servizi pubblici digitali

Cambiare la PA con l’intelligenza artificiale: cosa si è fatto, cosa manca



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La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione in Italia è un cammino in corso, che coinvolge processi, competenze e persone. L’intelligenza artificiale è una delle leve chiave, con il potenziale di portare efficienza e innovazione nei servizi pubblici. Tuttavia, non mancano gli ostacoli e le priorità da stabilire sono molteplici

Pubblicato il 4 dic 2023

Paolo Bonanni

Sales Leader Public Sector di Salesforce Italia

Corrado Panzeri

Partner e Head of Innotech Hub The European House – Ambrosetti



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La Pubblica Amministrazione ha l’opportunità di sfruttare le soluzioni tecnologiche avanzate, tra cui l’Intelligenza Artificiale, per avviare un percorso di trasformazione digitale volto ad aumentarne l’efficienza e l’attrattività, fornendo nuovi servizi a cittadini e imprese.

È fondamentale però definire una visione chiara, individuare dei percorsi di sviluppo e definire delle linee di intervento condivise. Inoltre, sarà fondamentale che tutte le Pubbliche Amministrazioni, ai diversi livelli centrali e locali, siano in grado di sfruttare le tecnologie digitali avanzate. Ad oggi, l’Intelligenza Artificiale è considerata dal mondo scientifico la soluzione tecnologica a più alto potenziale: caratterizzandosi come una General Purpose Technology può essere infatti sfruttata in diversi campi e ambiti di applicazione.

Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: lo stato dell’arte

Negli ultimi anni, lo sviluppo, a ritmo crescente, delle nuove tecnologie digitali porta con sé la promessa di generare il più grande impatto trasformativo che la nostra società abbia mai sperimentato. Tra tutte le diverse tecnologie, l’Intelligenza Artificiale è considerata dal mondo scientifico la soluzione tecnologica a più alto potenziale. La Pubblica Amministrazione italiana potrà fare leva sull’Intelligenza Artificiale per migliorare il funzionamento dei servizi esistenti e creare nuove offerte per cittadini e imprese, aumentando l’attrattività dell’intero sistema-Paese.

Ma quale è il grado di prontezza alla trasformazione digitale del nostro settore pubblico? Dallo studio “Le opzioni tecnologiche per la digitalizzazione avanzata della Pubblica Amministrazione”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Salesforce, emerge che la Pubblica Amministrazione italiana si posiziona nelle retrovie delle principali classifiche internazionali di digitalizzazione, occupando la 23esima posizione a livello europeo e la 37esima posizione a livello mondiale. Tale posizionamento è il risultato di diversi fattori, tra cui la ridotta spesa in soluzioni ICT (pari a 6,9 miliardi di Euro, ovvero il 10% dello spending nazionale), la limitata presenza di lavoratori con competenze digitali (5% del totale) e le difficoltà nell’attrazione di nuovi profili di competenze.

Inoltre, nei prossimi 10 anni, il settore pubblico italiano dovrà affrontare una sfida legata allo shortage di personale e competenze – secondo recenti stime, un terzo dei dipendenti pubblici maturerà i requisiti per andare in pensione e le dinamiche demografiche aumenteranno la competizione con il settore privato per il reclutamento del personale.

Le sperimentazioni di IA nella PA italiana

Al tempo stesso, però, l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per numero di sperimentazioni nel campo dell’Intelligenza Artificiale nel settore pubblico e al primo posto per numero di progetti pilota implementati. Ciò evidenzia l’interesse e l’attenzione della nostra Pubblica Amministrazione nei confronti di tale soluzione tecnologica.

È necessario agire tempestivamente per affrontare le sfide di cui sopra e permettere di “scaricare a terra” le sperimentazioni in corso di sviluppo, sfruttando le risorse del Piano “Italia Digitale 2026” e del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR). Tali investimenti potranno consentire di modernizzare la macchina pubblica, rendendo la nostra Pubblica Amministrazione digitale ed efficiente, in favore dell’attrattività e della competitività del sistema-Paese.

Per accelerare un percorso virtuoso di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana è fondamentale promuovere una pianificazione che preveda l’adozione diffusa di un insieme di tecnologie abilitanti “di base”, come il Cloud Computing e la Blockchain.

Le Pubbliche Amministrazioni più evolute potranno poi implementare soluzioni tecnologiche avanzate, come l’Intelligenza Artificiale, facendo leva su programmi di sperimentazione e collaborazione con attori terzi e su percorsi di formazione “ad hoc” delle risorse umane. L’applicazione di soluzioni di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione potrà avere un duplice ruolo: migliorare il funzionamento dei processi esistenti e definire nuovi servizi esterni e processi interni.

Le priorità per la trasformazione digitale della PA

Per cogliere le opportunità offerte dalla IA, il sistema Italia ha bisogno dunque di una PA moderna, evoluta ed efficiente che sia in grado di utilizzare le tecnologie digitali in modo consapevole ed efficace, a partire da una mappatura del livello di digitalizzazione esistente, per conoscere il punto di partenza e quello di arrivo. Sono cinque le priorità su cui sarà importante concentrare gli interventi e gli investimenti per definire e implementare una roadmap di trasformazione digitale della PA.

Il primo passo sarà creare una visione chiara e condivisa, avviando un confronto attivo e permanente con i vertici delle pubbliche amministrazioni per definire una visione di sviluppo condivisa dell’Intelligenza Artificiale a livello di sistema-Paese.

Bisognerà incentivare la nascita e lo sviluppo di partnership pubblico-private, individuando gli attori dell’ecosistema di business con cui creare delle collaborazioni pubblico-privati volte a sviluppare modelli di training ad hoc, nuove applicazioni per migliorare i processi esistenti e nuovi servizi ad alto valore aggiunto.

In Italia, come emerge dallo studio sopra citato, ci sono diversi progetti già implementati e altri pilota, ma spesso gli enti che li stanno portando avanti non comunicano fra loro. Condividere i risultati delle sperimentazioni e identificare le PA più avanzate è un passaggio essenziale per promuovere nuovi progetti pilota e il testing di sistemi per la certificazione dei dati utilizzati nei modelli di Intelligenza Artificiale e poi condividerli con le altre Pubbliche Amministrazioni.

Formazione e competenze: le risorse umane al centro del cambiamento

La scarsità di profili e competenze digitali avanzate è uno dei principali fattori che frenano la diffusione di soluzioni di AI e altre tecnologie digitali nella PA. Per questo deve essere prioritario creare programmi di formazione ad hoc, promuovendo la definizione di percorsi di formazione specifici, allineati con le necessità del mercato, favorendo e incentivando il reskilling e l’upskilling dei lavoratori della Pubblica Amministrazione.

L’aspetto normativo

Infine, non bisogna dimenticare l’aspetto normativo. Lo sviluppo della normativa su queste tematiche va supportato, avviando un percorso di dialogo e confronto tra legislatore italiano ed europeo, coinvolgendo anche i Garanti della privacy, al fine di promuovere la creazione di un ecosistema favorevole allo sviluppo e all’introduzione delle innovazioni.

Conclusioni

Lavorando a queste linee di azione si potrà costruire il percorso più idoneo per digitalizzare la PA, individuando le tappe intermedie e prevedendo l’adozione di modelli di collaborazione con altri ecosistemi, dall’industria alla ricerca. Il tutto, coniugando l’uso delle tecnologie con il fattore umano, per offrire ai cittadini servizi in grado di abbinare alla precisione digitale un tratto personalizzato, assicurando inclusività, affidabilità e trasparenza.

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