Nell’ambito della digitalizzazione dei servizi pubblici, nel corso di questi ultimi anni sono state sviluppate diverse piattaforme abilitanti.
Poi sono arrivati gli avvisi PNRR. Per ognuna di queste piattaforme abilitanti è stato quindi necessario ad un certo punto del loro percorso, creare una tassonomia, un catalogo, un elenco di servizi ammissibili, in specifico per i comuni, al fine di creare una classificazione che mettesse ordine nelle molteplici competenze degli enti locali, sia dal punto di vista gestionale e sia dal punto di vista dei servizi al cittadino e alle imprese.
Questo ha portato un proliferare di classificazioni che devono essere necessariamente interlacciate in modo da poter armonizzare all’interno dei processi l’uso delle piattaforme abilitanti.
Nel seguito capiremo come.
A cosa servono tassonomia e classificazioni
Un catalogo e/o tassonomia e/o classificazione di riferimento anche indicativa, serve a:
- creare uno standard nazionale
- semplificare l’elencazione e la scelta di nomi e/o dei servizi
- evitare a tutti di perdere tempo
- migliorare l’efficacia del risultato sia internamente alla PA che verso cittadini e imprese
- permette nel medio termine l’interoperabilità (qui dovremmo parlare di schemi a cataloghi, ma per ora ci fermiamo)
La “Tassonomia dei servizi erogati” per PagoPA
PagoPA è una delle prime piattaforme abilitanti attivate, quindi ha una sua “classificazione” specifica e abbastanza matura.
Proprio al fine di migliorare l’erogazione dei servizi delle Pubbliche Amministrazioni per i quali sia stato disposto il pagamento tramite pagoPA viene introdotta una “Tassonomia dei servizi erogati” che consente ad ogni EC di identificare uniformemente i servizi di incasso e le rispettive posizioni debitorie che transitano tramite la piattaforma pagoPA.
La versione più human readable è quella csv accessibile qui.
La tassonomia è così costruita:
- un codice tipo ente creditore
- un progressivo macro area
- un codice tipologia servizio
- un motivo giuridico
- più altri campi descrittivi o di supporto.
Facciamo un esempio:
01
COMUNE/UNIONE DI COMUNI / CONSORZI
01
TRIBUTI
100
Rendite catastali (ICI, IMU, TUC, ecc.)
L’Imu dal 2012 ha sostituito l’ICI. La legge 147/2013 inserisce l’IMU, insieme alla Tasi e alla Tari nella IUC (imposta unica comunale). La legge di bilancio 2020 ha modificato la disciplina dell’Imu-Tasi eliminando quest’ultima e accorpando alla “nuova IMU”. Il presupposto dell’IMU è il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali; aree fabbricabili e terreni agricoli.
Il risultato è il codice tassonomico:
es. 9/0101100IM/
AppIO
Il catalogo dei servizi dei Comuni di IO è una lista creata considerando i servizi più importanti, significativi e frequenti in app IO e si rivolge ai Comuni e ai loro partner tecnologici.
Ogni servizio del catalogo dei servizi dei Comuni è composto da:
- Un argomento, ovvero una tematica a cui il servizio fa riferimento. Questa voce non è da specificare nella scheda servizio;
- Il nome del servizio, che risponde all’attributo service_name o “Nome servizio”;
- La descrizione del servizio, che risponde all’attributo description o “Descrizione”.
Il catalogo è stato reso disponibile nel 2023, con estrema gioia di tutti gli enti locali che avevano già partecipato potendosi inventare i nomi dei servizi di app IO, al corrispondente avviso. Il che ha comportato una bonifica (con istanza di modifica) dei servizi candidati.
Avviso Investimento 1.2 “Abilitazione al Cloud per le PA Locali ” Comuni
La classificazione di dati e servizi pubblici è una delle tre direttrici della Strategia Cloud Italia, insieme alla qualificazione dei servizi cloud e al Polo Strategico Nazionale, e guida gli enti nelle scelte da compiere rispetto alle diverse soluzioni di migrazione al cloud.
La classificazione, definita dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e dal Dipartimento per la trasformazione digitale, consente per la prima volta di determinare il livello di criticità dei dati e dei servizi pubblici scegliendo tra strategico, critico e ordinario, in relazione ai possibili impatti sul benessere del Paese derivanti da una loro eventuale compromissione.
Tale classificazione è stata utile anche per l’avviso 1.2, per permette di scegliere in base alla dimensione del comune quali servizi migrare. In particolare l’elenco dei servizi era specificato nell’allegato 2.
Ogni servizio è stato caratterizzato dalla classe di appartenenza, dal nome del servizio, dalla descrizione estesa e dalla principale normativa di riferimento.
L’elenco è composto da 95 servizi.
Avviso Misura 1.4.1 “Esperienza del Cittadino nei servizi pubblici” Comuni
Nell’allegato 2 degli avvisi della categoria, è presente una lista di servizi tra cui scegliere.
La lista indica la categoria scelta come riferimento per facilitare gli enti più piccoli, il nome del servizio digitale al cittadino, la descrizione e la specifica tipologia di flusso di interfaccia che serve come riferimento della fase di realizzazione.
I servizi sono 26.
Avviso Misura 1.4.5 “Piattaforma Notifiche Digitali” Comuni
La classificazione delle notifiche secondo avviso 1.4.5, allegato 2 prevede:
- Ambito
- Tipologia atto Descrizione
- Indicazioni operative
- Atto che prevede pagamento
- Codice Tipologia Atto
Avviso Misura 1.3.1 “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” Comuni
Nell’Avviso Misura 1.3.1 “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” Comuni una classificazione manca, permettendo ai comuni di spaziare secondo propria preferenza nelle API e nei loro nomi.
La tabella riepilogativa
Piattaforma o Avviso | Numero | Tassonomia/Catalogo/altro |
---|---|---|
Piattaforma pagoPA | 131 | Tassonomia |
Piattaforma app IO | 96 | Catalogo |
Avviso Investimento 1.2 “Abilitazione al Cloud per le PA Locali ” Comuni | 95 | Classificazione Servizi Cloud |
Avviso Misura 1.4.1 “Esperienza del Cittadino nei servizi pubblici” Comuni | 26 | Classificazione Servizi Esperienza del Cittadino |
Avviso Misura 1.4.5 “Piattaforma Notifiche Digitali” Comuni | 12 | Classificazione Servizi Piattaforma Notifiche Digitali |
Avviso Misura 1.3.1 “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” Comuni | Mancante |
La domanda
Al che la domanda viene spontanea, come armonizzare il tutto?
Si può trovare un filo conduttore che permette di fare ordine e trovare una logica che riconduca ad un unico sistema?
Lo sviluppo
Probabilmente SI’, partendo sempre dai fondamenti della normativa amministrativa, e in questo caso intendiamo la famosissima L. 241/1990, che considerava come unità minima il “procedimento”, che poi secondo logiche gestionali è diventato anche “processo”: ovvero, una serie di attività che iniziano con una richiesta del cittadino – o anche con un’iniziativa dell’ufficio – e portano ad un provvedimento finale.
Tassonomia: come progettare un servizio nel percorso di trasformazione digitale
Ritornando alle Tassonomie che abbiamo visto prima, distinguiamo innanzitutto ciò che riguarda parte di un processo e ciò che invece riguarda l’infrastruttura, e quindi le basi dati; possiamo già dire fin d’ora che le classificazioni che riguardano il Bando Cloud sono riferite a sistemi gestionali, e che da questi probabilmente dovrebbe partire un’ipotetica classificazione dei dati da rendere disponibili tramite PDND (come peraltro prevede già il decreto 22 settembre 2022 e anche la recente Direttiva sull’Interoperabilità).
Invece tutto ciò che riguarda le altre Piattaforme – PagoPA, App IO, i servizi al cittadino e le notifiche digitali – deve essere letto come una piccola parte di un qualcosa di più grande: proviamo ad adottare la tecnica del “puzzle” per ricomporre il quadro.
Ovviamente esiste una gerarchia tra le Tassonomie, quindi la principale da cui partire è quella che riguarda i servizi al cittadino (della Misura 1.4.1): purtroppo l’elenco dei servizi da candidare per il bando è solo esemplificativo, quindi andrebbe completato con gli altri mancanti, per ciascun ambito.
La classificazione che è stata prodotta per i messaggi da inviare tramite App IO è invece più completa, sono stati individuati sia gli ambiti di riferimento e sia i singoli servizi.
Facciamo un esempio:
Tipologia di servizio: servizi scolastici
- richiesta (disponibile sul sito web):
- iscrizione al nido d’infanzia
messaggi di APP IO:
- avviso della pubblicazione del bando
- ricezione della richiesta
- (eventuale) richiesta di integrazioni
- pubblicazione della graduatoria
- comunicazioni relative al servizio
pagamenti con PagoPA:
- retta scolastica
notifiche con SEND:
- sollecito nel caso di mancato pagamento della retta
- provvedimento di riscossione coattiva
Partendo da questo esempio, si può vedere che le Tassonomie servono a dare indicazioni su come progettare un servizio nel percorso di trasformazione digitale, focalizzando l’attenzione sui momenti di interazione dell’Amministrazione con il cittadino.
Una guida utile su questo tema è il Manuale d’uso per i messaggi di App IO, in cui sono contenute alcune indicazioni per varie tipologie di servizi (Carta di Identità, Tassa Rifiuti, Violazioni al Codice della Strada, Rimozione veicoli).
Le difficoltà che la PA deve superare
La difficoltà della composizione del “puzzle” sta in un problema atavico della Pubblica Amministrazione, cioè la difficoltà di classificare – secondo un metodo condiviso – le attività e i servizi di cui si occupa, vuoi per un tema di complessità normativa, vuoi anche per problemi organizzativi.
La necessità di riprogettare i servizi in chiave digitale può essere un’ottima occasione per riprendere in mano il tema, con l’immediato vantaggio di rendere disponibile al cittadino una modalità di comunicazione più personalizzata ed utile.
Riprendendo l’esempio da cui siamo partiti poco fa:
tipologia di servizio:servizi scolastici
– richiesta: iscrizione al nido d’infanzia
il passo successivo sarebbe quello di completare la mappatura con le tassonomie di infrastruttura, quindi Basi Dati (sistemi gestionali) e Dati (di cui richiedere la fruizione e da rendere disponibili in qualità di erogatore), che servono a completare il quadro del singolo servizio (o gruppi di servizi) dal punto di vista dell’interoperabilità dei dati (fruizione ed erogazione).
L’impatto sulla customer journey riguarda l’eventuale recupero dei dati da altre basi dati – per l’attuazione del principio “once only” – o per mettere a disposizione i dati ad altri soggetti.
In questo modo si farebbe un bel passo avanti verso una nuova esperienza del cittadino nei servizi pubblici, nell’ottica di una “customer journey” che tiene conto delle esigenze degli utenti e del loro diritto alla cittadinanza digitale.