute: per la prima volta consumatori e utilizzatori avrebbero potuto comprare il token LUB attraverso un exchanger disponibile sul servizio di messaggistica Telegram.

Il guadagno promesso variava dall’1% al 10% al giorno e questo ha attirato numerosissime adesioni, ma malgrado i grandi investimenti privati dopo qualche mese il servizio è sparito dal web e il sito internet oggi appare disattivo. Precisiamo come il LUB Token si basasse su tecnologia Ethereum, la seconda criptovaluta in ordine di importanza oggi in circolazione.

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“Mi vergogno e ancora non riesco a capire quanto sono stato stupido”, ha detto Sebastian, che ha investito ingenti somme sul servizio LUB e che ha chiesto che il suo cognome non fosse pubblicato dal Wall Street Journal in modo da non essere preso di mira dai troll di Internet.

Sono migliaia le esperienze che si trovano online simili a quelle di Sebastian e sono nati addirittura numerosissimi gruppi Telegram come “Lub Token=scam!!!” per denunciare la pratica commerciale scorretta.

Il Wall Street Journal ha stimato che le vittime nella sola Germania hanno perso tra 500.000 e 1,5 milioni di euro a causa dello schema. La polizia tedesca sta indagando sulle denunce relative allo schema LUB in tutto il paese, ha affermato un portavoce della polizia nella città di Aalen, che ha ricevuto una denuncia a maggio.

Come difendersi dalle truffe

Partendo dal presupposto che una truffa basata sullo schema LUB TOKEN è difficile da intuire, poiché ha ingannato anche gli investitori più attenti, i consumatori o i semplici utilizzatori di moneta digitale dovrebbero prestare alcuni necessari accorgimenti.

Difendersi dalle truffe online sta diventando sempre più difficile, ma prima di investire soldi in criptovalute false comprate attraverso siti fake, i consumatori dovrebbero seguire alcuni semplici consigli.

A differenza, infatti, dei pagamenti con carte di credito, molte transazioni in criptovalute non sono annullabili o revocabili, sicché anche se il sito presenta caratteristiche del tutto simili al portale generalmente utilizzato occorre prestare attenzione alla presenza del lucchetto prima dell’indirizzo URL.

Può succedere inoltre di fare clic su un link che sembri identico al sito originale in tutto e per tutto, mentre gli autori dell’attacco hanno creato un URL falso con uno zero al posto di una lettera ‘o’. Controllare anche due volte potrebbe far risparmiare molti soldi.

Lo stesso principio vale per le app del telefono false (il rischio maggiore è sul market Android), sebbene gli store ufficiali riescano spesso a individuare e rimuovere queste app.

Migliaia di persone hanno già scaricato app di criptovaluta false, come segnalato da Bitcoin News; anche in questo caso, le app fake presentano errori di ortografia evidenti nella copia o addirittura nel nome dell’app, il marchio commerciale sembra a volte contraffatto con colori diversi o più sbiaditi rispetto all’originale. Una ulteriore verifica prima del download è opportuno.

Una nuova moda è quella di lanciare aggiornamenti o news attraverso account social (twitter, facebook, instagram, ecc.) falsi di personaggi famosi: attenzione alla spunta blu vicino al nome che contraddistingue il più delle volte un account ufficiale.

Di che numeri parliamo?

È difficile stimare quanti soldi perdono gli investitori a causa delle frodi online. Le cifre della FTC si basano sull’autodichiarazione delle vittime di truffe e sono in gran parte limitate agli Stati Uniti, quindi probabilmente riflettono solo una parte delle perdite totali.

Peraltro, non sempre i truffati sporgono denuncia, un po’ per vergogna, un po’ perché i soldi investiti nelle scommesse informatiche sono considerati dagli investitori come un rischio calcolato.

CipherTrace, una società di analisi blockchain che tiene traccia delle segnalazioni di crimini crittografici in tutto il mondo, afferma che i truffatori stanno guadagnando meno di quanto non facessero in passato, da 4,1 miliardi di dollari nel 2019 a 432 milioni durante i primi quattro mesi di quest’anno. I conteggi di CipherTrace per il 2019 e lo scorso anno sono stati elevati a causa dell’esposizione di alcuni grandi schemi Ponzi in Asia.

Conclusioni

I dati rappresentati dal Wall Street Journal sono solo la punta di un iceberg che nel tempo emergerà sempre più. La agognata regolamentazione del mercato probabilmente cercherà di trovare una soluzione al problema, anche se gli alti guadagni fin’ora registrati scoraggiano l’intervento statale.

Ci troveremo a breve di fronte a un crollo come nel 1929 e come nel 2008? Solo la storia potrà dirlo, di certo per adesso sappiamo che da una forte deregolamentazione è sempre seguita una veloce speculazione e una inevitabile caduta.

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