Un patrimonio informativo pubblico, adeguatamente valorizzato, disponibile ai cittadini e alle imprese in forma aperta e interoperabile. È la direzione indicata dal Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione che, in linea con i più recenti sviluppi normativi, ha posto le basi per il processo di apertura dei dati, una pratica che permetterà la nascita di nuovi servizi, prodotti e soluzioni innovative, favorendo lo sviluppo economico del Paese e, al contempo, la trasparenza, la partecipazione dei cittadini e, più in generale, il processo democratico.
Contesto ed obiettivi
L’apertura e l’interoperabilità presuppongono l’accessibilità attraverso protocolli standard, l’utilizzo di formati aperti e leggibili da uomini e macchine, la conformità a standard comuni utilizzando, ove possibile, vocabolari controllati, schemi, ontologie (come quelli disponibili nel catalogo della semantica) e l’esposizione di API (con pubblicazione nel relativo catalogo della Piattaforma Digitale Nazionale Dati – PDND). Tutto ciò, insieme all’applicazione di una licenza aperta, abilita il riutilizzo dei dati che è lo scopo finale del processo di apertura.
Quanto appena indicato racchiude anche, in sintesi, il quadro di azioni definite dal Piano Triennale (ultimo aggiornamento 2022-2024) in relazione ad obiettivi e risultati attesi in tema di dati.
Sullo sfondo c’è l’obiettivo strategico per la PA, sancito dal Piano, della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico “per affrontare efficacemente le nuove sfide dell’economia basata sui dati (data economy), supportare gli obiettivi definiti dalla Strategia Europea in materia di dati, garantire la creazione di servizi digitali a valore aggiunto per cittadini, imprese e, in generale, tutti i portatori di interesse e fornire ai policy maker strumenti data-driven da utilizzare nei processi decisionali e/o produttivi”.
Il quadro di riferimento è, a livello europeo, la creazione di un mercato unico dei dati attraverso l’implementazione di spazi di dati comuni e interoperabili. In questo contesto è inserita anche l’emanazione della Direttiva 2019/1024 (nota come Direttiva Open Data), recepita in Italia con il D. Lgs. n. 200/2021 che ha modificato, in alcune parti anche sostanzialmente, il D. Lgs. n. 36/2006 e le Linee Guida per l’attuazione di quest’ultimo che sono in corso di adozione da parte di AgID.
In Italia la documentazione attraverso i metadati e la loro pubblicazione in risorse consultabili sul web sono possibili attraverso il portale dei dati aperti dati.gov.it e dal Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali, entrambi gestiti da AgID.
La qualità dei metadati e la documentazione dei dati
Alcuni obiettivi del Piano Triennale riguardano la qualità dei metadati e la documentazione dei dati nei portali indicati in modo da favorirne la loro reperibilità e facilitarne, quindi, accesso e fruizione. Si tratta, in particolare, di quei dati identificati dalla normativa citata come molto rilevanti per il riutilizzo, in virtù del loro potenziale economico e sociale, come dati dinamici, dati di elevato valore e dati territoriali.
I metadati pubblicati nei cataloghi rappresentano, se vogliamo, il primo approccio ai dati, nel senso che attraverso essi l’utente può essere messo in grado di valutare se il dato può rispondere o meno alle proprie esigenze prima dell’utilizzo vero e proprio: un po’ come quando si legge l’etichetta di una bottiglia di vino quando si vuole verificare quale potrebbe essere il corretto abbinamento per la cena che si ha in mente di preparare.
Il considerando (15) della Direttiva INSPIRE, relativa ai dati territoriali, evidenzia che un ostacolo decisivo allo sfruttamento ottimale dei dati disponibili è rappresentato proprio dal tempo e dalle risorse dedicati a ricercare i dati esistenti o a decidere se possano essere utilizzati per una finalità particolare. La UK Location Strategy, nell’edizione pubblicata negli stessi anni di adozione della Direttiva INSPIRE, evidenziava, analogamente, che gli utenti dell’informazione geografica spendevano l’80% del loro tempo a cercare, raccogliere e gestire i dati e solo il 20% ad analizzarli per soddisfare le esigenze e generare benefici. Chiaramente, in tutti questi anni, grazie anche alle policy e alle strategie in tema di dati definite a livello sia europeo che nazionale e ai framework di interoperabilità (come INSPIRE stessa) che ne sono derivati, molti degli ostacoli riscontrati nella reperibilità dei dati sono stati, se non superati, almeno molto limitati. Rimane valido, comunque, il principio alla base delle enunciazioni riportate prima, che, cioè, metadati di qualità abilitano e facilitano una più efficace ricerca e, quindi, un più immediato e ottimale accesso e riutilizzo dei dati.
Gli interventi di formazione e informazione
Proprio per questo, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha realizzato, a partire dalla metà del 2021, una serie di attività di supporto alle pubbliche amministrazioni e interventi di formazione e informazione aperti a tutti gli interessati per diffondere i principi e le regole che guidano la pubblicazione dei dati.
Tali attività, realizzate con il supporto di Formez PA attraverso il Progetto “Informazione e formazione per la transizione digitale” per l’attuazione del Progetto “Italia Login – la casa del cittadino” a valere sul PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, ha visto AgID impegnata da marzo 2021 ad aprile 2023 per promuovere e supportare la trasformazione digitale nelle pubbliche amministrazioni italiane contribuendo all’attuazione del modello strategico di evoluzione del sistema informativo della PA.
Attività e strumenti
L’attività di supporto è stata principalmente rivolta alle amministrazioni interessate a pubblicare, o che già pubblicano, i propri dati nel catalogo nazionale dati.gov.it con l’obiettivo di migliorare la qualità dei metadati dei dati presenti in catalogo e quindi disponibili per il riuso.
L’attività è partita dall’analisi della situazione esistente a luglio 2021 per poter procedere con un’assistenza mirata che ha consentito di migliorare i metadati nei cataloghi sorgente settimanalmente raccolti (“harvestati”) per alimentare il catalogo nazionale e da qui il catalogo europeo
La pagina Monitoraggio dinamico del portale illustra l’andamento degli indicatori relativi alla qualità dei metadati, nel periodo relativo agli interventi realizzati: dai grafici (e dai relativi dati sorgente pubblicati all’interno della pagina) è evidente come, a fronte di un numero di dataset sempre crescente, il numero dei metadati non conformi rispetto al profilo DCAT-AP_IT risulta sempre decrescente.
L’alimentazione del catalogo nazionale
Oltre all’attività di assistenza dedicata alle singole amministrazioni sono stati prodotti una serie di contenuti informativi che fanno da guida a chi deve “fare open data”.
La sezione Come alimentare il Catalogo nazionale degli Open Data illustra i passi da seguire perché il catalogo dell’amministrazione sia incluso tra quelli automaticamente importati dal catalogo nazionale, fornendo una serie di esempi pratici elaborati proprio durante l’attività di assistenza mirata. Si segnala, tra gli altri, la disponibilità, per quelle amministrazioni che non possono disporre di un proprio catalogo, di un configuratore che compila e crea in automatico il file RDF dei metadati da rendere pubblico sul web in modo che venga raccolto dal catalogo nazionale.
Con la stessa modalità è stata implementata la sezione FAQ, progressivamente alimentata con le domande ricorrenti.
Per verificare la conformità dei metadati al profilo DCAT-AP_IT è stato sviluppato un Validatore semantico basato sulla soluzione resa disponibile dal team del portale europeo.
Al tema dell’alimentazione del catalogo nazionale è stato dedicato uno specifico webinar finalizzato ad illustrare metodi e standard per l’esposizione dei dataset in formato aperto da parte delle PA.
L’attività di supporto fornita nella pubblicazione dei metadati da parte delle PA è funzionale al miglioramento della ricerca degli utenti, visto anche l’impegno di migliorare l’accessibilità e l’usabilità del portale degli scorsi anni. In tema di ricerca e interrogazione dei dati, l’ultima funzionalità resa disponibile è rappresentata dall’endpoint SPARQL, lo strumento che consente di effettuare query in linguaggio SPARQL, appunto, tramite un editor o l’endpoint leggibile meccanicamente, sui metadati del portale nazionale memorizzati come triple RDF.
L’interoperabilità dei dati
Quanto all’interoperabilità dei dati, con particolare riferimento ai dati territoriali, il progetto ha supportato l’attività di AgID nella definizione e manutenzione delle regole tecniche inserite nel framework nazionale definito a partire dalle specifiche del Database GeoTopografico (DBGT) adottate per la prima volta nel 2011. Il lavoro svolto ha portato alla redazione e al consolidamento di modelli dati tematici come estensione delle specifiche più generali rappresentate da DBGT e da INSPIRE al fine di garantire l’interoperabilità: dalla manutenzione della specifica relativa all’illuminazione pubblica, sviluppata nell’ambito del progetto PELL di ENEA, o della specifica alla base del SINFI (Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture), alla definizione del data model relativo alla pianificazione territoriale e urbanistica, in via di finalizzazione, con la Regione Umbria.
Formazione e partecipazione informata
Oltre all’attività di supporto di tipo tecnico ai referenti dei cataloghi open data, è stata realizzata una attività di formazione aperta a tutti gli interessati volta all’approfondimento di specifici aspetti relativi alla produzione e pubblicazione dei dati.
Alla pagina Formazione su open data sono raccolti i webinar e i relativi materiali diffusi nel corso del 2022 e 2023.Per accompagnare il processo di redazione e consultazione sulle Linee Guida sull’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, previste dall’art. 12 del D. Lgs. 36/2006 e s.m.i., è stato realizzato il ciclo di webinar Le Linee Guida per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico nell’ambito della strategia europea e il contesto nazionale in materia di dati, avviato nel mese di maggio 2022, composto da quattro webinar che hanno registrato complessivamente oltre 1200 partecipazioni. Obiettivo del ciclo era quello di preparare e accompagnare la consultazione multicanale per la raccolta di contributi per il miglioramento delle Linee guida messe a disposizione in bozza. I risultati della consultazione con i contributi raccolti e recepiti sono pubblicati alla pagina Esiti. Nella stessa piattaforma di consultazione (ParteciPa) sono stati messi a disposizione i Materiali di approfondimento utili a chi era interessato a fornire il proprio contributo.
Si è trattato di una esperienza molto interessante realizzata conformemente a quanto previsto all’articolo 71 del Codice dell’Amministrazione Digitale – CAD relativo alle modalità di adozione delle Linee guida, ma anche in maniera coerente con le Linee guida sulla consultazione pubblica in Italia che evidenziano tra i principi fondamentali della consultazione l’inclusione e l’accessibilità garantendo quindi un adeguato supporto informativo sui temi e un adeguato tempo di raccolta contributi. Pur trattandosi di un contenuto molto specifico, i contributi raccolti sono stati considerevoli (circa 200). I risultati della consultazione sono stati illustrati in un apposito webinar mentre tutto l’iter di adozione è stato illustrato in uno specifico report.
L’adozione delle linee guida, attualmente in via di finalizzazione, comporterà un nuovo e rinnovato impegno delle amministrazioni riguardo la pubblicazione dei dati: per questo motivo sono stati realizzati due cicli di webinar “Verso le Linee Guida Open Data – Elementi di approfondimento per una corretta applicazione” e “Dati aperti dalla teoria alla pratica: la corretta applicazione delle Linee Guida” con l’obiettivo di fornire una guida di lettura del documento. Questi ultimi webinar hanno registrato una partecipazione media di 570 persone con un trend che è andato in crescendo a partire dai primi webinar realizzati durante questo percorso di accompagnamento a dimostrare un interesse crescente su temi che diventano sempre più attuali.
La programmazione dei temi e delle modalità di svolgimento dei webinar è stata fatta anche sulla base delle indicazioni raccolte dai partecipanti durante il loro svolgimento, nei quali è stata sempre dedicata una parte importante alla sessione di domande e risposte, e dai feedback forniti al termine degli incontri.
Quello che emerge è un grande interesse sia all’inquadramento normativo sia alla condivisione di casi pratici utili ad affrontare le casistiche che chi lavora sui dati si trova quotidianamente ad affrontare.
Considerato, infine, che durante le attività di supporto mirato o nelle attività formative è stata manifestato un grande interesse alla collaborazione e al confronto, sono in corso di attivazione su ReTeDigitale, la piattaforma dedicata ai Responsabili per la Transizione al Digitale delle pubbliche amministrazioni e ai loro delegati, spazi di confronto e scambio sul tema dei dati, in generale, e di quelli aperti, in particolare, anche con riferimento ai referenti delle PA dei cataloghi dei dati. Questi spazi possono essere di grande aiuto per chi affronta le evoluzioni necessarie per l’adozione delle Linee guida, perché consentono di condividere problemi e soluzioni.
Conclusioni
Il percorso avviato non si conclude, ovviamente, con il termine del progetto “Informazione e formazione per la transizione digitale” che è stato l’occasione per sperimentare una modalità di intervento che potrà essere portata avanti per raggiungere ulteriori obiettivi di miglioramento nella valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.
Allo stesso modo, ciò non significa che si siano risolti tutti i problemi e che non permangano ancora criticità, soprattutto sulla qualità dei dati, su cui c’è ancora molto da lavorare.
Si stanno introducendo, però, strumenti e iniziative che potranno portare l’Italia a partecipare pienamente alla costruzione di quel mercato di dati che l’Unione Europea intende perseguire, per fare in modo che i dati stessi possano circolare a beneficio di tutti: imprese, ricercatori, amministrazioni pubbliche e cittadini.