La notizia della ricerca di figure esperte di PNRR da parte del Ministero della Funzione Pubblica ha fatto reagire l’associazione PA Social per l’assenza di figure legate alla comunicazione e in effetti è molto importante affiancare i processi innovativi con una comunicazione in grado di coglierne le potenzialità e divulgare in modo trasparente il percorso a cittadini e imprese.
Qualsiasi pubblica amministrazione che sia in grado di prevedere le competenze indispensabili nel futuro e che inizi a coltivarle sin dall’inizio, potrà svolgere al meglio il ruolo di ponte tra istituzioni, imprese e cittadini. Basandosi sui dati di uno studio approfondito di WARC, l’istituto di ricerca che studia l’evoluzione del mondo pubblicitario, trentacinque i ruoli raccolti, divisi per sei campi diversi: creazione di report e analisi dei dati, pianificazione delle attività e definizione delle campagne, produzione ed esecuzione. Quasi tutti attengono all’analisi dei dati.
Comunicazione pubblica, via alla riforma nel segno del digitale e della trasparenza
In questo scenario nuovo e complesso, la relazione e il modo di lavorare tra PA e cittadini evolveranno di fronte all’urgenza di fondere competenze – anche molto verticali e performanti – per crearne insieme di nuove, sviluppando così nuovi punti di vista, sperimentando nuovi territori e modalità valoriali, facendo dunque della complessità una grande opportunità, insieme.
I sei i macro-trend che trasformeranno il marketing
Sei i macro-trend che cambieranno radicalmente il mondo del marketing secondo uno studio che abbiamo condotto in collaborazione con la Singularity University, la comunità di attivisti fondata da Peter Diamandis e Ray Kurzweil per studiare le possibilità delle tecnologie esponenziali.
Le sei macro-forze che porteranno a questo profondo cambiamento dell’intera economia entro il 2030 saranno:
Ibridazione modelli
Le pubbliche amministrazioni, così come le aziende, dovranno fare i conti con nuove dinamiche di lavoro: per esempio, quello da remoto sarà sempre più diffuso anche grazie alle nuove prospettive messe in campo dalla pandemia.
Gara sull’attenzione
Il multitasking porterà a livelli di attenzione sempre più bassi e quindi anche a una comprensione del mondo approssimativa e superficiale: l’empatia sarà messa a dura prova e attirare l’attenzione di un utente online potrà diventare piuttosto complicato.
Crisi di fiducia
La credibilità delle istituzioni, come quella dei brand, avrà un peso sempre più importante. Lavorare sulla relazione di fiducia è sempre più fondamentale.
Serendipità ingegnerizzata
La raccolta e l’analisi dei dati sarà uno strumento fondamentale per la costruzione di campagne di comunicazione sempre più mirate e rilevanti, così come la collaborazione con influencer e addirittura nano-influencer.
Decentralizzazione dell’influenza
Ogni persona è in un certo senso un influencer su una moltitudine di piattaforme che fanno disperdere e cambiare la modalità di comunicazione con le diverse audience.
Inflazione di comunicazione basata sul “purpose”
Il purpose sarà il motore di tutto, ma diventerà sempre più difficile farsi ascoltare in un mondo di pubblicità che vogliono “salvare il mondo”. Questo vale per i brand, ma anche le PA devono spingere sempre di più la loro comunicazione sul forte perché e porsi sempre dal punto di vista delle persone alle quali si rivolgono.
Le 15 professioni che ancora non esistono nella comunicazione e nel marketing
Da questi sei fattori, PHD Media prevede la nascita di quindici professioni che oggi ancora non esistono nella comunicazione e nel marketing e questo varrà anche nelle PA: dal produttore creativo che lavora con intelligenze artificiali allo sviluppatore di algoritmi per la creazione di pubblicità, dall’esperto di gaming allo specialista di piattaforme video, e poi ancora data scientist ed esperti delle tecnologie cloud, ma anche agenzie di talenti che siano in grado di portare competenze all’interno di progetti specifici.
Oltre i dieci anni, difficile dire cosa accadrà: molto dipenderà dallo sviluppo di un certo tipo di tecnologie che oggi stanno ancora muovendo i loro primi passi: layer design, realtà virtuale e tecnologie BCI (Brain Computer Interface) in testa. Poco importa per il momento. Secondo PHD Media sarà fondamentale soprattutto organizzare le proprie realtà in modo da diventare agili e flessibili al cambiamento. Vedere quel che gli altri non vedono. E guidare verso il cambiamento, un cambiamento che riguarda il modo di relazionarsi con i cittadini e le imprese che dovrà sempre più far tesoro di quanto apprende dal mercato privato, ma avere il coraggio di sperimentare e persino superarlo in termini di innovazione e sperimentazione.
Quello che si può osservare è che non si tratta di cambiamenti avvenuti da un giorno all’altro: il 2007 è l’anno da cui è partito un intero decennio di innovazioni, sfociato poi nel 2020 con la profonda accelerazione digitale indotta dalla pandemia globale. Un mondo che appare ampiamente e velocemente cambiato, altamente digitalizzato che si sta proiettando fino al metaverso.
Conclusioni
Adottare tecnologie innovative non significa soltanto espandere la propria gamma di servizi digitali, ma si tratta di uno degli obiettivi posti dal Green Deal europeo. Inoltre, il PNRR ha riservato quasi dieci miliardi al settore della digitalizzazione, dell’innovazione e della sicurezza nella Pubblica Amministrazione. In questo senso, anche la Pubblica Amministrazione sta seguendo la scia delineata, offrendo dei servizi che siano al contempo efficienti, rapidi e aperti a tutti, un processo decisamente accelerato in questi ultimi anni e che ha bisogno di figure professionali in grado di cogliere questi profondi cambiamenti e trend.