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Come la blockchain ha rivoluzionato il concetto di fiducia all’interno di un sistema

Andando oltre i meccanismi della sharing economy, la blockchain trasferisce ancora di più la fiducia verso gli utenti finali permettendo di superare la figura del middle man, dell’intermediario

Pubblicato il 10 Gen 2018

Giorgio Angiolini

responsabile Marketing Prodotti di Italtel

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Sempre più spesso sentiamo parlare di blockchain, al punto che possiamo ormai ritenerla una tecnologia mainstream, che vede protagonisti innanzitutto i Communication Service Provider (CSP) ma anche tante enterprise su scala globale.

Oggi la blockchain non è più esclusivamente legata al Bitcoin, ma trova declinazioni sempre più interessanti anche nel campo della connected health, sia nel settore pubblico che privato, o dell’agrifood. Settori nei quali Italtel è già in prima linea.

Ma andiamo con ordine e partiamo da un concetto chiave che è strettamente connesso con la blockchain: la democratizzazione dell’informazione che è avvenuta grazie al web. Grazie a internet ogni giorno scambiamo tantissime informazioni digitali (mp3, foto, email, ebook…) e quando lo facciamo via mail in realtà non facciamo altro che scambiare una copia delle stesse.

La cosa cambia quando parliamo di asset, di acquisti online. In questo caso bisogna stare attenti a non incorrere nel problema del double spending, cioè che i soldi già spesi vengano riutilizzati per ulteriori acquisti.

In rete non sempre è facile mettere in atto verifiche e qui entra in gioco il cosiddetto middle man, un intermediario “di fiducia” che garantisce la correttezza delle transazioni online.

Con lo sviluppo esponenziale dell’e-commerce, il peso di questo intermediario si è di molto amplificato, diventando sempre più ingombrante.

Pensiamo al caso di Uber, una corporation che vale 65 miliardi di dollari, che offre servizi di trasferimento di persone senza possedere alcun mezzo.

Un altro caso molto chiaro è Airbnb, company da 25 miliardi, servizio per chi cerca un alloggio temporaneo.

La lezione che ci arriva da Airbnb è proprio quella della fiducia: la gente permette a stranieri di dormire nelle proprie case senza alcun timore. Una cosa che fino a qualche tempo fa ci sarebbe sembrata improponibile, adesso è una realtà.

Nel caso di Airbnb il trasferimento di fiducia verso gli utenti finali appare in modo molto chiaro. I clienti possono lasciare in rete una recensione sull’alloggio e l’accoglienza per cui chi offre ospitalità ha tutto l’interesse a tenere un comportamento corretto.

Portando all’estremo questo concetto, la blockchain trasferisce ancora di più la fiducia verso gli utenti finali permettendo di superare la figura del middle man, dell’intermediario.

Il concetto di blockchain risale al 1991, ma il suo effettivo uso è iniziato nel 2008 ed è strettamente legato a quello di Bitcoin. Questa prima applicazione non è casuale, poichè in quel periodo si è verificata una delle più terribili crisi finanziarie della storia, con conseguente perdita di fiducia dei consumatori verso le terze parti, in particolare le banche.

Non si conosce il nome di chi ha inventato il bitcoin, ma la sua origine si collega a un post di Satoshi Nakamoto dell’11 febbraio 2009 (forse uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un gruppo di persone), in cui si leggeva: “Ho sviluppato un sistema p2p open source di moneta elettronica chiamato Bitcoin. Completamente decentralizzato, senza server centrali o intermediari perché ogni cosa si basa su una prova crittografica invece che sulla fiducia…”.

L’idea innovativa è che la blockchain permette di superare il concetto della terza parte, permettendo di scambiare Bitcoin, senza passare attraverso alcun intermediario.

La tecnologia non è ancora matura ed è poco conosciuta, tant’è che circolano inesattezze come, per esempio, che serva per riciclare denaro.

Niente di più falso.

Se pensiamo ai tre pilastri della blockchain: immutabilità (una terza parte non può apportare modifiche ai dati immessi), resistenza (non si può manomettere) e sicurezza (è inattaccabile e completamente sicura), è chiaro che sono pensati per chi vuole riciclare denaro.

Anche se bisogna ammettere che esistono blockchain di alcune cripto-monete che sono completamente anonime, come Monero, che si dice venga utilizzata per comprare armi, droga…Ma non lo sono i Bitcoin.

Il sistema permette transazioni sicure e di superare gli intermediari con notevoli vantaggi che potrebbero essere ancora maggiori con una blockchain pubblica. Si pensi, per esempio, all’acquisto di una casa che potrebbe essere fatto senza l’intermediazione del notaio.

Una blockchain potrebbe soppiantare anche altri istituti o piattaforme come Paypal che esercitano veri e propri monopoli.

LEGGI COME BLOCKCHAIN STA PER CAMBIARE NUOVI MERCATI

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