Il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ha portato miglioramenti sostanziali: semplificazione e velocizzazione delle pratiche, riduzione dei tempi, abbattimento dei costi. Solo per fare un esempio, da quando nel 2014 il Processo Civile Telematico è diventato pienamente attivo su tutto il territorio nazionale si è avuta una riduzione dei tempi di emissione per un decreto ingiuntivo del 50% (la media di emissione di un decreto ingiuntivo telematico nel distretto di Roma si aggira sui 28 giorni rispetto ai 12 mesi precedenti all’obbligatorietà); secondo una ricerca del Politecnico di Milano ogni 50 decreti ingiuntivi circa, l’uso della sola notifica telematica (invece che cartacea) fa risparmiare quasi 10 mila euro all’anno al singolo studio legale e circa 35 milioni di euro per il sistema Paese.
Tuttavia, l’impressione è che la tecnologia non sia utilizzata al meglio, sfruttandone appieno le potenzialità. Analizzando i procedimenti burocratici all’interno della PA si nota che troppo spesso il cambiamento consiste in un semplice passaggio dall’analogico al digitale, dall’offline all’online, ma la base del processo è rimasta la stessa, a volte invariata da decenni.
La blockchain per semplificare l’offerta dei servizi
In questo contesto l’unica maniera per implementare ulteriormente le prestazioni dei servizi resta quello dell’aggiornamento informatico, il che si traduce prosaicamente in costi elevati e ripetuti ciclicamente proprio in un’epoca in cui i fondi scarseggiano in tutti i settori.
Diventa quindi necessario provare a cambiare paradigma, trovare il modo per erogare i servizi in modo più semplice, cioè tecnologicamente meno complesso e con l’utilizzo di minori risorse.
È con questi obiettivi che la Città di Torino si è avvicinata alla blockchain già a giugno 2017 avviando un percorso di studio approfondito su vantaggi, rischi e ambiti di utilizzo della tecnologia.
La blockchain è un database distribuito, una sorta di grande libro mastro su cui sono registrati tutti i dati, un registro accessibile a tutti e in grado di memorizzare dati o transazioni tra due parti, in modo pubblico, permanente (non modificabile), verificabile, senza mediazione. Nata come infrastruttura per gli scambi in criptovalute, solo in un secondo momento il suo utilizzo è stato allargato come impianto su cui eseguire altri tipi di applicazione.
Blockchain e le sue applicazioni in ambito non finanziario
Proprio con l’obiettivo di accrescere e divulgare sul territorio la conoscenza della blockchain, Città di Torino, Università degli Studi di Torino e Nesta Italia, in collaborazione con numerosi altri partner, hanno organizzato, sul finire dello scorso anno, l’evento “Blockchain for Social Good”, primo evento in Italia sulla blockchain e le sue applicazioni in ambito non finanziario, a cui hanno partecipato relatori nazionali e internazionali provenienti da pubblica amministrazione, mondo universitario, imprese private, no-profit ed enti di ricerca.
Nell’occasione è stato lanciato un premio di 5 milioni di euro promosso dalla Commissione Europea, un concorso aperto a tutti, privati, enti giuridici, organizzazioni internazionali per sviluppare soluzioni innovative, efficienti e ad alto impatto sociale utilizzando la tecnologia della blockchain.
I primi progetti in cui è stata avviata un’applicazione sperimentale di blockchain nella città di Torino sono CRIO (Strumenti per la Lotta al Cyberbullismo sui social network nell’ambito della collaborazione già in essere con il NIST, Nucleo Investigativo Scientifico Tecnologico della Polizia Municipale) e Co-City, progetto in cui la Città di Torino promuove nuove forme di amministrazione condivisa con la cittadinanza.
Blockchain per la PA, i progetti
Si è quindi arrivati all’elaborazione di un percorso sfociato in un corso di formazione sulla blockchain tenutosi nei giorni scorsi organizzato in collaborazione con IFIN Sistemi e CSI-Piemonte a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune, Università di Torino, CSI, Polito (Decode) – ISMB – top-ix, Nesta.
Oltre che sugli scenari applicativi della blockchain nella pubblica amministrazione con un’esaustiva panoramica su potenzialità, limiti e situazione attuale della tecnologia, e approfondimenti mirati su utilizzi specifici quali disintermediazione dei processi di autenticazione, autorizzazione e audit, smart contract, token, transazioni multi-firma, il corso si è concentrato anche sui possibili servizi, disposizioni di legge o processi amministrativi (in ambito Pubblica Amministrazione) per le quali – secondo i diversi attori – blockchain potesse fornire un contributo concreto per ridurre i costi, creare o migliorare un servizio utile ai cittadini. Ne sono scaturiti 12 possibili progetti oggetto di studio e per ognuno di essi sono stati analizzati punti di forza, debolezze, rischi e opportunità.
Fra quelli che hanno ottenuto più consensi, l’utilizzo della blockchain per Identità digitale multilivello, Token sociale (riconoscere, tracciare e incentivare l’impegno civile), sovranità e riconducibilità del dato, eProcurement (gestione gare, tracciabilità degli acquisti PA, registro fornitori trasparente) e tracciabilità e conservazione delle ricevute telematiche Pago PA.
Prossimamente – con tutti i partner – verrà redatta la roadmap futura. L’obiettivo della Città di Torino è quello di inserire compiutamente la blockchain nella propria strategia di innovazione, ossia non solamente mettere in pratica l’utilizzo della tecnologia nella Pubblica Amministrazione, ma anche far sì che il territorio diventi attrattivo e luogo privilegiato per aziende e start-up che utilizzano la blockchain.