Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e Parlamento europeo hanno annunciato lo scorso 30 giugno di avere raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di Regolamento relativo ai mercati delle cripto-attività (MiCA) che era stata presentata dalla Commissione Europea il 24 settembre 2020 e poi ampiamente emendata dal Parlamento europeo fra 2021 e inizio 2022.
L’accordo è stato raggiunto dopo tre mesi di negoziati informali cui hanno preso parte i rappresentanti delle tre istituzioni protagoniste del processo di co-legislazione europea: Parlamento, Consiglio e Commissione. L’accordo è descritto come provvisorio perché per ora è solo “politico”.
Per essere formalizzato sarà presentato alle plenarie di Consiglio e Parlamento e costituirà oggetto di dibattito. Seguendo una prassi che non ci entusiasma, ma che è coerente con l’informalità di questi negoziati, il testo non è stato pubblicato. Perciò, in questo articolo, ci baseremo su quanto emerge dal comunicato stampa del Consiglio dell’UE e su notizie circolate fra gli addetti ai lavori.
I regolamenti DLT e MiCA
Il MiCA è nato come parte di un pacchetto di misure legislative che comprendeva una proposta per la resilienza operativa digitale, una proposta in materia di servizi finanziari e una proposta relativa a un regime pilota sulle infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito (Distributed Ledger Technology, o DLT). Quest’ultima è stata approvata ed è divenuta il Regolamento (UE) 2022/858 (“Regolamento DLT”), in vigore dal 22 giugno e applicabile negli Stati UE dal 23 marzo 2023. Oggetto del Regolamento DLT sono regole per gli operatori di piattaforme basate su tecnologia blockchain che permettono la negoziazione, mediante l’utilizzo di chiavi crittografiche, di codici digitali rappresentativi di strumenti finanziari classici (azioni, obbligazioni o quote di fondi d’investimento e disponibili).
I Regolamenti DLT e MiCA sono complementari fra loro. Il DLT copre la negoziazione di strumenti finanziari classici emessi tramite smart contract su piattaforme blockchain, mentre non tocca lo scambio (exchange) di cripto-valute; il MiCA disciplinerà gli utility tokens (che permettono di godere di un determinato bene o di accedere a un determinato ecosistema coi relativi servizi), ma riguarderà soprattutto gli scambi di quelle cripto-valute il cui valore viene ancorato e a riserve stabili (cosiddette stablecoin), suddivise a loro volta fra asset-referenced tokens o “ART”, che sono ancorati a diverse riserve esistenti fra cui l’euro, il dollaro o l’oro (come ad esempio DAI, stablecoin decentralizzato in esecuzione su Ethereum); e gli e-money tokens o “EMT”, che sono ancorati a una sola valuta avente corso legale (come ad esempio gli USD Coin).
L’approccio Ue alla regolamentazione delle criptovalute
Può stupire, ma restano fuori da entrambe le nuove normative gli scambi di cripto-valute svolti in maniera totalmente decentralizzata senza alcun intermediario: la zona più opaca del fenomeno. In realtà, la strategia dell’Unione Europea nella regolazione di fenomeni come la blockchain e le cripto-attività – esplosi come un atto spontaneo di autonomia della tecnologia rispetto a tutto ciò che è centralizzato e regolato – somiglia a un avvicinamento a cerchi concentrici. Vale a dire: non una disciplina organica volta a indirizzarli a tutto tondo definendo cosa è lecito e cosa no, o ancora in quali categorie giuridiche inquadrare le varie manifestazioni dei medesimi, oppure a quali controlli statali sottoporli, quanto piuttosto una serie di iniziative volte a regolarne le manifestazioni più evidenti e più inclini a integrarsi col mercato regolato.
Esemplificativo di questo approccio è che il Regolamento MiCA non contiene un indirizzo europeo a tutto tondo sulle cripto-valute. Piuttosto, si focalizza sull’emissione di stablecoin e utility tokens e sulla fornitura di servizi relativi a queste cripto-attività, completando il graduale processo di “assorbimento” degli emittenti di cripto-valute e degli exchange provider nell’orbita regolamentata che era già intuibile da iniziative di Autorità di controllo europee come la nostra CONSOB.
Gli obiettivi del MiCA
Gli obiettivi del MiCA sono: a) certezza del diritto; b) sostegno all’innovazione; c) garanzia di adeguati livelli di tutela dei consumatori e degli investitori e di integrità del mercato; d) garanzia di stabilità finanziaria.
Commentando l’accordo, il ministro francese dell’Economia, delle finanze e della sovranità industriale e digitale ha dichiarato “questo regolamento storico porrà fine al Far West delle criptovalute e conferma il ruolo dell’UE come normatore per i temi digitali”. La Francia ha spinto molto per questo risultato.
L’importanza che il Regolamento MiCa venga approvato con urgenza è stata sottolineata in un articolo a più firme dal titolo “Stablecoins’ role in crypto and beyond: functions, risks and policy”, pubblicato recentemente sul sito della BCE, e focalizzato sulle implicazioni delle stablecoin sulla stabilità finanziaria. Dopo un’analisi sull’importanza delle stablecoin nei più ampi mercati delle criptovalute, il documento giunge alle seguenti conclusioni: “I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalle stablecoin sono attualmente ancora limitati nell’area dell’euro, ma se le tendenze di crescita continueranno al ritmo attuale, questo potrà cambiare in futuro. Le stablecoin sono cresciute rapidamente fino a diventare una parte importante dell’ecosistema delle criptovalute, con alcuni rischi per la liquidità nei mercati delle criptovalute in caso di fallimento. La velocità e il costo delle transazioni di stablecoin, così come i loro termini e condizioni di riscatto, non sono all’altezza di quanto richiesto dalle effettive modalità di pagamento in uso nell’economia reale. Una regolamentazione efficace delle stablecoin è fondamentale per l’innovazione responsabile e la stabilità finanziaria. È necessario attuare un’adeguata regolamentazione, supervisione e supervisione prima che le stablecoin diventino un rischio per la stabilità finanziaria e il buon funzionamento dei sistemi di pagamento. Le stablecoin esistenti devono essere introdotte con urgenza nel perimetro normativo e quelle nuove necessitano di un quadro normativo da stabilire”.
Il MiCA è un testo poderoso (79 considerando, 126 articoli) che:
- definisce adempimenti a carico degli emittenti di utility tokens, ART e EMT;
- detta requisiti per i fornitori di servizi di cripto-valute (CASP) compresa la necessità di un’autorizzazione per operare nell’UE e controlli rafforzati a carico di fornitori di servizi di cripto-valute la cui casa madre si trova in paesi terzi ad alto rischio per attività antiriciclaggio;
- impone agli emittenti di stablecoin, a tutela dei consumatori, di costituire una riserva sufficientemente liquida;
- prevede una vigilanza dell’Autorità bancaria europea (EBA) sulle stablecoin;
- vieta comportamenti che rischiano di minare la fiducia degli utenti nei mercati delle cripto-attività e l’integrità dei mercati delle cripto-attività, compresi l’abuso di informazioni privilegiate, la divulgazione illecita di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato delle cripto-attività.
Il MiCA detterà norme specifiche anche per istituti finanziari esistenti che forniscono servizi di cripto-valute. Costoro saranno esonerati dalla richiesta di autorizzazione per operare nell’Unione Europea, a patto di effettuare una notifica alle autorità nazionali competenti su questo filone di attività da essi svolto.
Cosa è escluso dal perimetro di applicazione del MiCA
È utile fare il punto su cosa, dopo i negoziati informali del secondo trimestre 2022 sarà escluso dal perimetro di applicazione del MiCA. Il comunicato- stampa anticipa che saranno esclusi gli NFT, almeno nella misura in cui rappresentano diritti di proprietà intellettuale su opere dell’ingegno o certificano l’autenticità di un bene infungibile. Questa è una delle novità – discusse – dell’accordo. Per mediare fra le due opposte spinte (includere gli NFT o escluderli) si è deciso di tenerli fuori, ma che la Commissione UE avrà il compito di effettuare entro 18 mesi una valutazione globale del fenomeno e, se necessario, una proposta normativa specifica, proporzionata e orizzontale per creare un regime giuridico per gli NFT e per affrontare i rischi emergenti del mercato di risorse digitali che rappresentano opere dell’ingegno.
Inoltre, saranno fuori dall’applicazione del MiCA la moneta elettronica, i depositi, i depositi strutturati, la cartolarizzazione, le cripto-valute che non possono essere trasferite tra detentori senza autorizzazione dell’emittente e le cripto-valute che rappresentano qualsiasi altro diritto non legato a quelli che portano gli strumenti finanziari e che non sono ammesse alla negoziazione in una piattaforma di exchange.
Le piattaforme di exchange saranno responsabili per eventuali danni e perdite causati da crimini informatici o da incidenti di sicurezza. I beni dei clienti devono essere separati da quelli della società che li detiene e protetti in caso di insolvenza. Gli exchange che vorranno mettere a disposizione asset senza un emittente (ad es. Bitcoin), dovranno fornire informazioni su di essi, e saranno responsabili di queste informazioni.
Con scelta simbolica, l’accordo ha previsto che– a differenza di quanto previsto dalla normativa europea per la finanza tradizionale – negli scambi di cripto-valute non esistono importi sotto i quali non scattano obblighi di identificazione e comunicazioni alle autorità. Tuttavia, a differenza di come sembrava a giudicare da emendamenti proposti durante i lavori al Parlamento UE e oggetto di polemiche, l’applicazione delle norme anti-riciclaggio non varrà per i wallet privati (non ospitati cioè dagli exchange), a meno che questi non instaurino una relazione con un analogo dispositivo gestito da un fornitore di servizi.
Il nodo dell’impatto ambientale delle criptovalute
Nei mesi scorsi, era circolata notizia di una battaglia di esponenti della sinistra nel Parlamento Europeo per inserire nel MiCA il divieto di Proof of Work, la energivora modalità di validazione dei Bitcoin che rende necessaria l’attività dei miners e che comporta altissimi consumi elettrici e un ulteriore riscaldamento del pianeta. Anche qui, è stato raggiunto un compromesso. Come è noto, il Proof of Work è sacro per i puristi del Bitcoin ed è tuttora necessario per tante cripto-valute, compresa Ethereum. Il divieto avrebbe avuto risonanza mediatica, ma sarebbe stato di difficile applicazione. Il Proof of Work on è stato vietato, ma i player del mercato delle cripto-valute dovranno dare informazioni sul loro approccio sui temi ambientali e climatici.
L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) svilupperà progetti di standard tecnici di regolamentazione su questo tema, nonché analisi relative ai principali impatti negativi delle attività di mining sull’ambiente e sul clima. Entro due anni, la Commissione Europea dovrà fornire un rapporto sull’impatto ambientale sui meccanismi di validazione delle cripto-valute e dovrà rilasciare informazioni sugli indicatori di sostenibilità in linea con la tassonomia della finanza sostenibile dell’UE.
L’impressione complessiva è che si sia optato per la tempestività dell’intervento, facendo un po’ “melina” su alcuni temi che imponevano scelte politiche di fondo. Tuttavia, giacché partiamo da un vuoto normativo, dobbiamo considerare positiva la notizia di questo accordo provvisorio.