Leggo su queste pagine le buone intenzioni del #teamdigitale e alcune proposte di semplificazione che dovrebbero rendere più fruibili i servizi erogati dalla PA ai cittadini.
Leggo che si va verso un tentativo di semplificazione del CAD (bella gatta da pelare che, fra l’altro, giudico di zero appeal) e un approccio più nerdistico, da smanettoni, atto ad hackerare il sistema.
Bello, affascinante, molto trendy, ma che richiede troppo tempo e troppe mediazioni e che rimane comunque, figlio di quell’approccio ostile che spesso si riassume nel: ‘so io di cosa hai bisogno’ e che sinceramente è alquanto improduttivo.
Se posso dare un consiglio al #teamdigitale opterei per il mantra che spesso indico anche da queste colonne, figlio dei GDS britannico, ma sempre attuale: DO LESS!
Si lo so, non si applica a tutto, ma almeno dove è possibile, facciamo un passo indietro e proviamo a lasciar decidere qualcosa anche a chi necessariamente non è un hacker pubblico ma sbatte la propria testa tutti i giorni contro i muri della burocrazia e del CAD di turno.
Sto parlando di quelli che erroneamente definiamo utenti e che continuamente invitiamo al tavolo della partecipazione come spettatori. Credo che questi soggetti si siano stancati di sentir parlare di innovazione della PA.
Forse vorrebbero sentir parlare di innovazione e basta e possibilmente di quell’innovazione benefica per la loro esistenza.
Credo che questa innovazione debba passare inevitabilmente per una diminuzione sostanziale di norme (anche se spesso le stesse sono in contraddizione e producono zero effetto), ma soprattutto di servizi e applicazioni.
La PA è diventata il paradiso dei nerd frustrati. Si creano milioni di applicazioni inutili solo perché macchine, software e capitale umano li paga il popolo.
Credo che il #teamdigitale debba occuparsi in primis di questo, ovvero di rottamare tutto ciò che è inutile e che costa caro alla collettività. Solo dopo, sulle ceneri di questo disastro, si potrà riprogettare tutto in un’ottica design centrica e non PA centrica.
L’altro giorno, qui all’Università Ca’ Foscari, ho partecipato come giurato a un contest che giudicava e premiava app basate su Open data. Mi ha colpito l’approccio positivo e lungimirante del nostro direttore del CED, anche lui in giuria. Ha detto ai ragazzi: ‘grazie, mi avete aiutato a buttare via un’applicazione vecchia e costosa, e l’avete rifatta fresca, leggera e innovativa, continuate così’.
C’è tutto dentro quella frase.