Sono state diverse le novità di rilievo introdotte nella legge delega di riforma della PA durante la discussione alla Camera, tra le quali la norma relativa alla libertà di accesso alle informazioni (secondo i principi di un Freedom of Information Act) oppure la definizione delle priorità pubbliche per la diffusione del wifi in raccordo con l’utilizzo dell’identità digitale, e certamente questi importanti risultati sono stati raggiunti grazie al lavoro di squadra condotto all’interno del gruppo interparlamentare sull’innovazione (e per i due casi citati sottolineo i contributi decisivi di Anna Ascani e Sergio Boccadutri), oltre che alla sempre maggiore capacità di ascolto e collaborazione con organizzazioni della società civile ed esperti.
Un risultato, però, mi sembra sia stato fin qui poco evidenziato, e si tratta di un risultato che a mio avviso può diventare la chiave di volta per creare le condizioni utili a realizzare davvero quanto pianificato. E che è l’unica leva per “osare davvero” il cambiamento.
Si tratta dell’introduzione dei principi di controllo di gestione nell’amministrazione pubblica.
Un emendamento, in particolare, introduce il concetto di sistema unificato e coordinato a livello nazionale per la misurazione e valutazione della performance, così da connettere obiettivi, piani, risultati. Potremo così monitorare gli obiettivi di performance, e non soltanto per l’attuazione della strategia digitale.
Un sistema unico nazionale, che si pone come evoluzione della base dati degli obiettivi strategici gestita da Anac e che, grazie a un sistema di indicatori, può permettere una verifica effettiva dello stato di avanzamento dei piani e del raggiungimento degli obiettivi e tener efficacemente traccia delle attività di digitalizzazione del Paese.
Un cambiamento chiave per misurare l’impatto delle politiche nazionali e dei piani pubblici rispetto all’impatto che realmente producono sui numeri dello scoreboard dell’agenda digitale, consapevoli che se non c’è coordinamento (in tutte le fasi, dalla strategia al monitoraggio) è improbabile che possano prodursi risultati positivi.
Credo che questa sia la vera sfida, che consente di passare da interventi spot a interventi di sistema. L’emendamento è però solo l’inizio del percorso, anche se il risultato è importante.
Nei prossimi mesi sarà necessario lavorare perché il cambiamento si realizzi davvero, ma la strada è segnata.