bilancio e prospettive

Cittadinanza digitale e Cad, tutti i punti chiave del 2019

Il punto sui temi cruciali della digitalizzazione nazionale della PA- dal piano triennale al Cad, da Spid a PagoPa – e cosa ci aspetta nel 2019, tra domicilio digitale, aggiornamento piano e linee guida Agid

Pubblicato il 20 Dic 2018

Giovanni Manca

consulente, Anorc

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L’anno 2018 è stato caratterizzato come facilmente prevedibile da numerosi episodi di cambiamento connessi alle vicende politiche nazionali. Ma molto vedremo o dovremmo vedere attuarsi nel 2019, sul fronte del Cad, del piano triennale e di grandi temi della cittadinanza digitale.

Un bilancio 2018

In contemporanea c’è stato un cambio di Governo, la scadenza del mandato del Direttore dell’AgID e quella del Commissario Straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale.

I tempi non brevissimi per la formazione del nuovo Governo e i tempi tecnici per la nomina del nuovo Direttore di AgID hanno fisiologicamente creato un periodo di attesa di alcuni mesi. Con la recente nomina del nuovo Commissario Straordinario si è concluso questo periodo di transizione e gli organismi preposti hanno ripreso le attività a pieno regime.

Lo scenario che i “nuovi” hanno trovato è sintetizzabile nei punti seguenti:

A margine, ma con grande impatto sul sistema del digitale nazionale il 25 maggio diviene pienamente applicabile il Regolamento europeo 679/2016 sulla protezione dei dati personali (GDPR) che impone alla pubblica amministrazione la nomina del Responsabile del Trattamento dei Dati (RTD – DPO utilizzando l’acronimo di lingua inglese). Il percorso del GDPR si completa a livello nazionale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di adeguamento nazionale (con l’aggiornamento del Codice privacy) avvenuta il 4 settembre.

I temi cruciali della digitalizzazione nazionale

Ritornando ai temi cruciali della digitalizzazione nazionale possiamo analizzare sinteticamente i temi sopra indicati.

Il Piano triennale

Il Piano Triennale inizia ad essere attuato con la pubblicazione di due circolari AgID sulle regole di qualificazione dei Cloud Service Provider e di servizi della classe Software as a Service. Inizia quindi un percorso di migrazione della PA verso architetture cloud con il divieto di attivare nuovi centri di elaborazione dati soprattutto in riferimento alla Pubblica Amministrazione Locale.

Alla data si è in attesa della pubblicazione delle nuove regole di interoperabilità anch’esse cruciali per applicare il Piano Triennale e favorire lo scambio dati tra le pubbliche amministrazioni.

L’attuazione del CAD

L’attuazione del CAD è legata alla pubblicazione da parte di AgID di Linee guida ma per quanto riguarda le questioni attivabili a CAD in vigore viene insediato presso AgID l’Ufficio del difensore civico per il digitale e vengono definite le regole operative del medesimo.

Il nuovo Ministro per la pubblica amministrazione, al fine di attivare le indispensabili figure di attuazione del CAD rappresentate dai Responsabili per la Transizione al Digitale, ne sollecita la nomina da parte della amministrazioni con l’adozione della circolare 3/2018.

Spid

Il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese (SPID) ha superato all’inizio di dicembre i 3 milioni di credenziali rilasciate. Sono 4.000 circa le pubbliche amministrazioni che rilasciano propri servizi tramite SPID e sono 9 i gestori dell’identità che hanno ottenuto l’accreditamento di AgID.

Nel mese di febbraio SPID regolamenta l’accesso di soggetti privati alla fornitura di servizi tramite SPID pubblicando la documentazione necessaria per l’adesione.

L’accoglienza risulta essere decisamente fredda per gli elevati costi che il fornitore di servizi deve sopportare sottoscrivendo la convenzione. Sino a oggi si è sviluppato un dibattito che ha portato ad una informale disponibilità dei Gestori dell’Identità Digitale (IdP) ad rivedere verso il basso le tariffe concordate con AgID nella documentazione pubblicata. Si ricorda che un fornitore di servizi privati tramite SPID deve una “ricompensa” all’IdP che gli ha validato l’identità digitale mentre nulla è dovuto da una pubblica amministrazione.

Al momento la situazione è all’attenzione dei nuovi vertici quindi le posizioni informali sono rimaste tali.

La data del 31 marzo 2018 indicata come limite di adesione delle pubbliche amministrazioni a SPID è stata ampiamente disattesa e l’obiettivo di 10.000 amministrazioni attive è stato posto a fine 2020.

Il progetto SPID comunque si muove proseguendo nella pubblicazione di nuove regole con il cosiddetto SPID per i professionisti (in fase di completamento) che consentirà di associare ruoli professionali e iscrizione in albi nell’ambito dell’utilizzo dell’identità SPID.

Rimane sempre poco chiaro il modello economico di SPID e la fonte di remunerazione degli IdP che dalla partenza nel marzo del 2016 ad oggi hanno operato gratuitamente.

SPID comunque conquista una importante posizione in Europa con il completamento della procedura di notifica alla Commissione Europea e la prevista pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Comunitaria.

In linea con i tempi stabiliti nel regolamento eIDAS a decorrere dal 10 settembre 2019 l’identità digitale SPID potrà essere usata per l’accesso ai servizi in rete di tutte le pubbliche amministrazioni degli Stati membri.

Anpr e pagoPa

Per quanto concerne ANPR l’adesione dei Comuni e il subentro procede in modo abbastanza spedito anche grazie al contributo economico previsto per i Comuni. L’ANPR è centrale per lo sviluppo della pubblica amministrazione digitale e il suo completamento sarà certamente accelerato nel corso del 2019.

In ambito pagoPA a luglio sono entrate in vigore le nuove Linee guida di AgID e a dicembre ci sono nuove specifiche relative all’avviso di pagamento analogico.

Al momento della scrittura, pagoPA mediante il cosiddetto decreto semplificazioni viene “migrata” da AgID ad una SpA completamente pubblica con la governance della Presidenza del Consiglio.

Cosa ci aspetta nel 2019

Il 2019 si presenta intenso e significativo visti i temi in gioco e la necessità politica di fornire la propria impronta all’andamento del digitale nella pubblica amministrazione ma anche nel Paese.

Aggiornamento del piano triennale e ddl concretezza

Secondo le indicazioni politiche fornite alla stampa è imminente l’aggiornamento del Piano Triennale che assume un profilo orientato a dettagliare gli scenari di cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Particolare impegno è previsto per le piccole pubbliche amministrazioni.

Il cosiddetto DDL Concretezza introduce il Nucleo della Concretezza che avrà un ruolo di indirizzo sugli obiettivi della pubblica amministrazione (non solo sulla digitalizzazione). Nasce anche un’attività ispettiva specifica in collaborazione con l’Ispettorato della Funzione Pubblica.

Lo stesso DDL introduce tecniche biometriche per il controllo delle presenze del personale pubblico. I regolamenti attuativi dovranno essere valutati dal Garante per la protezione dei dati personali che si è già espresso ricordando che dovranno essere rispettati i principi di liceità, proporzionalità e minimizzazione del trattamento dei dati biometrici.

Infine nel DDL viene previsto un piano di assunzioni che ha l’obiettivo di abbassare drasticamente l’età media del personale pubblico.

Linee Guida Agid

Sul fronte delle Linee Guida a carico di AgID dovremmo assistere a una serie di consultazioni pubbliche su una serie di temi “appesi” del CAD.

Per esempio la conservazione di “lungo periodo” dei dati digitali con un ruolo importante e innovativo dell’Archivio di Stato e della Direzione Generale degli Archivi.

Questo tema si lega in modo cruciale con l’attività di aggiornamento dello standard UNI 11386 (SINCRO) che è indispensabile per lo scambio di dati tra sistemi di conservazione digitale e che nella versione vigente presenta ampi segni di obsolescenza.

Altro tema importante è costituito dalla Linea Guida per la cosiddetta firma tramite SPID in attuazione dell’articolo 20, comma 1-bis del CAD. Le regole che verranno stabilite in questa Linea guida sono tutte da valutare anche se questa nuova fattispecie di sottoscrizione, opportunamente sviluppata può avvicinare lo strumento della sottoscrizione elettronica ai cittadini, consentendo lo sviluppo di servizi di rete più completi e quindi più utili.

Spid, Pec e domicilio digitale

Un altro tema legato all’attuazione del CAD è quello dell’eventuale utilizzo dell’identità digitale SPID per i servizi postali di tipo PEC anche per definire lo sviluppo del domicilio digitale. Sarebbe una buona cosa far convergere la PEC verso gli standard comunitari relativi ai Servizi Elettronici di Recapito Certificato (SERC) sia qualificati che non qualificati. In ogni caso l’utilizzo congiunto ed equilibrato di SPID, PEC e SERC, sottoscrizione informatica e servizi in rete non può che far bene per lo sviluppo dell’amministrazione digitale.

Al momento della scrittura, nel Decreto semplificazione viene prevista la modifica dell’articolo 48 del CAD con l’abrogazione della PEC solo dopo il coordinamento nazionale con i SERC stabiliti in eIDAS.

Un’ultima considerazione sulla opportunità di rivedere il CAD almeno per alcuni interventi su questioni che oggi sono stabilite in modo poco chiaro o addirittura inattuabile come ad esempio le regole di qualifica e accreditamento dei prestatori di servizi fiduciari e qualche dettaglio, ma importante, sulla gestione documentale.

Il sistema pubblico di ricerca documentale

Ci si aspetta anche di conoscere il destino del sistema pubblico di ricerca documentale stabilito nell’articolo 40-ter del CAD e del punto di accesso telematico di cui all’articolo 64-bis, comma 1 del medesimo decreto.

Peraltro quest’ultimo dovrebbe confluire nella società pubblica già citata sopra per pagoPA insieme alla Piattaforma digitale nazionale dati di cui all’art. 50-ter del CAD.

Come al solito si rappresenta ottimismo e si attendono i risultati che l’obiettivo di migliorare la digitalizzazione del paese e risalire le classifiche europee di settore (Es. DESI – Digital Economy and Society Index).

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