la proposta

Coronavirus, collegare le autocertificazioni all’Anpr per tracciare gli spostamenti

L’Italia dovrebbe cominciare a sfruttare l’Anagrafe unica nazionale (Anpr) per tracciare gli spostamenti. Basterà collegare al database le autocertificazioni coronavirus. In questo modo sarà possibile avere un quadro dei movimenti, nel rispetto della privacy. E tornare prima alla normalità sempre contenendo l’emergenza

Pubblicato il 03 Apr 2020

Michele Vianello

consulente e digital evangelist

postale

Se l’Italia vuole tornare gradualmente alla normalità, farebbe bene a cominciare a usare gli strumenti digitali di cui lo Stato dispone. Il nostro Paese, il Ministero degli Interni, possiede infatti una importantissima banca dati che potrebbe essere utilizzata efficacemente dalle diverse forme di governance, dalle forze dell’ordine, soprattutto dai cittadini. Mi sto riferendo ad ANPR, ovvero l’anagrafe nazionale della popolazione residente.

Basterebbe collegare le autocertificazioni coronavirus a questo database per avere un quadro chiaro su chi si sposta, come e prevederne i movimenti – sempre nel rispetto della privacy. Una misura di tracciamento che – secondo sempre più esperti – permetterà di entrare in una fase in cui sarà possibile limitare l’isolamento e il blocco delle aziende sempre tenendo sotto controllo l’emergenza sanitaria. 

Abbiamo già recentemente dimostrato come strumenti in sé “banali” e già in uso da tempo come SPID, potrebbero, con costi contenuti, aiutare i cittadini e le forze dell’ordine nella autocertificazione dei motivi degli spostamenti. L’uso dell’ANPR completa il quadro

L’Anagrafe unica per gestire l’autocertificazione coronavirus

Ma quando si parla di ANPR, ai più viene in mente una grande incompiuta e la incomprensibile resistenza dei Comuni a cedere la funzione di gestione della anagrafe della popolazione residente. Per inciso, la gestione dell’anagrafe è considerata una delle attività “a maggiore tasso di burocrazia” nella Pubblica Amministrazione, senza trascurare che la conoscenza e la gestione delle dinamiche anagrafiche sarebbe fondamentale per impostare le politiche sociali di un territorio.

Contrariamente a quanto si pensa, ANPR è invece, già oggi, una straordinaria banca dati a disposizione di tutti noi.

In ANPR sono censiti più di 44 milioni di italiani, residenti in 5861 comuni. Altri 689 comuni di persone sono in fase di “presubentro”, per un totale di 8 milioni di residenti che si aggiungeranno agli altri. Nell’arco dell’anno in corso si prevede di arrivare a 54 milioni di italiani aderenti ad ANPR.

Questi “numeri” rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione italiana.

Se questa banca dati (ANPR) sarà finalizzata, esclusivamente, a “compiti di ufficio” non se ne comprenderà pienamente l’importanza anche a fini di contenimento del coronavirus, ma anche della fase successiva, per quanto graduale, di ritorno alla normalità.

Funzioni a favore dei cittadini per favorire la richiesta di “stare a casa” e favorire l’autocertificazione degli spostamenti.

Già oggi nella sezione del sito di ANPR dedicata ai cittadini è possibile per coloro, che si identificano con SPID (CIE/CNS), stampare o scaricare tutti i dati inerenti la propria autocertificazione anagrafica e quella  di tutto il suo nucleo familiare.

Come fare l’autocertificazione con l’Anpr

Un “piccolo” suggerimento operativo, il modello di autocertificazione degli spostamenti potrebbe essere “agganciato” a queste funzionalità di autocertificazione anagrafiche. Il conseguente data base degli spostamenti, utile alle forze dell’ordine, ma anche a chi sta analizzando l’evoluzione (la diffusione e il contenimento) del coronavirus potrebbe, egualmente, essere agganciato anche a queste funzionalità.

Ricordiamoci che tutti i dati anagrafici contenuti in ANPR (per loro stessa natura) possono essere geolocalizzati, aggregati per classi anagrafiche di età, per sesso ecc.. Si possono ad esempio analizzare con finalità predittive gli spostamenti per lavoro o per studio che si riattiveranno a seguito del “ritorno alla normalità”.

Ricordiamoci, ancora che ANPR è fondamentale per lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico.

Poiché il responsabile del trattamento dei dati contenuti in ANPR è il Ministero dell’Interno, sarà molto più semplice e sicuro gestire e dare delle regole a tutela della privacy di ogni cittadino o nucleo familiare.

Un secondo suggerimento potrebbe, se accolto, e con pochi investimenti, attraverso una facile collaborazione con i Comuni, evitare, nel tempo, inutili presenze allo sportello.

È giunto il momento (non si capisce perché sia stato così ritardato) che i gestori di ANPR rilascino le api (application programming interface) per permettere al cittadino di accedere, anche attraverso il sito del proprio Comune -al quale  sono abituati a rivolgersi per ogni adempimento anagrafico- identificarsi con SPID e fruire dei certificati anagrafici on line.

Alcuni Comuni italiani -motu proprio- già oggi offrono questa funzione.

Ancora, in prospettiva, l’App “Io Italia”, che già prevede un sistema di notifiche e di messaggi di cortesia, potrebbe utilizzare in modo dinamico e intelligente i dati contenuti in ANPR.

A questo proposito pensiamo alla fase di riapertura delle attività del nostro Paese che sarà progressiva, a seconda delle attività produttive e delle fasce di età interessate.

Sicuramente saranno assolutamente utili le autocertificazioni, qui si propone, parallelamente, lo sviluppo di una attività dinamica basata sull’utilizzo di data base “certi” e di una interazione con “Io Italia” che supporta il cittadino e le forze dell’ordine nella certificazione delle proprie scelte.

Ciò che ha messo in evidenza il crash dell’INPS è l’impossibilità di gestire sistemi complessi “digitalizzando l’esistente”, mantenendo la complessità organizzativa e l’inacessibilità per i cittadini.

Non voglio assolutamente minimizzare un processo complesso di ridisegno della digitalizzazione della P.A. (che si tenta di portare avanti anche con alcuni successi), ma in un momento di emergenza “piccole” cose che rendano soggetto attivo anche il cittadino e le funzioni di base dello Stato ci potranno sicuramente aiutare.

Forse è davvero giunto il momento di far capire ai cittadini, ma anche ai Comuni inutilmente “resistenti” l’importanza di una banca dati centralizzata della popolazione residente.

La gestione dell’emergenza virus da parte delle Autorità dimostra, sempre di più, la necessità di attrezzare il nostro Paese con infrastrutture digitali adeguate e acquisendo una cultura in grado di utilizzarle pienamente.

In conclusione

I numerosi divieti che stanno accompagnando la nostra vita quotidiana -assolutamente necessari per contenere il virus- devono essere accompagnati da capacità previsionali di ogni abitudine che, se permane, può compromettere le attività d contenimento fino a qui fatte.

Oggi la nostra comunità oscilla tra l’indignazione verso i bug dell’INPS e l’annuncio di app il cui funzionamento si basa sull’utilizzo di algoritimi di intelligenza digitale.

Spero che, nell’ansia di fare sempre qualche cosa di nuovo, non ci si dimentichi delle dotazioni e degli strumenti che già oggi possiede il nostro Paese.

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