Bisogna ora prendere di petto la questione del Titolo V, le competenze tra Stato e Regione. L’Agenda ha messo in luce che queste sono molto problematiche e indeterminate per quanto riguarda la tecnologia. L’assetto è fragile, non si capisce chi debba fare le cose. Per esempio, nell’anagrafe: nel laboratorio dell’Agenda è stato un dibattito su chi dovesse farla. Le Regioni legittimamente fanno la proria carta digitale e lo Stato deve poi omogeneizzare il tutto. Non è colpa delle Regioni, beninteso. Ma è una questione di competenze, da rivedere.
Un’altra cosa di cui preoccuparsi, per evitare dispersioni nell’azione dell’Agenda, è definire una controparte dell’Agenzia nel governo. L’Agenzia per l’Italia digitale è un punto unico ma non è chiaro con chi parli nel governo.