Le possibilità di perdita del capitale investito in criptovalute, che, come hanno potuto sperimentare i trader di Terra (LUNA), può essere non solo repentina ma anche totale, porta l’investitore, specialmente se non professionale o quanto meno qualificato, ad interrogarsi su quali siano i criteri che permettano di individuare la bontà di un progetto prima di investire i propri fondi.
L’adozione di specifiche cautele è dettata dal contesto in cui circolano e vengono trasferite le criptovalute, connotato da decentralizzazione ed assenza di intermediari, ossia elementi che implicano minori controlli, peraltro, in un quadro giuridico non ancora totalmente definito, da cui derivano inevitabilmente alcuni limiti anche nella tutela degli investitori.
La volatilità delle criptovalute
Le criptovalute sono per natura asset altamente volatili in quanto subiscono frequenti e repentine fluttuazioni di valore.
Proprio al fine di mitigare tale fenomeno sono state create le stablecoin, ossia token in grado di combinare le caratteristiche di decentralizzazione, anonimato e automaticità delle criptovalute con la stabilità propria delle monete a corso legale.
Se le attese non sono state deluse con le stablecoin “tradizionali” ancorate ad un bene, sia esso “reale”, come valute fiat o materie prime, o anche “virtuale”, l’esperienza più recente ha dimostrato che le stablecoin algoritmiche possono risultare volatili al pari del Bitcoin, se non addirittura in misura superiore, tanto che proprio in questi giorni Binance ed altre piattaforme exchange hanno dapprima annunciato il ritiro di una delle più note, TerraUSD (UST), anche a causa del repentino crollo di valore della stessa e della crypto a cui è ancorata Terra (LUNA), per poi riammetterle, successivamente, sulle proprie piattaforme.
La vicenda ha scosso gli investitori di tutto il mondo, dato che per definizione le stablecoin sono “stable” e quindi “stabili”, facendo vacillare alcune certezze e forse anche la fiducia nel settore.
Le peculiarità dei progetti
Senza entrare nel merito di cosa ha portato al crollo di Terra (LUNA) e quindi di TerraUSD (UST), è opportuno evidenziare che ogni progetto è a sé stante ed il meccanismo alla base delle diverse categorie di stablecoin ad oggi esistenti, così come delle diverse criptovalute, varia da una all’altra: in un sistema collateralizzato, tipico delle stablecoin ancorate a beni, le oscillazioni di valore dei token sono mitigate, in quanto dipendono strettamente da quelle del bene sottostante, di cui ne seguono l’andamento in modo pressoché lineare. Invece, in un sistema in cui la garanzia di valore non è assicurata da altri asset, l’andamento dei token dipende esclusivamente da un algoritmo.
L’emersione delle stablecoin algoritmiche ha comunque suscitato sin da subito qualche perplessità verso criptovalute fondate su algoritmi, che offrirebbero minori garanzie di stabilità.
È stato in particolare evidenziato che un sistema legato agli incentivi di mercato e, quindi, agli interessi personali dei trader, è destinato ad una maggiore vulnerabilità: finché gli operatori agiscono nel modo per cui è stato pensato il sistema, questo è in grado di funzionare, ma se si registrano deviazioni, che possono essere causate da un’attenuazione o addirittura dal venir meno della fiducia che i trader ripongono nel sistema stesso, ecco che ne viene intaccato l’equilibrio, indispensabile per garantire stabilità, e il sistema può vacillare, fino addirittura a crollare, come testimoniato dalla nota vicenda della stablecoin algoritmica TerraUSD (UST).
Criptovalute: quando si fermerà la caduta? Variabili e rischi
L’algoritmo su cui si basava TerraUSD (UST) aveva l’obiettivo di mantenerne il valore uguale a quello del dollaro, che fungeva da “peg”. Come? Attraverso un meccanismo di arbitraggio, costituito dallo scambio tra TerraUSD (UST) e la criptovaluta di “governance” Terra (LUNA), in modo da mantenere inalterato l’equilibrio.
Nel momento in cui si è registrata una crisi di liquidità, gli investitori, di fronte al timore di ingenti perdite, hanno incrementato le vendite, rompendo quell’equilibrio su cui si fondava il sistema, che ha portato gli asset a perdere quasi il 100% del loro valore.
Questo non è bastato comunque a minare totalmente la fiducia verso le stablecoin algoritmiche, come annunciato dal fondatore di TRON (TRX), il quale ha presentato la sua nuova stablecoin algoritmica denominata USDD (USDD).
Come individuare la bontà di un progetto?
Innanzitutto, la scelta di investire in un determinato progetto non può essere dettata dalla cosiddetta “Fear Of Missing Out”, ossia la “paura di rimanere esclusi” che in questo ambito può tradursi nel timore di perdere un’opportunità di guadagno, che potrebbe portare ad investimenti frettolosi in momenti di forte volatilità, ma neppure dalla risonanza del fenomeno, che può essere alla base di pratiche quali il “pump and dump”.
Elaborare una strategia adeguata
È opportuno, infatti, non solo elaborare ed adottare una strategia adeguata rispetto alle proprie conoscenze e capacità finanziarie, tenuto anche conto dell’andamento del mercato nel suo complesso, ma anche acquisire adeguate informazioni che permettano di ottenere una maggiore consapevolezza circa il singolo progetto.
Quindi, conoscere l’intero progetto, esaminandone gli obiettivi, ma anche i costi legati all’investimento, quali commissioni o tassi applicati, permette di valutare almeno parte dei rischi connessi.
Il mercato è in rapida evoluzione e non è infrequente imbattersi in nuove criptovalute, nuovi progetti o nuovi token. Se si hanno dubbi circa l’attendibilità e l’affidabilità degli stessi, è preferibile attendere qualche tempo prima di investire, soprattutto se si è alle prime armi. Nel lungo periodo, infatti, è possibile verificare con maggiore precisione l’andamento del nuovo asset, la sua volatilità e, analogamente, i rendimenti ottenuti da chi ha già investito nel progetto.
Al riguardo, mentre nelle more della scelta la lettura del Whitepaper messo a disposizione dei founder è sicuramente uno strumento valido, i rischi potrebbero essere ridotti a fronte dell’obbligo di iscrizione dei prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e di portafoglio digitale nella sezione speciale del registro pubblico informatizzato tenuto dall’OAM (Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi), introdotto dal Decreto del MEF del 17 febbraio 2022 ed operativo dal 16 maggio 2022. A partire da tale data, quindi, per poter operare legittimamente sul territorio italiano, tutti coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, dovranno iscriversi e chi è già operativo ha 60 giorni di tempo per presentare la domanda di iscrizione nel registro. Decorso inutilmente tale termine o in caso di rifiuto della richiesta, l’attività non potrà più essere svolta.
Registro operatori criptovalute: procedure e consigli pratici per l’iscrizione
Inoltre, più la piattaforma di Exchange è conosciuta o registra volumi di transazioni elevati, maggiori sono anche i controlli sulle crypto che possono essere tradate sulla stessa.
Si pensi, per esempio, che su Revolut è possibile negoziare circa una sessantina di crypto mentre su Binance tra crypto, alcoin e stablecoin il numero sorpassa i mille.
Le misure di sicurezza da valutare prima di investire
Operando su un wallet non fisico, ma elettronico, è anche opportuno verificare che le piattaforme si siano dotate di adeguate misure di sicurezza anche dal punto di vista di cybersecurity:
- l’accesso al wallet ed il perfezionamento dell’investimento deve essere garantito mediante un sistema sicuro, ad esempio, ricorrendo ad un doppio sistema di conferma dell’ordine oltre all’inserimento delle credenziali;
- l’investitore deve essere messo nelle condizioni di poter tenere sotto controllo le proprie transazioni.
Il mercato NFT
Le medesime considerazioni, oltre agli investimenti in criptovalute, possono essere svolte con riferimento allo sviluppo del mercato degli NFT, che sta portando ad un’evoluzione nel mondo dell’arte digitale: grazie alle caratteristiche di insostituibilità ed unicità che caratterizzano questi token non fungibili, gli NFT stanno suscitando interesse non solo tra i collezionisti, ma anche tra chi è nuovo e non pratico nel settore.
Infatti, se è vero che per rubare crypto dai wallet serve necessariamente una conoscenza avanzata delle tecnologie blockchain e degli smart contract, per essere “scammati”, quindi truffati, nel mondo NFT basta una discreta capacità di marketing, comunicazione e di utilizzo dei social.
Una check list di quando si valuta un progetto NFT
Ecco, quindi, quella che può essere una check list di quando si valuta un progetto NFT o, più che altro, una serie di domande da porsi.
Il team del progetto e l’interazione con la comunità
Da chi è composto? È qualcuno ben noto nel settore delle NFT o l’artista è noto e si è, per esempio, convertito all’arte digitale? Da quanto tempo sono stati creati gli account dei founder? La domanda ce la si deve porre non solo per Discord, ma anche su Twitter che è molto utilizzato, così come capire se gli stessi – i founder – sono attivi nella comunità ed interagiscono. Non di rado, poi, si vedono progetti dove sono coinvolte celebrità. Una verifica se il loro endorsment è reale oppure, per esempio, sono stati inviati al loro wallet NFT del progetto – così da farli comparire automaticamente sulla loro pagina OpenSea – è opportuna.
La roadmap del progetto ed il Whitepaper
Benché non legalmente vincolanti, esprimono quello che è il progetto in tutte le sue fasi.
La valutazione deve essere sulla fattibilità quindi delle stesse.
I follower e l’essere in Whitelist
Come per gli influencer, i follower sono veri o sono stati acquistati? Come si procede per essere ammessi al canale Discord e quanto è difficile essere in whitelist per il minting?
Il minting
Se si è un attento osservatore, nella maggioranza dei casi, il minting in pre-sale ruota per tutti i progetti attorno alla stessa cifra.
C’è quindi da diffidare se si ricevono messaggi privati o link a pagine internet – che sono costruite ad hoc dagli scammer – con cui si propone di mintare a prezzi minori rispetto a quelli noti nella roadmap.
La considerazione finale è che gli NFT, come noto, ad oggi non sono ancora regolamentati e se si è oggetto di truffe, molto difficilmente, si può ottenere aiuto.
È doveroso quindi precisare che le valutazioni iniziali, seppur necessarie, non consentono comunque di eliminare in toto i rischi di perdite o di essere vittima di attività illecite ed addirittura, come più volte ripetuto, di scam.